Condono sulle rinnovabili, le associazioni protestano
Non si placano le polemiche sulla possibile introduzione nel decreto sviluppo di una moratoria sugli impianti rinnovabili abusivi. Unanime il coro di “no” delle associazioni di settore, che chiedono al Governo un immediato dietro front. Da Palazzo Chigi, per ora, nessun commento
18 October, 2011
Un vero e proprio putiferio. L'ipotesi di inserire nel decreto sullo sviluppo un condono per gli impianti di produzione di energia rinnovabile costruiti senza le necessarie autorizzazioni ha scatenato una serie di reazioni infuocate da parte di molte associazioni del settore. Dopo le proteste di Assosolare e Legambiente, anche Asso Energie Future ha espresso la sua ferma contrarietà all'ipotesi di una sanatoria.
A preoccupare l'associazione è soprattutto il rischio di un ennesimo grave danno di immagine dinanzi agli imprenditori stranieri: «Che credibilità può avere di fronte agli investitori internazionali un esecutivo che prima introduce norme, punitive e retroattive, che ostacolano lo sviluppo delle rinnovabili, e poi fa balenare soluzioni pasticciate che finirebbero solo per ritorcersi contro il settore?». Il paradosso, secondo l’associazione, è che la sanatoria sia presa in considerazione dallo stesso Governo che per mesi ha prodotto «strumentali proclami in difesa dell’agricoltura e del paesaggio, sfociati in una legge dannosa come il decreto Romani». Asso Energie Future chiede invece regole certe e stabili per un settore che ha già pagato un alto prezzo per i continui cambiamenti nella normativa e nel sistema di incentivazione. «Non si possono cambiare le legislazioni nazionali ogni pochi mesi – ha dichiarato il presidente dell'associazione, Massimo Daniele Sapienza – Non si può paventare un quinto Conto energia quando ancora non si sono spente le polemiche per il quarto».
L'idea di un colpo di spugna non piace neanche ad Anie Confindustria, che ha espresso «forte preoccupazione» per le voci di un possibile condono. «A nostro avviso – ha commentato Claudio Andrea Gemme, presidente dell'associazione - un simile provvedimento si pone in netto contrasto con la certezza normativa che gli operatori industriali auspicano nella conduzione del business». Anie chiede dunque un immediato dietrofront sulla questione sanatoria, e sottolinea che, al contrario, «l’industria delle rinnovabili, che sta assumendo un peso importante nelle dinamiche energetiche del nostro Paese, chiede regole certe e non passibili di mutamenti a seguito di interventi estemporanei».
In Salento, intanto, un gruppo di associazioni di tutela del paesaggio ha scritto una lettera aperta al Governo per chiedere l'eliminazione del condono dal decreto. Non solo: il fronte salentino chiede addirittura una immediata moratoria nella costruzione di grandi impianti fotovoltaici ed eolici industriali. Secondo le associazioni, infatti, «l’attuale sistema di iper-incentivazione non promuove efficienza e sviluppo ma solo eccessive ed ingiustificate rendite, che nulla hanno a che vedere con una sana e ordinata crescita economica ed industriale». Per ora, da Palazzo Chigi non sono giunte né conferme né smentite sulle voci relative al condono. L'approvazione del testo dei decreto sullo sviluppo è attesa per i prossimi giorni.