Condono per le rinnovabili, Saglia smentisce: «Non esiste»
Il sottosegretario allo Sviluppo Economico esclude l'inserimento di una sanatoria per gli impianti rinnovabili abusivi nel decreto sullo sviluppo, ma la smentita non basta a fermare le polemiche. Per Fiper, il condono sarebbe «inaccettabile e vergognoso»
18 October, 2011
Alla fine, è arrivata la smentita. Il sottosegretario allo Sviluppo Economico Stefano Saglia ha escluso che il decreto sviluppo contenga una sanatoria per gli impianti a fonti rinnovabili realizzati senza autorizzazione. «Il condono non esiste», ha dichiarato seccamente il sottosegretario a margine di un convegno. Il chiarimento del Governo giunge dopo una pioggia di critiche da parte della maggior parte delle associazioni di settore. Le voci di una possibile sanatoria si erano diffuse nei giorni scorsi, quando il Corriere della Sera aveva rivelato l'esistenza di un provvedimento intitolato “Condono in materia di impianti di produzione di energia elettrica alimentati da fonti rinnovabili”. Secondo le indiscrezioni, la sanatoria avrebbe dovuto essere inserita nel decreto sullo sviluppo in discussione in questi giorni a Palazzo Chigi, ma le reazioni degli operatori del settore sono state immediate e categoriche.
L'ultima protesta si è levata da Fiper (Federazione italiana produttori di energia da fonti rinnovabili), che per bocca del suo presidente Walter Righini ha definito l'ipotesi di un condono «inaccettabile e vergognosa». Secondo l'associazione, una eventuale sanatoria andrebbe in senso contrario alla ripetuta richiesta di regole certe e stabili per l'intero comparto, e avrebbe il solo effetto di allontanare ancora di più gli investitori stranieri. «Aspettiamo con ansia – ha dichiarato Righini - i decreti attuativi, in ritardo di emanazione, che servono a definire le nuove regole del gioco per le misure di incentivazione alla produzione di energia rinnovabile, senza i quali gli operatori onesti non riescono a pianificare i loro business plan». Poco dopo, comunque, la smentita di Saglia. Salvo sorprese, questa volta le associazioni dovrebbero essere state ascoltate.