Condono per le rinnovabili, Romano: «Sono stato frainteso»
Il ministro dell'Agricoltura smentisce di aver mai avuto intenzione di proporre una sanatoria sugli impianti abusivi, ma sottolinea la necessità di «ripristinare la legalità per recuperare le risorse spese nel passato». E tra le soluzioni per affrontare una possibile crisi energetica, ripesca l'opzione nucleare
25 October, 2011
Il ministro delle Politiche agricole Saverio Romano chiude definitivamente a qualunque ipotesi di condono sugli impianti rinnovabili irregolari. Dopo la pioggia di polemiche seguita alle voci di una possibile sanatoria voluta proprio dal suo dicastero, Romano ha affidato a una nota ufficiale la sua replica. «Con riferimento ai recenti articoli relativi al condono per gli impianti elettrici da fonti rinnovabili- si legge nel comunicato - il ministro Saverio Romano precisa di non avere mai parlato di sanatoria tombale degli impianti esistenti e sottolinea che, in materia di politiche energetiche, la competenza è del ministro dello sviluppo economico».
Niente condono, dunque. Romano, però, precisa che «per scongiurare una probabile crisi energetica che il nostro Paese avrà difficoltà ad affrontare, non si possa perdere l'occasione di ripristinare la legalità per recuperare le risorse spese nel passato». La dichiarazione, in effetti, appare un po' sibillina, ma, secondo il ministro, «l'equivoco del condono nasce in un contesto dove futuro e passato si mescolano per preparare il nostro paese ad affrontare con maggiore forza il futuro». Parole ispirate, che non sembrano riuscire a chiarire tutti i dubbi sulle reali intenzioni di Romano, soprattutto per quanto riguarda il riferimento alla necessità di “ripristinare la legalità per recuperare le risorse spese nel passato”.
Il sostegno alle rinnovabili da parte del dicastero guidato da Saverio Romano, comunque, non sembra essere in discussione, anche se lo stesso ministro sottolinea che «da sole non saranno sufficienti a soddisfare una domanda che tornerà a crescere». Come fare, dunque, per fronteggiare la crisi economica che potrebbe investire l'Italia? La ricetta di Romano, incurante del risultato del referendum di giugno, passa anche per il nucleare. «Il Paese – si legge ancora nella nota - deve investire senza ulteriori indugi anche nelle tecnologie nucleari di prossima generazione che risolvono sia il problema delle scorie (non si producono e si bruciano quelle esistenti) sia la disponibilità del combustibile che diventa illimitato e sganciato dalle dinamiche del mercato».