Rifiuti, Pecoraro ascoltato alla Pisana: confermati i due siti, ipotesi di un nuovo impianto di Tmb
Il commissario per la chiusura di Malagrotta ha spiegato come è avvenuta la scelta dei siti e ha messo in guardia i cittadini e gli amministratori che protestano: «E' ovvio che se ci saranno opposizioni o situazioni di difficoltà, Roma andrà in emergenza e ciascuno si assumerà le proprie responsabilità»
26 October, 2011
Il commissario delegato per il superamento dell'emergenza post Malagrotta, il prefetto Giuseppe Pecoraro, è stato ascoltato in commissione Ambiente del Consiglio regionale del Lazio. Al centro dell'audizione - presieduta da Roberto Carlino (Udc) - la decisione, presa ufficialmente lunedì scorso dal prefetto, ma già annunciata alcune settimane fa, di individuare a Quadro Alto-Riano e a San Vittorino Corcolle, nell'VIII municipio di Roma, le due discariche provvisorie che dovranno ricevere i rifiuti della Capitale, di Fiumicino, Ciampino e Città del Vaticano. I siti saranno utilizzati provvisoriamente in attesa della costruzione dell'impianto definitivo di Pizzo del Prete, nel territorio di Fiumicino, entro tre anni.
«E' ovvio che se ci saranno opposizioni o situazioni di difficoltà, Roma andrà in emergenza e ciascuno si assumerà le proprie responsabilità», ha detto Pecoraro. Il commissario ha ricostruito l'iter che ha portato a scartare le aree non idonee tra le 7 individuate da uno studio preliminare della Regione Lazio. Pecoraro, come aveva già spiegato in passato, ha spiegato anche di aver chiesto siti alternativi da Comune e Provincia di Roma, ma di non aver ricevuto indicazioni. «Le aree di Corcolle e Quadro Alto - ha chiarito - sono risultate preferibili per la presenza di volumetrie immediatamente disponibili». Pian dell'Olmo, tra Roma e Riano, non aveva dimensioni sufficienti e l'ampliamento non risultava poter esser agevole.
Pecoraro ha ribadito che nelle due aree individuate si procederà per esproprio e che spera di poter predisporre, in settimana, il provvedimento di occupazione di urgenza. Il commissario, poi, di fronte ai numeri della differenziata a Roma (22% nel 2010 e 24,3% quest'anno) ha auspicato si possa arrivare al 35% nel 2012. «Un conto l'auspicio, un conto la certezza, per cui mi sono preoccupato di individuare siti che ci lasciano tranquilli per 36 mesi». I lavori saranno assegnati con gara europea e i tempi accelerati, ma non saranno derogate norme in materia ambientale. Quanto ai costi, risultano a disposizione due milioni di euro di finanziamento regionale.
Le scelte fatte con l'ordinanza di Pecoraro adottata lunedì scorso, però, sono state contestate dall'opposizione consiliare nel corso dell'audizione in commissione Ambiente. Angelo Bonelli (Verdi) per primo ha sollevato dubbi di legittimità. Il consigliere ha rilevato come il prefetto è tenuto a riferirsi dal decreto del Governo a un piano rifiuti non ancora approvato dal Consiglio e privo di indicazioni sui siti. Il documento è stato varato dalla Giunta Polverini e si trova ora all'esame della commissione Ambiente. «Era difficile inserire la collocazione dei siti alternativi nel piano rifiuti vista l'emergenza - ha obiettato Andrea Bernaudo (Pdl), plaudendo all'operato del prefetto - Non c'è stato un atteggiamento della Giunta mirante a non mettere in condizione il Consiglio ad aver voce, la scelta e' stata obbligata anche dalle procedure di infrazione». Luigi Abate (Lista Polverini) ha sottolineato che il lavoro del prefetto andava fatto per dare un posto ai rifiuti che non possono più esser conferiti a Malagrotta. «L'obiettivo finale però è quello di arrivare a discariche inesistenti utilizzando tecnologie che consentono di avere scarti inerti non destinati allo smaltimento».
Dubbi sono emersi da più parti sulla dislocazione le discariche provvisorie. San Vittorino-Corcolle, come ha sottolineato Filiberto Zaratti (Sel), risulta essere una zona classificata ''R4'', quindi a rischio esondazione. E il consigliere ha ricordato almeno quattro episodi recenti di alluvione. Quanto a Riano invece ci sarebbe contrasto - per Bonelli - sia con il Codice dei beni culturali che con il Piano paesistico regionale. Le opposizioni hanno inoltre fatto riferimento ad un parere negativo, sempre su Quadro Alto, rilasciato nel 2009 dagli uffici regionali. «E' una scelta folle pensare di scaricare i rifiuti di una metropoli di 3 milioni di abitanti in un paese di 10 mila», ha sostenuto Carlo Lucherini (Pd).
Dai numeri forniti da Pecoraro è poi emersa la necessità della realizzazione di un quinto impianto di trattamento meccanico biologico (TMB) affinché non sia conferito il cosiddetto in discarica il ''tal quale'', ovvero il rifiuto non trattato. Infatti la capacità attuale degli impianti TMB esistenti, alcuni dei quali da portare a pieno regime, lascia fuori dal ciclo dei rifiuti circa mille delle cinquemila tonnellate al giorno prodotte da Roma. «Domani avrò una riunione con Acea e Ama per il quinto impianto Tmb - ha detto Pecoraro - Per questo ho voluto parlarne nell'ordinanza. Ci sono mille tonnellate di rifiuti fuori dal conteggio. In attesa di investimenti di aziende per il quinto impianto, domani parleremo di una soluzione temporanea. Per realizzarlo ci vorranno non meno di 12 mesi. Quei metri cubi in più ora vanno a Malagrotta ecco perché siamo in emergenza».