Franca Valeri contro la discarica di Corcolle: «Non si possono seppellire 2.000 anni di storia sotto tonnellate di immondizia»
Lettera aperta dell'attrice sui principali quotidiani contro la scelta del sito nell'VIII municipio. Parlati (Legambiente Lazio): «Ha ragione Franca Valeri, la Regione Lazio non può scegliere di scavare nuove buche senza confrontarsi con nessuno»
31 October, 2011
«Non si possono seppellire 2.000 anni di storia sotto tonnellate di immondizia». E' il passaggio più forte di una lettera aperta dell'attrice Franca Valeri contro la realizzazione della nuova discarica a Corcolle-San Vittorino (VIII municipio), pubblicata a pagamento su un'intera pagina da alcuni dei principali quotidiani.
«La discarica di San Vittorino sorgerà a circa settecento metri in linea d'aria dalla fascia di rispetto della villa di Adriano, monumento straordinario di rara bellezza, unico al mondo, che proprio l'Unesco ha inserito tra i beni patrimonio dell'umanità», scrive l'attrice 91enne, milanese ma romana d'adozione, rivolgendosi al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e ai ministri Michela Vittoria Brambilla (Turismo), Giancarlo Galan (Cultura), Stefania Prestigiacomo (Ambiente) e Saverio Romano (Agricoltura). «Vi scrivo nella mia veste di madrina di Ponte Lupo (un sito della zona risalente 147 a.C., n.d.r) e di cittadina indignata per lo scempio che si ha in animo di compiere ai danni di una porzione del nostro territorio carica di storia, bellezze naturali e cultura da non avere eguali - scrive Valeri -. Mi riferisco a quel pezzo dell'Agro Romano Antico che si trova nell'VIII municipio del Comune di Roma, posto tra il Borgo medievale di San Vittorino e la località Corcolle, che è stato scelto dal commissario prefettizio, Giuseppe Pecoraro, come sito di una immensa discarica per risolvere l'emergenza rifiuti della Regione Lazio dopo la chiusura dell'esausta Malagrotta».
«L'area in questione - continua l'attrice - è la zona dei grandi acquedotti romani, tutelata da numerosi vincoli archeologici, paesaggistici e idrogeologici. Una delibera della Giunta regionale del 2008 l'ha individuata come area da inserire in un progetto di valorizzazione ambientale, culturale e turistica del territorio». «Insieme alla Villa (di Adriano) verrebbero contaminati e degradati i resti monumentali dei grandi acquedotti romani - conclude Valeri - ed è ahimè ancora troppo recente l'immagine del doloroso danno subito da Pompei per dare di nuovo al mondo occasione di indignarsi di fronte alla distruzione di una bellezza unica che il nostro Paese si dimostra riluttante o incapace di proteggere».
Forti perplessità sull'individuazione di Corcolle per la discarica, nei giorni scorsi, erano state espresse anche dal sottosegretario ai Beni culturali, Francesco Giro. Il presidente di Legambiente Lazio Lorenzo Parlati si è detto d'accordo con la Valeri: «Ha ragione Franca Valeri, la Regione Lazio non può scegliere di scavare nuove buche senza confrontarsi con nessuno, senza un piano rifiuti, a Corcolle in un luogo così ricco di storia come a Fiumicino in un'area agricola di valore piuttosto che a Riano affianco alle case». «Per anni – continua Parlati – abbiamo lottato per la chiusura di Malagrotta che significa rompere un monopolio sulla gestione dei rifiuti che non fa bene al Lazio, ora vorremmo poter condividere le scelte della Regione in questa direzione, ma è impensabile fare un'operazione del genere nel chiuso delle stanze dell'istituzione, senza confronto con i cittadini, le parti sociali, semplicemente facendo una croce sopra una mappa, andando a consumare nuovo territorio. È scandaloso, bisogna interrompere questa procedura che porta il Lazio verso il baratro, discutere e approvare il piano rifiuti prima di procedere con la scelta di nuovi siti, capire i quantitativi in gioco, le modalità e i tempi degli interventi per la riduzione, il riuso e la differenziata. Oggi nel Lazio l'80% almeno dei rifiuti vanno a finire in discarica, non si può chiudere Malagrotta creando un'altra Malagrotta, ma solo e unicamente attraverso una moderna gestione dei rifiuti che faccia perno sul porta a porta», ha concluso il presidente dell'associazione.