Congestion charge: attenzione alle troppe deroghe
Le troppe concessioni rischiano di minare il provvedimento su cui palazzo Marino sta lavorando e che andrà in vigore dal prossimo gennaio. Paolo Hutter per La Repubblica ed Eco dalle città.
04 November, 2011
di Paolo Hutter
L’amministrazione comunale sta procedendo ad applicare il programma elettorale sul pedaggio di congestione e che ci siano discussioni e articolazioni è del tutto logico e normale, trattandosi comunque di oneri.
Ma, attenzione: come per le domeniche a piedi, come per tutti i provvedimenti antismog le deroghe rischiano di essere molte, e di ridurre la efficacia del provvedimento. Ci riferiamo, non va dimenticato, a una doppia e necessariamente oscillante efficacia: ridurre il traffico, quindi le emissioni, e la congestione, quindi i rallentamenti dei mezzi pubblici e/o incassare dal traffico privato abbastanza soldi per finanziare il miglioramento della mobilità pubblica, collettiva o ciclistica, sostenibile.
Non si tratta solo di attuare il programma della coalizione vincitrice, che sul punto ecopass non era stato troppo preciso. Ma anche e soprattutto di attuare un mandato referendario che invece era molto dettagliato. A tutti quelli che pensano che la gente abbia votato distrattamente “si” all’aumento del pedaggio va ricordato che comunque quel si ha avuto più voti di Pisapia al ballottaggio e che bastava informarsi un po’ per sapere che i promotori del referendum avevano ipotizzato 5 euro per tutti i veicoli ma addirittura 10 per quelli commerciali.
Parificare la tariffa dei commerciali – che mediamente viaggiano ingombrano e inquinano di più – a quella degli autoveicoli che trasportano persone è già in un certo senso una concessione. A Londra, patria della congestion charge, non ci sono riduzioni per i commerciali. Per i residenti prevedere 40 giornate gratuite all’anno di pedaggio, quando secondo i dati Amat questa dei 40 giorni è già la media attuale di utilizzo, potrebbe essere già una deroga forse troppo forte. Non si potrebbe far pagare almeno un euro anche i primi 40 passaggi, se non altro per equità nei confronti di chi non usa l’auto?
Anche l’idea di concedere la deroga alle auto a metano e gpl è insidiosa, oltre che contradditoria con lo scopo dichiarato di passare dal “pollution charging” al “congestion charging”. Come già diciamo per le domeniche a piedi, le auto a metano e gpl, qualunque cosa si pensi del loro contributo inquinante, sono ormai molte, una percentuale crescente del parco circolante, e possono alimentare un traffico significativo.
Problematica è anche la questione delle moto, che certo occupano meno spazio e producono meno emissioni, ma che potrebbero essere incentivate dalla doppia manovra aumento dei biglietti Atm e aumento pedaggio fino a dominare fastidiosamente tutta la vita del centro storico. Per rispetto di chi non usa i motori privati dovrebbero pagare qualcosa, certo meno delle auto, in proporzione anche meno che in autostrada: ma non gratis.
Le decisioni sul pedaggio nella Cerchia dei Bastioni vanno prese tenendo conto che poi, nei mesi e negli anni a venire, è sempre facile concedere altre deroghe mentre è molto difficile toglierne anche solo mezza. E che la prospettiva, sempre secondo il volere dei cittadini, dev’essere quella di allargare poi l’area del pedaggio alla Cerchia della 90.