La Cina mette al bando le lampadine a incandescenza
A partire da ottobre 2012, in Cina entrerà in vigore il divieto progressivo di commercializzare i “vecchi” bulbi al tungsteno. L'obiettivo di Pechino è di tagliare i consumi annui di 48 miliardi di chilowattora ed evitare l'emissione di 48 milioni di tonnellate di Co2 all'anno
07 November, 2011
La Cina dice addio alle vecchie e inquinanti lampadine a incandescenza. Sull'onda del processo di efficientamento avviato da anni in Europa, anche il governo di Pechino ha deciso di vietare progressivamente l'importazione e la vendita dei bulbi al tungsteno. L'obiettivo è quello di favorire il passaggio alle lampadine a risparmio energetico, in modo da ridurre l'enorme fabbisogno energetico cinese e le emissioni di gas serra legate ai consumi elettrici. Il piano di sostituzione, anticipato dall’agenzia di pianificazione, la National development and reform commission (Ndrc), si articolerà in tre fasi successive, più o meno come quello ancora in corso nei Paesi dell'Ue. Il primo step prevede, a partire dal 1 ottobre 2012, il bando delle lampadine da 100 Watt e oltre, che essendo le più potenti sono anche quelle che consumano di più. Nel 2014 dovrebbe poi toccare ai bulbi da 60 per mettere al bando quelle da 60 Watt, mentre si dovrà aspettare il 2016 per veder sparire dagli scaffali le lampadine meno luminose, quelle da 15 Watt.
Per la definitiva inversione di rotta, insomma, ci vorrà ancora qualche anno, ma l'annuncio della Ndrc è comunque un segnale importante. La Cina, infatti, è il più grande produttore al mondo di lampadine a incandescenza, e solo nel 2010 sono usciti dalle sue fabbriche ben 3,85 miliardi di bulbi al tungsteno. La scelta di Pechino, comunque, sembra fondata anche su solide basi economiche. Il gigante asiatico, infatti, detiene il primato produttivo anche sul versante delle lampadine ad alta efficienza. L'85% delle luci a Led fabbricate nel 2010 su scala mondiale, ad esempio, sono proprio di provenienza cinese.
La notizia dell'imminente rivoluzione nel settore dell'illuminazione made in China è stata salutata con entusiasmo dal vicedirettore del programma di Sviluppo delle Nazioni Unite (Undpl), Christophe Bahuet. «Il phasing-out delle lampade ad incandescenza in Cina non solo promuoverà il progresso della tecnologia di illuminazione e la riqualificazione del settore dell’illuminazione – ha commentato - ma darà anche un contributo positivo nei confronti dei nuovi obiettivi di risparmio energetico nazionali, riducendo le emissioni». Proprio su questo fronte, Pechino ha già annunciato gli obiettivi del piano: ridurre i consumi elettrici nazionali di 48 miliardi di kilowattora all’anno e tagliare le emissioni annue di Co2 di 48 milioni di tonnellate.