Australia, approvata la carbon tax
A partire da luglio 2012, le 500 aziende australiane più inquinanti dovranno pagare un'imposta di 23 dollari per ogni tonnellata di anidride carbonica emessa. La carbon tax dovrebbe restare in vigore 3 anni, per poi lasciare il posto a un sistema di mercato delle emissioni “cap and trade”
08 November, 2011
La carbon tax australiana è legge. Dopo la recente approvazione della Camera, anche il Senato ha approvato il provvedimento, che prevede il pagamento di un'imposta di 23 dollari australiani per ogni tonnellata di Co2 emessa dalle 500 aziende più inquinanti del Paese. Il provvedimento entrerà in vigore a partire da luglio 2012 e rappresenta solo uno step di avvicinamento al sistema di mercato delle emissioni, del tipo "cap and trade", che dovrebbe essere introdotto nel 2015. Il meccanismo definitivo prevede infatti che venga fissato un tetto massimo di Co2 da emettere su scala nazionale, che un'Autorità nazionale provvederà poi a suddividere tra le varie aziende. Le quote saranno quantificate in “crediti di carbonio”, che potranno essere commercializzati. In altri termini, le imprese che non riusciranno a mantenersi entro il proprio tetto massimo (il “cap”, appunto), dovranno acquistare crediti da quelle che avranno “risparmiato” emissioni.
Fino ad allora, comunque, il sistema di contenimento delle emissioni in vigore sarà quello appena approvato al Parlamento, fortemente voluto dal premier Julia Gillard, che è riuscita a far passare la sua proposta di carbon tax nonostante le feroci contestazioni da parte dell'opposizione. I “grandi inquinatori” che dovranno sborsare l'imposta sui gas serra sono per lo più produttori di carbone, imprese siderurgiche, compagnie aeree. L'Australia è il paese con il valore pro capite più alto di emissioni di gas serra, dovute soprattutto alla forte peso del coke nella produzione di energia elettrica. Il governo Gillard si è impegnato a ridurre le emissioni del 5% rispetto ai livelli del 2000 entro il 2020.