Rinnovabili termiche, Assotermica: «Necessario un Conto energia»
Non si placano le proteste delle associazioni per le modifiche in arrivo al sistema di incentivazione dell'efficienza energetica e delle rinnovabili termiche. Ora è la volta di Assotermica, che chiede di varare uno specifico Conto energia, come previsto dal decreto Romani
08 November, 2011
L’associazione Assotermica-Anima, che nell'ambito di Confindustria si occupa dei settori dell’efficienza energetica e delle rinnovabili termiche, attende «con interesse» di conoscere il testo definitivo del maxi-emendamento alla Legge di Stabilità, in questi giorni in discussione al Consiglio dei ministri. Il tema che più sta a cuore agli addetti ai lavori, naturalmente, è la proroga triennale delle detrazioni fiscali per gli interventi di riqualificazione energetica degli edifici, più volte annunciata dal Governo. A preoccupare l'associazione sono soprattutto le anticipazioni circolate nei giorni scorsi sui contenuti del provvedimento. Assotermica, in particolare, esprime la propria contrarietà «all’ipotesi di abbassare al 41% l’incentivo per le caldaie a condensazione al di sotto dei 35 kilowattora». Secondo l'associazione, la misura sarebbe priva di una ragione tecnica a supporto e finirebbe col penalizzare gli impianti di riscaldamento autonomi che invece, sottolinea Assotermica-Anima, sono tra gli interventi incentivati con il miglior rapporto costi-benefici. «Introducendo una differenziazione economica come il 41%, se non addirittura il 39%, si favoriscono alcune tecnologie a discapito di altre - ha commentato Paola Ferroli, presidente dell'associazione – Ancor peggio, si crea confusione attorno a un meccanismo complesso che avevamo chiesto di semplificare e che, a quanto pare invece, ci ritroviamo ancora più complicato di prima».
Un'altra perplessità riguarda la scarsa efficacia degli incentivi per il settore della condensazione, che in altri Paesi europei appare più sviluppato rispetto all'Italia. Secondo Assotermica, anche questo comparto avrebbe bisogno di politiche di sostegno strutturali e continue nel tempo, che riuscirebbero a garantire, oltre al raggiungimento degli obiettivi di risparmio energetico, anche significativi vantaggi sul piano occupazionale. Un'altra osservazione riguarda la tempistica del nuovo “bonus efficienza”. «Se il 55% venisse reintrodotto – ha precisato Alberto Montanini, vicepresidente Assotermica – chiediamo sia sviluppato su cinque o dieci anni a scelta dell’utente e che sia esteso ad una base più ampia di soggetti, quali enti e soggetti pubblici che hanno patrimoni immobiliari tanto ingenti quanto vetusti e dotati di impianti obsoleti oltre che altamente inquinanti».
La ricetta più efficace per garantire lo sviluppo del comparto, comunque, per gli operatori rimane quella di un sistema simile al Conto energia in vigore per le rinnovabili elettriche. Un passaggio, tra l'altro, già previsto dal cosiddetto “decreto Romani”, il numero 28/11. Secondo Assotermica-Anima, a fronte di uno sforzo contenuto sulla bolletta energetica degli italiani si potrebbe definire uno strumento che «in termini di marketing, di confidenza dell'industria e di impatto territoriale contribuirebbe alla diffusione di tecnologie quali il solare termico, i generatori di calore a condensazione, i sistemi di produzione combinata di energia termica ed elettrica e le pompe di calore, nel rispetto degli obblighi che la Comunità europea ci pone». Per discutere del futuro delle rinnovabili termiche, l'associazione ha organizzato, per mercoledì 9 novembre, un evento dal titolo “Fonti rinnovabili termiche ed efficienza energetica: le scelte del Parlamento”, in programma a Palazzo Marini a partire dalle ore 14.