Rinnovabili, Wwf:
L'associazione ambientalista replica all'Agenzia internazionale dell'energia, che ha appena pubblicato il World energy outlook 2011. Secondo il Wwf, gli obiettivi non sono abbastanza ambiziosi, mentre occorre una spinta più decisa verso le rinnovabili
09 November, 2011
È possibile arrivare al 100% di energia rinnovabile entro il 2050. Lo sostiene il Wwf, commentando l'edizione 2011 del World energy outlook appena pubblicato dall'Agenzia internazionale dell'energia. Secondo l'Associazione ambientalista, l'Aie avrebbe dovuto indicare obiettivi più ambiziosi per la strategia energetica internazionale. «L'Agenzia sostiene che entro il 2035 circa metà della nuova capacità energetica globale proverrà dalle energie rinnovabili – commenta Mariagrazia Midulla, responsabile clima ed energia del Wwf Italia - Un obiettivo certamente non ambizioso, perché secondo il nostro Energy report è possibile arrivare al 100% di energie rinnovabili entro il 2050».
Troppo basse, inoltre, le stime sull'andamento del prezzo del petrolio contenute nel World energy outlook 2011 best replica watches, secondo le quali il costo globale del greggio salirà di poco nei prossimi 20 anni. «Le economie emergenti produrranno tre miliardi di nuovi consumatori – continua Midulla - Se questi usassero combustibili fossili ai ritmi in cui li utilizziamo oggi, i prezzi del petrolio, così come le emissioni di CO2, avrebbero un picco mai visto». Su una cosa, però, l'associazione ambientalista concorda con l'Aie: l'alternativa al carbone e al petrolio non può essere rappresentata dal gas. «Perché riconvertire la produzione di energia verso il gas in assenza di altre misure per promuovere prioritariamente il risparmio energetico e le rinnovabili – osserva Midulla - potrebbe portare il mondo a un riscaldamento globale di oltre 3,5 gradi centigradi».
La ricetta proposta dal Wwf, invece, prevede l'adozione di politiche severe in materia di efficienza energetica e un forte incremento delle fonti rinnovabili. A partire dai Paesi in via di Sviluppo, per i quali l'energia low carbon potrebbe rappresentare un'autentica svolta. «Costerebbe meno di 50 miliardi di dollari all'anno portare servizi energetici di base e fonti rinnovabili alle circa tre miliardi di persone che oggi ne sono prive - conclude l'attivista del Panda - In confronto, le importazioni di petrolio di Europa e Stati Uniti sommate insieme costano dodici volte tanto».