Emissioni in aumento, l'invecchiamento della popolazione ci salverà?
Secondo un'indagine demografica realizzata in Germania da un ricercatore italiano, il progressivo aumento dell'età media potrebbe contribuire a ridurre le emissioni globali di gas serra. Dopo i 65 anni, infatti, un individuo inquina di meno, ma gli effetti di questo fenomeno potrebbero manifestarsi solo dal 2050
11 November, 2011
Un aiuto insperato nel contrasto al continuo aumento delle emissioni di gas serra, pur se solo dopo il 2050, potrebbe giungere dall'invecchiamento della popolazione. Lo sostiene uno studio (vedi allegato) pubblicato sulla rivista Demography e realizzato dal Max Planck Institute for demographic research di Rostock. A condurre la ricerca, in particolare, è stato uno dei tanti cervelli in fuga dal nostro Paese: il ricercatore italiano Emilio Zagheni, emigrato in Germania in cerca di lavoro. Secondo la sua indagine, le emissioni di CO2 di un individuo iniziano a diminuire, mediamente, intorno ai 65 anni di età, soprattutto a causa dei ridotto uso di mezzi di trasporto inquinanti come l'automobile o l'aereo. Anche il consumo di elettricità e di gas, sostiene il demografo, si ridimensiona con l'arrivo della vecchiaia.
L'effetto di riduzione dei gas serra potrebbe però avvertirsi soltanto a lungo termine. Nei prossimi quattro decenni, infatti, l'innalzamento dell'età media determinerà invece un peggioramento della situazione, causato soprattutto dall'allungamento della vita. A partire dal 2050, però, la situazione dovrebbe ribaltarsi, permettendo di assistere a un progressivo calo delle emissioni. La riduzione per effetto dell'invecchiamento generale potrebbe attestarsi, secondo Zagheni, addirittura intorno al 20%, ma dipenderà anche dalle scelte di comportamento delle future generazioni. «È possibile che alcuni comportamenti come guidare un'auto siano più diffusi in futuro e ciò potrebbe ridurre gli effetti benefici dell'invecchiamento sulle emissioni – spiega il ricercatore - O, al contrario, è possibile che le nuove generazioni siano più attente ai problemi ambientali, e ciò possa amplificare gli effetti positivi dell'invecchiamento».
Per ora, quindi, si tratta solo di un'ipotesi, anche se i dati sembrerebbero dimostrare che le società più anziane tendono a produrre una quantità inferiore di gas serra, almeno tra i Paesi occidentali. Negli Stati Uniti e nelle società con simili modelli di consumo, infatti, nell'età della pensione si producono in media 14,9 tonnellate annue di gas serra a testa. Una quantità che cala progressivamente fino agli 80 anni, quando di attesta intorno alle 13 tonnellate. Con una umanità sempre più vecchia (secondo le Nazioni Unite, la percentuale di over 65 nel mondo passerà dall'attuale 8% al 13% del 2030, ndr), dunque, è possibile che i livelli di emissione pro capite tendano a diminuire. Resta da capire quanto queste previsioni possano rivelarsi affidabili, dal momento che il sistema economico globale potrebbe attraversare, nei prossimi decenni, una fase di profondo cambiamento. E che l'età della pensione, soprattutto, sembra destinata ad innalzarsi ben oltre i 65 anni.