Rifiuti: Scampia, la rivoluzione comincia porta a porta | Video
Il quartiere simbolo della munnezza napoletana non ci sta più: la raccolta differenziata porta a porta è cominciata e sta dando ottimi risultati. Ornella Capezzuti di WWF Campania ci racconta la reazione del quartiere e lancia nuovamente un appello al Comune di Napoli: “Servono gli impianti di compostaggio”
11 November, 2011
di Elena Donà e Silvana Santo
A Scampia il porta a porta funziona: lo dice l'Asia, che lo gestisce, ma soprattutto lo dicono i napoletani e gli ambientalisti: “Confermiamo le dichiarazioni di Raphael Rossi: a Scampia la risposta è stata straordinaria – ci racconta al telefono Ornella Capezzuto, ex Presidente WWF Campania, e ora responsabile del Settore Rifiuti. “C'è stato un progresso enorme in un quartiere così degradato. La gente a Scampia non era abituata a sentir parlare di raccolta differenziata, ma ha imparato in fretta”.
Non solo: stiamo parlando del quartiere simbolo della munnezza napoletana, quello dove sono state scattate le foto che hanno fatto il giro del mondo. Un rione che in realtà è una cittadina di medie dimensioni, con i suoi circa 40mila abitanti (secondo l'ultimo censimento, ora probabilmente sono molti di più, ndr) ospitati in edifici costruiti per lo più tra gli anni '70 e '90, quando le campagne della zona (per alcuni, il termine Scampia deriva da "luogo piano" , mentre altri lo fanno derivare addirittura da "scampagnata", ndr) furono sacrificate in nome dell'urbanizzazione pre e post terremoto dell'Irpinia. Una delle zone con la più alta densità abitativa di tutta Napoli, quasi 9.800 abitanti per chilometro quadrato, con un tasso di disoccupazione superiore al 60% della popolazione attiva e un'alta penetrazione della criminalità organizzata, come ha raccontato, tra l'altro, anche Roberto Saviano nel suo "Gomorra". Ma Scampia è anche l'area urbana a più alta densità d'associazionismo d'Italia (guarda il documentario online "L'altra Scampia", realizzato da Andrea Ranalli), un luogo dove la ricerca della normalità richiede spesso più impegno che altrove.
Sarà anche per questo che i residenti non ne possono più di vedere il proprio quartiere assunto a icona di degrado e inciviltà. “Chi vive qui ha sperimentato sulla propria pelle cosa vuol dire vivere in strade sommerse di rifiuti. Nessuno vuole tornare indietro. Sono gli stessi abitanti del quartiere a chiedere che vengano fatti i controlli, e che siano multati quelli che la raccolta non la fanno o non la fanno bene. C'è fiducia nell'azienda di raccolta, anche da parte dei cittadini, che vogliono collaborare nell'interesse comune”.
Per ora niente multe? “No, perché il porta a porta è ancora in rodaggio nel quartiere; è una novità che ha rivoluzionato le abitudini dei residenti, quindi per ora l'azienda fornisce tutto il supporto possibile nell'accompagnamento. Per esempio, Asia applica un sistema di “bollini” per avvisare i condomini sulla qualità della raccolta, in modo che le famiglie che li abitano sappiano se stanno facendo bene o male”.
Il WWF Campania ha collaborato con Asia curando la campagna informativa, per contenere il più possibile gli errori di conferimento: un lavoro che per ora sta dando ottimi risultati, ma che non va abbandonato. “Il porta a porta necessita di informazione continua, non bisogna mai abbassare la guardia. E' un miglioramento graduale, ma la comunicazione non va mai abbandonata”.
Sempre a Napoli, ci eravamo già occupati del “turismo dei rifiuti”: quel meccanismo per cui i recidivi, quelli che proprio della differenziata non ne vogliono sapere, preferiscono ignorare le campane colorate sotto casa, riempirsi la macchina di sacchetti di rifiuti e depositarli nel primo cassonetto libero nel quartiere vicino, dove la differenziata ancora non si fa. A Scampia succede ancora? “In minima parte sì, purtroppo è fisiologico. Ma capita sempre meno, ed è un fenomeno che si limita proprio con l'estendersi del porta a porta: ora siamo solo all'inzio ma quando queste persone dovranno farsi km per liberarsi dei propri rifiuti, cominceranno a capire che conviene usare i contenitori sotto casa”.
Insomma, buone notizie: ma per il WWF, che nelle battaglie per la raccolta differenziata di Napoli ha investito mesi e mesi, c'è ancora un punto estremamente importante da risolvere: gli impianti di compostaggio. Il Comune ha in programma la costruzione di 2 o 3 impianti nel solo territorio di Napoli nei prossimi mesi, ma gli intoppi burocratici frenano l'avvio dei lavori. “L'apertura degli impianti di compostaggio è fondamentale, e deve essere fatta al più presto – conclude Ornella Capezzuto – In un quartiere come Scampia, che conserva ancora zone agricole nelle vicinanze, un impianto simile servirebbe non solo per l'umido organico, ma anche per gli sfalci e le potature, che certo non mancano. Insomma, ottimi risultati ma c'è ancora da lavorare e gli impianti di compostaggio sono una priorità”.
La buona reazione della comunità di Scampia viene testimoniata anche dal personale della municipalizzata napoletana, che qualche settimana fa, a distribuzione dei kit per la differenziata ancora in corso, ha pubblicato un video nell'ambito della campagna di sensibilizzazione web "Tv senza spazzatura". Oltre alle voci dei dipendenti Asia, il filmato raccoglie la testimonianza di alcuni residenti del quartiere, inferociti per il fenomeno del "turismo dei rifiuti".
A Scampia, dove tutti fanno la differenziata - da Gazzetta dello Sport Altri Mondi del 04.07.2011