Rinnovabili ed efficienza, varato il burden sharing: ecco le quote obbligatorie regione per regione
Il Governo uscente ha approvato due provvedimenti in materia di energia, il primo dei quali riguarda il cosiddetto “burden sharing regionale”, ovvero la suddivisione regione per regione degli obblighi previsti dal pacchetto 20-20-20. Stralciata invece dalla Legge di stabilità la proroga delle detrazioni per efficienza energetica e rinnovabili termiche
14 November, 2011
Due novità dell'ultim'ora, in materia di fonti rinnovabili. Prima di chiudere definitivamente l'esperienza di governo, il Consiglio dei ministri ormai decaduto ha approvato due dei tanto attesi decreti attuativi in materia di fonti energetiche a basso tenore di carbonio. A illustrarne i contenuti è stato Stefano Saglia, sottosegretario uscente allo Sviluppo economico, che ha spiegato che il primo dei due provvedimenti riguarda il cosiddetto “burden sharing”, ovvero la suddivisione regionale degli obiettivi di sviluppo delle fonti rinnovabili al 2020. «Con il decreto sul burden sharing – ha spiegato Saglia - abbiamo istituito un Osservatorio stabile che attua una collaborativa osmosi di informazioni tra Stato e Regioni». Inoltre, ha aggiunto l'ormai ex sottosegretrario, diventerà «vincolante fare efficienza energetica».
Per quanto riguarda la quota di energia prodotta da fonti rinnovabili, ad esempio, il decreto assegna la percentuale più alta, il 52,1% entro il 2020, alla Valle D'Aosta, seguita dalle Provincie autonome di Bolzano (il 36,5%) e di Trento (35,5%). Al centro-sud, invece, spiccano gli obiettivi di Molise e Basilicata, a cui toccano rispettivamente percentuali del 35 e del 33,1%. Molto meno ambiziosi gli obiettivi dell'Emilia-Romagna, che chiude la lista con l'8,9% di energia verde al 2020. Le tabelle (vedi allegato) ripartiscono tra le regioni anche i consumi energetici complessivi indicati dal Pan (Piano di azione nazionale per le energie rinnovabili) e quelli legati al settore dei trasporti.
L'altro decreto riguarda invece l'import di energia dall'estero. Il provvedimento, in particolare, «definisce le modalità e i criteri per le importazioni di energia elettrica nell'anno 2012 – ha precisato Saglia - Viene introdotto il ricorso alle procedure concorsuali con l'introduzione del meccanismo del market coupling per l'assegnazione della capacità giornaliera». Nessuna traccia, per il momento, del temuto taglio del 15% agli incentivi per le fonti rinnovabili, ma neanche della proroga agli incentivi per le rinnovabili termiche e per gli interventi di efficienza energetica, che è stata stralciata all'ultimo momento dal maxi-emendamento alla Legge di stabilità. Secondo le indiscrezioni che circolavano ormai da settimane, il provvedimento avrebbe dovuto abbassare il bonus fiscale massimo dall'attuale 55 al 52%, differenziando l'aliquota a seconda del tipo di intervento realizzato.
Le misure, che sostituirebbero la detrazione del 55% in scadenza a fine 2011, erano attese nella Legge di stabilità, e la loro assenza nel testo varato nei giorni scorsi ha suscitato preoccupazione nelle associazioni di settore. Secondo R.ETE. Imprese Italia, ad esempio, si è trattato di «un errore gravissimo», ma Confartigianato ritiene che sia ancora possibile rimediare entro la fine dell'anno. «Monti conosce bene l’agenda 20-20-20 e l’impegno europeo sul fronte della riduzione delle emissioni di gas serra e quindi dell’efficienza energetica in tutti i settori, edilizia anzitutto – ha dichiarato Samuele Broglio, responsabile dell'area serramenti per l'associazione - Questo ci porta ritenere che è ancora possibile una proroga delle detrazioni fiscali per gli interventi di risparmio energetico».
In allegato, le tabelle con la suddivisione delle quote tra le Regioni (fonte: Il Sole 24 Ore)