Incentivi fotovoltaico, la promessa del Gse: da gennaio basta ritardi
Il Gestore dei servizi energetici garantisce che entro la fine dell'anno riuscirà a smaltire il lavoro arretrato e a recuperare puntualità nella erogazione dei sussidi previsti dal Quarto conto energia. I ritardi sono stati causati dall'alto numero di domande e dalle incertezze normative
24 November, 2011
A partire dal gennaio 2011, il Gestore dei servizi energetici (Gse) dovrebbe essere di nuovo in grado di erogare gli incentivi per il fotovoltaico nei tempi previsti dalla legge, ovvero i 120 giorni previsti per la valutazione delle richieste e l’erogazione della tariffa incentivante. Un termine che in questi mesi non è stato rispettato, spiega in una nota lo stesso Gestore, a causa dell'alto numero di domande presentate. «Il rilevante numero di richieste pervenute al Gse negli ultimi mesi, 25mila solo nel mese di giugno, incluse le domande di iscrizione al registro “grandi impianti”, e che tuttora continuano ad arrivare (in media 18 mila al mese), ha determinato – si legge nel comunicato - un inevitabile rallentamento dei tempi di analisi».
A peggiorare la situazione, spiega il Gse, anche da alcune incertezze legate alle novità normative introdotte dal decreto 5 maggio 2011 (il cosiddetto decreto Romani, ndr), come quelle relative al premio del 10% per gli impianti che utilizzano componenti realizzati nella Ue che, in molti casi, hanno determinato, da parte degli operatori, l’invio di richieste incomplete e successive domande di integrazione. Una situazione, insomma, piuttosto ingarbugliata, che ha costretto il Gestore «all’adeguamento dei sistemi informatici, al potenziamento delle risorse e della capacità di lavoro al fine di recuperare l’arretrato».
Da gennaio, comunque, la musica dovrebbe cambiare, e i ritardi nell'erogazione dei sussidi dovrebbero diventare solo un brutto ricordo. Nel frattempo, il Gse si dichiara «consapevole del disagio che tale ritardo sta arrecando agli operatori e confida nella comprensione degli stessi, consapevoli della complessità della situazione che il Gse si è trovato a fronteggiare».