Incenerimento rifiuti in Puglia, le accuse di Altraeconomia
In attesa di una risposta della Regione Puglia pubblichiamo il testo dell’articolo di Altreconomia che sarà presente sul numero di dicembre: l’accusa alla regione “di aver investito sul ciclo dei rifiuti, non per ridurli ma per bruciarli”. Di seguito correliamo alcune delle notizie che abbiamo divulgato in merito
25 November, 2011
In occasione della terza edizione della Settimana europea per la riduzione dei rifiuti, in programma dal 19 al 27 novembre 2011, Altreconomia ha anticipato i contenuti di un reportage sui rifiuti pugliesi, in uscita sul numero di dicembre della rivista. Secondo la testata, “la Puglia ha scelto di “investire” sul ciclo dei rifiuti, non per ridurli ma per bruciarli. Mentre la raccolta differenziata langue sotto il 20 per cento (18,01% il dato medio nel 2011), sono quasi ultimati i lavori per la realizzazione dei 6 impianti che trasformeranno i rifiuti solidi urbani in combustibile da rifiuti (Cdr). Sono tutti realizzati da Cogeam, società partecipata dal gruppo Marcegaglia, e saranno in grado di trattare quasi 900mila tonnellate di rifiuti, trasformati in circa 400mila tonnellate di Combustibile da rifiuto. In Puglia, però, l'unico inceneritore adatto attivo è a Massafra (in provincia di Taranto) ed è gestito da Appia Energy, gruppo Marcegaglia. Può accogliere un massimo di 25mila tonnellate. Altre 98mila finiranno nell'inceneritore che Eta spa (sempre gruppo Marcegaglia) sta costruendo nelle campagna tra Manfredonia e Cerignola (Fg), in mezzo ai campi di carciofi, grazie anche ad un contributo pubblico di 15 milioni di euro. Ma questi due impianti non bastano. Il cantiere del terzo, a Modugno (Ba), è sotto sequestro giudiziario”. Su questo punto, in realtà, è intervenuto proprio ieri il parere della commissione di Valutazione di Impatto Ambientale della Regione Puglia, che ha dato parere negativo e ha scelto definitivamente di chiudere questo cantiere (leggi qui l’articolo).
Rprendendo il testo dell’articolo di Altraeconomia mette in evidenza la destinazione finale del combustibile da rifiuto (cdr) nei cementifici. “Lo smaltimento del Cdr chiama in causa anche i cementifici, nei cui forni il Cdr prende il posto del carbone o del pet-coke. Questi impianti si trasformano, secondo la definizione di legge, in co-inceneritori. Lo è già quello di Barletta (Bat), gestito da Buzzi Unicem. A Taranto, invece, lo sta diventando l'impianto Cementir (gruppo Caltagirone), che grazie anche a fondi Bei (Banca europea d'investimenti) sta trasformando l'impianto per renderlo in grado di “accogliere” i rifiuti. Questo sistema, frutto di una gestione commissariale iniziata nel 1994, funziona solo se i cittadini pugliesi continuano a produrre rifiuti: per questo siamo stati a Conversano e Mola di Bari, due dei 21 Comuni del bacino BA5. Obbligati, per legge, a conferire a Cogeam almeno 470 tonnellate di rifiuti al giorno. Ogni tonnellata frutterà 125,76 euro a Cogeam, 21,5 milioni di euro all'anno".