Burgin (A21): «Durban riconosca il ruolo degli enti locali nelle politiche per il clima»
Intervista di Eco dalle Città al presidente del Coordinamento Agende21 Locali italiane, in occasione della conferenza Onu sul clima. Burgin spera che il vertice di Durban sottolinei una volta di più l'importanza delle politiche locali, ma non nasconde il suo pessimismo generale
29 November, 2011
La conferenza Onu sul clima in corso a Durban, in Sudafrica, apre nuovi scenari sulle politiche in materia di adattamento e mitigazione degli effetti del cambiamento climatico. Una sfida che coinvolge anche gli Enti locali. Eco dalle Città ha raggiunto al telefono Emanuele Burgin, presidente del Coordinamento Agende 21 Locali italiane, nonché assessore all'Ambiente della Provincia di Bologna.
Presidente, quali sono le aspettative del Coordinamento verso la COP17 in corso a Durban?
Siamo spettatori molto interessati della conferenza sul clima, perché uno degli aspetti fondamentali nel contrasto degli effetti del cambiamento climatico è proprio il ruolo degli enti locali, la cui importanza è stata riconosciuta fin dai tempi della conferenza di Rio del 1992. È per questo che facciamo il tifo affinché questo ruolo sia sottolineato ancora una volta nel documento conclusivo di Durban, per rendere gli enti locali sempre più protagonisti delle politiche climatiche del dopo-Kyoto.
A proposito di politiche climatiche delle amministrazioni locali, qual è il suo giudizio generale per quanto riguarda l'Italia?
Gli enti locali italiani hanno fatto moltissimo, ma il contesto si è fatto progressivamente sfavorevole. Dopo il fallimento del vertice di Copenaghen mi sembra che sia tramontata la stagione degli accordi globali che si era aperta all'epoca del Protocollo di Kyoto. Tutto questo si ripercuote inevitabilmente sulle politiche locali, perché sta praticamente naufragando l'idea della mitigazione del cambiamento climatico perseguita con il contributo di tutti. Anche laddove si riescono a promuovere politiche lungimiranti, tra l'altro, mi sembra che la chiave di lettura non sia tanto quella di far del bene al Pianeta, ma soltanto di raggiungere gli obiettivi vincolanti per non rimetterci dei soldi.
Traccia un quadro molto pessimistico...
In effetti confesso che al momento non sono molto ottimista. Quanto a Durban, dubito che si esca dal vertice con un accordo per il dopo Kyoto, non mi sembra che ci sia la volontà per un nuovo trattato.
E per quanto riguarda l'Italia? Come giudica la politica nazionale in materia di cambiamento climatico?
In Italia, semplicemente, manca la parola “clima”. E anche nei rari casi in cui appare, viene declinata solo in termini di riduzione delle emissioni o di risparmio energetico. Non esiste una strategia di adattamento agli effetti del cambiamento climatico, ogni volta c'è un piagnisteo ricorrente quando il cielo manda giù un diluvio, ma dopo due settimane finisce tutto. Abbiamo un territorio con molti problemi, ma questo non dipende solo dal malgoverno: gli effetti del riscaldamento globale ormai iniziano a farsi sentire, per cui dovremmo al più presto ricorrere ai ripari.
Adesso abbiamo un nuovo ministro dell'Ambiente: che aspettative ripone in lui Agenda 21 Locale?
A Corrado Clini vanno i nostri auguri sinceri, è sicuramente una persona molto competente, ha un profilo decisamente tecnico, con tutto quello che ne consegue nel bene e nel male. Ci sembra molto sensibile al tema delle emissioni e del cambiamento climatico, anche se sarebbe meglio che non parlasse di nucleare. La riduzione dei gas serra si può ottenere anche in altri modi.