Come risolvere i problemi di controllo e responsabilità nella raccolta “porta a porta”. Transponder e Gps
Controllo e responsabilità nella raccolta "porta a porta". Chi ha ragione? Mancato svuotamento dei mastelli da parte degli operatori o sono i cittadini a non rispettare gli orari di esposizione?. La soluzione: uso di tecnologia a basso costo e senza brevetto. Gps e Transponder. La parola ad Attilio Tornavacca, esperto di raccolta differenziata.
29 November, 2011
A Rutigliano (Bari) dal 1 novembre è attivo il sistema di raccolta domiciliare porta a porta. Sono emersi, però, dei problemi relativi alle responsabilità soggettive e ai controlli sulla raccolta differenziata. Secondo gli operatori di Rutigliano alcuni cittadini probabilmente hanno esposto i mastelli al di fuori della fascia oraria stabilita, e comunque dopo l’avvenuto passaggio del camion addetto alla raccolta. La stessa ditta non ha escluso che alcuni mastelli (in particolare della plastica e dell’indifferenziato) non siano stati svuotati perché posti dietro ad alcune auto e dunque coperti alla vista.
Chi ha ragione? Secondo il regolamento comunale è l’amministrazione, nei casi più gravi e recidivi, l’unico soggetto deputato a comminare delle multe in base alle segnalazioni degli operatori. In altre parole, è l'amministrazione a dover decidere, di chi sia la responsabilità: se dei cittadini che non rispettano le regole o al contrario degli operatori che non ritirano i rifiuti.
Eco dalle città ha interpellato Attilio Tornavacca, direttore di Esper (Ente di Studio per la pianificazione sostenibile dei rifiuti), esperto di raccolta differenziata e di pianificazione comunale, riguardo alle possibili soluzioni di questo problema.
LE TECNOLOGIE CHE EVITANO LE CONTROVERSIE
Dottor Tornavacca,come si possono evitare situazioni come questa che abbiamo descritto, e soprattutto come individuare le responsabilità?
La responsabilità, per essere individuata, va accertata, e a questo scopo sarebbe bene avvalersi di tecnologie che ormai si stanno facendo spazio nel settore. In particolare mi riferisco al sistema di tracciabilità dei conferimenti e della posizione dei mezzi di raccolta. La tecnologia gps, infatti, e quindi il rilevamento della posizione satellitare del mezzo di raccolta, consente al comune di avere un tracciato della posizione effettiva dei mezzi di raccolta (ma anche di quelli di spazzamento) e dunque di verificare se il mezzo è effettivamente passato in quelle strade in quel dato orario, e quindi se il mancato svuotamento del contenitore o del sacchetto sia da imputare al cittadino o all’azienda, dato che a priori non è possibile saperlo. Il mezzo ad esempio può essere passato ma non aver svuotato quel singolo contenitore.
Come si fa allora a controllare il singolo svuotamento?
Nel momento in cui si acquista tutta la dotazione di contenitori e dunque i kit che vengono poi distribuiti ad ogni famiglia (mastelli o, nel caso di condomini, bidoni), è importante scegliere contenitori che siano dotati di transponder, praticamente un piccolo chip di tipo “rfid” che sarà letto da un apposito strumento in dotazione agli operatori Ascit al momento del ritiro del sacchetto, tra l’altro di uso ormai molto largo, soprattutto nella grande distribuzione.
Parliamo di tecnologia a basso costo, su cui non ci sono brevetti e quindi non è possibile alcuna speculazione?
Certo, anche perché i costi, proprio perché non ci sono brevetti e questa tecnologia si sta espandendo un po’ in tutto il settore, sono crollati negli ultimi anni. Qualche anno fa i transponder fissi costavano 4 o 5 euro al pezzo, oggi arrivano a costare 50 centesimi al pezzo. Quindi su un mastello che può costare 6, 7, 10 euro, avere anche il transponder in realtà non muta sostanzialmente il costo, e invece consente al comune, e anche al gestore nei confronti dei propri operatori, di verificare l’effettiva erogazione del servizio. Questo sul versante del controllo dell’azienda. Tuttavia c’è anche da pianificare e mettere in atto un controllo sugli utenti, e questa cosa va fatta innanzitutto non sanzionando i primi comportamenti errati bensì segnalandoli.
CONTROLLO SUGLI UTENTI E RESPONSABILITA' DEGLI OPERATORI
Cosa vuol dire questo, all’atto pratico?
Gli operatori dovrebbero essere adeguatamente formati e istruiti a non raccogliere il sacchetto anche nel giorno sbagliato, perché rischiano di alimentare ulteriori comportamenti erronei. Se io vedo che di fronte alla mia abitazione un’altra famiglia ha esposto il sacchetto nel giorno sbagliato ma quel sacchetto viene ugualmente ritirato, il giorno dopo mi sentirò anch’io autorizzato a farlo. Non si devono quindi assecondare i comportamenti sbagliati ma segnalarli al cittadino, ad esempio con l’utilizzo di un adesivo, che la prima volta può essere giallo (così noi abbiamo fatto a Napoli, ad esempio, sfruttando la simbologia del semaforo, per intenderci) e poi, se il comportamento non corretto si ripete, sarà rosso. Dopo aver segnalato il comportamento non corretto almeno un paio di volte (soprattutto nelle fasi iniziali, quando la gente non è ancora abituata), a quel punto è legittimo pensare anche a delle multe. Che però vanno inflitte solo se prima è stato modificato il regolamento comunale, così che l’addetto al servizio di vigilanza sia legittimato a sanzionare. Molti comuni, ahimé, in Puglia (è il caso dell’ATO Brindisi 2), sono partiti prima con il servizio porta a porta e solo dopo hanno pensato ad aggiornare il regolamento comunale. Non so se questo è il caso di Rutigliano o meno, ma, se così è, è importante che il Comune corra ai ripari, perché altrimenti rischia di comminare delle multe che poi verranno annullate, non trovando fondamento nel regolamento comunale. Questo, invece, deve stabilire in modo chiaro e perentorio quelli che sono gli obblighi del soggetto gestore ma anche dei cittadini: il conferimento in aree di pertinenza, l’esposizione dei contenitori e il loro ritiro subito dopo lo svuotamento, e tutte quelle buone regole che fanno funzionare la raccolta porta a porta nel migliore dei modi.
TECNOLOGIA TRANSPONDER: IL PROGETTO PILOTA DI MOLA DI BARI
Riguardo ai trasponder, possiamo già citare il caso di comuni in Puglia che hanno attuato questo sistema?
Si, ad esempio il comune di Mola di Bari, che partirà a brevissimo con questo servizio, ha dotato tutti i contenitori di transponder, sia quelli per l’indifferenziato che quelli per i materiali differenziati. Tutti gli automezzi sono dotati di sistemi di lettura dei transponder, perfino di rilevamento del satellitare, proprio perché nel capitolato d’appalto, nel disciplinare da noi redatto all’epoca (fine 2009), avevamo già previsto tutti questi elementi. Perciò oggi in quel comune è più facile poter governare queste problematiche.
E questo garantisce buoni risultati, magari un incremento della raccolta differenziata, rispetto ad un servizio che non abbia questi accorgimenti?
Di per sé la presenza dei transponder non è una garanzia che il cittadino collaborerà di più o meglio, ma si è potuto verificare che se c’è un sistema di controllo, sia sul gestore che sui cittadini, che sia opportuno, quindi né vessatorio ma neanche lassista, di norma il comportamento dei cittadini anziché virare verso il peggio, come è successo ad esempio a Bari, nel quartiere Japigia, si conformano sempre più all’atteggiamento positivo, perché ci si contagia a vicenda. Se poi questo sistema viene utilizzato al suo massimo, cioè applicando la tariffazione puntuale, e quindi la premialità rispetto ai comportamenti virtuosi, allora il cittadino avrà l’interesse, non solo per coscienza civica e ambientale, ma proprio dal punto di vista economico, a fare la raccolta differenziata. Il comune, infatti, sarà in grado di misurare, ad esempio, quanta raccolta differenziata ogni famiglia conferisce, e quindi può applicare degli sconti sulla tariffa o sulla tarsu a seconda di qual è il grado di partecipazione alla raccolta differenziata. I cittadini cercheranno di fare il loro meglio e così si creerà un circolo virtuoso che può anche consentire di risolvere a monte la situazione dei rifiuti. Infatti, dove la tariffazione puntuale viene applicata da anni, ad esempio in Trentino Alto Adige, anche il commercio, addirittura la grande distribuzione, ha cominciato a porsi il problema di un minor dispendio di imballaggi superflui. Perciò, pensare che il sistema di controllo tramite transponder possa evolvere, magari non subito (le abitudini, infatti, sono consolidate e mettere insieme troppe novità può essere controproducente) ma nel giro di un anno o due, in un meccanismo di premialità nei confronti dei comportamenti virtuosi, differenziando tra chi non si interessa della raccolta differenziate e chi la fa con maggiore attenzione, è una garanzia di poter ulteriormente far crescere i livelli sia qualitativi che quantitativi della raccolta differenziata in quel territorio.
Attualmente in Puglia solo Mola di Bari sta attuando questo sistema?
Per il momento che io sappia l’unico capitolato d’appalto che prevedeva che l’azienda dovesse dotarsi di mezzi e contenitori in grado di applicare la tariffazione puntuale, dal secondo terzo anno, o comunque da quando l’amministrazione comunale decidesse di farlo, è quello di Mola di Bari.
Allora terremo d’occhio il comune di Mola.