Addio road pricing Il Comune preferisce allargare la zona blu
Bocciato il progetto di tassare l’ingresso in centro - da La Stampa del 30.11.2011
30 November, 2011
Perché qualcuno prendesse in seria considerazione la possibilità di metterlo in pratica ci sono voluti anni, tra annunci e contro annunci, fughe in avanti e repentine retromarce. Per mandarlo in soffitta sono bastati meno di quattro mesi. Inizio agosto: il sindaco Fassino annuncia di aver incaricato la dirigente con delega ai grandi progetti urbani, Anna Prat, di studiare la fattibilità del road pricing. Fine novembre: la giunta archivia il progetto.
Troppo complicato da realizzare e dai risultati imprevedibili. Quanto sarebbe costato mandarlo a regime? Come sarebbe stato recepito dalla Provincia e dai Comuni della cintura, già pronti a salire sulle barricate? E, soprattutto, non avrebbe rischiato di produrre effetti recessivi in una città che attraversa una profonda crisi e - a differenza di Milano - ha un sistema industriale, produttivo e terziario in sofferenza? Gli studi realizzati a Palazzo Civico non hanno sciolto il rebus. O, almeno, hanno consigliato prudenza, ridimensionando le aspettative. Quanto avrebbe potuto incassare la città dal balzello sulle auto in ingresso? Impossibile dirlo, ma le cifre ipotizzate qualche mese fa - 2 milioni al mese la più prudente, addirittura otto la più ottimistica - sono state giudicate inaffidabili.
Meglio evitare. Meglio concentrarsi su provvedimenti più «sicuri» e - soprattutto - capaci di generare introiti da subito. Ad esempio le strisce blu.
Nei prossimi mesi circa dieci mila spiazzi per la sosta delle auto oggi liberi diventeranno a pagamento. Oggi sono circa 49 mila, tutti concentrati tra il centro storico e i quartieri limitrofi. Nell’arco di tre anni dovrebbero diventare circa 60 mila, sfondando verso la periferia. Un balzo in avanti consistente, che è l’esito di due scelte strutturali: l’addio al road pricing e la decisione di non ritoccare le tariffe.
A Palazzo Civico hanno calcolato che ogni spiazzo in più possa valere intorno a mille euro all’anno. A regime, con i diecimila posti pitturati in blu, il Comune dovrebbe quindi incassare circa dieci milioni di euro all’anno. Una soluzione giudicata più «accettabile» dall’amministrazione rispetto al più drastico aumento del prezzo della sosta, che andrebbe a pesare sulle spalle dei torinesi, già costretti a sostenere nei prossimi mesi il rincaro delle tariffe di autobus e treni. In città, adesso, per un’ora sulle strisce blu si arriva già a pagare fino a due euro (nell’area della Ztl centrale). Meglio allora estendere il perimetro. I parcometri dovrebbero spingersi là dove era stato ipotizzato nel Pums, il piano sulla mobilità sostenibile approvato l’anno scorso dall’ex giunta Chiamparino. Le direzioni di estensione delle aree a pagamento saranno molteplici: a Nord, a Sud e a Ovest. A Nord si pagherà per parcheggiare a Borgo Aurora, fino al limite di Barriera Milano e sul Lungo Dora. E ancora: Cenisia, Parella e Campidoglio. A Ovest, invece, le aree blu arriveranno a San Paolo e Santa Rita. A Sud, infine, seguiranno il percorso del metrò fino a Lingotto e dintorni.
"NIENTE RINCARI Previsti 10 milioni all’anno di incasso: si pagherà da Borgo Aurora a S. Rita"