Allarme rinnovabili: in Europa si rischia la mancanza di materie prime?
Secondo una ricerca appena pubblicata dal Jrc dell'Unione Europea, l'Europa potrebbe trovarsi presto a fare i conti con la carenza di alcuni componenti essenziali di pannelli solari e pale eoliche. Potenziare il riciclo dei materiali potrebbe essere una ricetta per scongiurare la crisi
20 December, 2011
La carenza di materie prime potrebbe mettere in ginocchio il mercato europeo delle rinnovabili. L'allarme arriva dal un rapporto del Joint research centre (Jrc) della Commissione Europea, intitolato “Critical metals in strategic energy technologies”. Secondo lo studio l'Europa potrebbe presto trovarsi di fronte alla carenza di alcune sostanze al momento indispensabili per la produzione di impianti fotovoltaici ed eolici. Si tratta, in particolare, di composti non a caso definiti “Terre rare”, di cui il Vecchio continente è del tutto privo. Finora, l'approvvigionamento è stato garantito dalle importazioni dall'estero, ma ora la Cina, che di questi materiali è il principale produttore, ha deciso di dare un giro di vite alle esportazioni.
Il rischio di penuria, avvertono i ricercatori del Jrc, riguarda soprattutto cinque sostanze: indio, gallio, tellurio, neodimio e disprosio, protagonisti negli ultimi anni di un vero e proprio boom delle richieste di mercato. Per gli impianti rinnovabili, evidentemente, ma anche perché queste Terre rare sono utilizzate anche in altre tecnologie di larghissimo consumo, a cominciare dai telefoni cellulari.
Come fare, dunque, per evitare che la Cina speculi sul prezzo di questi materiali o che l'Europa si trovi improvvisamente a secco? Il dossier propone una serie di soluzioni, dagli accordi commerciali con altri Paesi esportatori alla ricerca di tecnologie che migliorino la riciclabilità dei pannelli solari. Ancora più efficace, secondo i ricercatori, sarebbe la sostituzione dei materiali più rari con altri componenti più disponibili. Per il momento, comunque, si tratta soltanto di ricette teoriche, che non sembrano in grado di garantire in tempi brevi all’Europa la sicurezza dell'approvvigionamento di materie prime per le rinnovabili. Dopo i tagli agli incentivi e le polemiche sull'impatto paesaggistico, il mercato comunitario dell'energia pulita, a quanto pare, ha una nuova minaccia con cui fare i conti.