Smog, Veneto: sforamenti record e centraline dimezzate
Il 2011 è stato il peggiore degli ultimi 6 anni per concentrazione di Pm10 E l’Arpav (in difficoltà economiche) riduce a 34 le stazioni di controllo- dal Corriere del Veneto del 26.12.2011
27 December, 2011
Esiste una perfida correlazione tra la siccità e la quantità di multe prese dagli automobilisti causa Ztl e blocchi del traffico. Le condizioni climatiche di quest’anno infatti hanno regalato a tutti i veneti il nuovo record di sforamenti del Pm10. A vedere la tabella sopra (che segna in rosso le situazioni critiche e in verde quelle entro i termini di legge) si delineano i margini della peggiore situazione di inquinamento atmosferico degli ultimi anni. Dal 2005 al 2010 infatti c’erano stati leggeri miglioramenti della qualità dell’aria al punto che i Comuni avevano potuto limitare i blocchi del traffico alle domeniche ecologiche, ma quest’anno la siccità che ha attanagliato tutto il bacino padano ha reso la situazione drammatica, tanto che il ministro dell’Ambiente Corrado Clini ha istituto un tavolo permanente delle Regioni della pianura padana per affrontare il nodo della mobilità urbana ed extraurbana a fronte di un aumento delle vetture private. «I blocchi dei centri città non sono sufficienti a far fronte all’aumento dell’inquinamento nel bacino padano - ha spiegato il ministro - servono misure innovative perchè lo smog è creato anche dal traffico pendolare da una città all’altra ». I soli blocchi del traffico dei centri città dunque rispondono alle situazioni di emergenza come quella di Milano, che ha assistito a dieci giorni consecutivi di sforamenti, ma non risolvono il problema alla radice. Nonostante Padova, Verona, Vicenza, Treviso e Venezia abbiano adottato misure simili, la quantità di Pm10 che galleggia nell’aria resta altissima.
Fatta eccezione per Belluno, tutti i capoluoghi di Provincia hanno superato la quantità di emissioni permesse per legge. Il record spetta alla centralina di Verona Borgo Milano che ha registrato quantità di smog fuori dai limiti consentiti un giorno su tre, come anche Bovolone e via Lancieri di Novara a Treviso. In queste zone il Pm10 è così intenso che fa sembrare contenute le situazioni della zona industriale di Padova e di quella di Marghera a Venezia. «Le condizioni meteorologiche sono state pessime - spiega il responsabile dell’osservatorio dell’Arpa veneto Salvatore Patti - la siccità e la nebbia hanno impedito al Pm10 di disperdersi portando a questi livelli». Per legge il numero di sforamenti del tetto dei 45 milligrammi per metro cubo consentiti non dovrebbe superare i 35 giorni all’anno. Inutile dire che le uniche due centraline che hanno ottenuto questo risultato sono state quella del centro di Belluno e dell’altopiano di Pieve di Alpago. A livello di concentrazione i record peggiori invece spettano al centro di Rovigo e a San Bonifacio (Verona) che si attestano oltre tre volte i limiti consentiti.
Il panorama desolante degli sforamenti però sarà sicuramente diverso il prossimo anno. Non tanto perchè si troverà una soluzione efficace al problema dello smog, quanto perché l’Arpav ha deciso di dimezzare le centraline per far fronte alla situazione economica traballante che ormai sta affrontando da anni. Nel corso del prossimo anno dunque le centraline di rilevamento dell’inquinamento atmosferico saranno praticamente dimezzate, passando da 56 a 34. «Lo faremo anche per adattarci alla nuova normativa europea che chiede maggior economicità ed efficienza », continua Patti. Le centraline saranno divise in nove zone e monitoreranno i 5 capoluoghi, la Val Belluna, la zona prealpina, la pianura del Polesine e la bassa pianura accanto ai colli Euganeii. I tecnici assicurano che grazie a un complesso sistema di modelli di calcolo, il nuovo metodo continierà a fornire i dati necessari per interpretare le condizioni dell’aria e suggerire quindi misure alternative per non morire soffocati. D’altra parte, visto che il riscaldamento domestico non si può spostare e le fabbriche continuano a emettere gas anche in fase di produzione ridotta, pare che l’unica soluzione per migliorare l’aria sia che si metta a piovere.