Clini: "Il vantaggio competitivo della certificazione verde"
"La misurazione dell'impronta di carbonio per le aziende è fra gli strumenti più interessanti per promuovere un`economia verde. Già diffusa negli Stati Uniti e in Inghilterra, inizia a radicarsi anche in Europa: l`Italia per una volta è in prima fila" - l'intervento di Corrado Clini sul Sole 24 Ore
02 January, 2012
"Proteggere l`ambiente e favorire la crescita economica non sono necessariamente obiettivi in contraddizione fra loro. Le norme e le politiche governative nell`ambito del Protocollo di Kyoto e del "Pacchetto Clima-Energia" dell`Unione Europea non prevedono solo obblighi e punizioni.
La riduzione delle emissioni dei gas ad effetto serra si realizza anche anche attraverso gli impegni volontari delle imprese. In questo contesto ha assunto un ruolo significativo il calcolo dell`impronta di carbonio, "carbon footprinting", che molte aziende hanno adottato come label di identificazione del proprio impegno per la protezione dell`ambiente e del clima in particolare.
Carbon Footprint è una misura che esprime in CO2 equivalente il totale delle emissioni di gas ad effetto serra associate direttamente o indirettamente ad un prodotto, un'organizzazione o
un servizio. La sua misurazione richiede in particolare l`individuazione e la quantificazione dei consumi di materia e di energia nelle fasi selezionate del ciclo di vita dello stesso. Si tratta di uno degli strumenti più interessanti per promuovere un`economia "verde". Con il Carbon footprinting si realizza una situazione che gli anglofoni direbbero "win-win". Di più: è "win-win-win", tre volte. Vince l`ambiente, vince l`impresa e vince il consumatore. In un accordo volontario, non obbligatorio.
Questa pratica, già diffusa negli Stati Uniti e in Inghilterra, inizia a radicarsi anche in Europa. E l`Italia per una volta è in prima fila. Nei giorni scorsi sono stati firmati accordi volontari con un gruppo di aziende italiane che si sottoporranno all`analisi carbon footprinting. Autostrade, Coop, Acqua San Benedetto (che è stata la prima impresa a partecipare a questo processo di riduzione volontaria dell`impronta di carbonio), Pirelli, Antinoni, Gancia, Tasca d`Almerita, Palazzetti, Lefey, San Marco group ed altre ancora sono le imprese che hanno scelto la via della ecosostenibilità. Una mossa per proteggere l`ambiente e, allo stesso tempo, per offrire ai propri clienti e consumatori una certificazione della propria responsabilità (eco)sociale.
In questo modo, ha vantaggi il consumatore, che ha uno strumento in più di scelta tra un prodotto convenzionale e un prodotto a basso impatto ambientale. Ha vantaggi l`azienda, che ha uno spunto competitivo in più sul mercato, anche internazionale, come ha insegnato anche l`esperienza di chi ha già adottato questa analisi dell`impronta di carbonio.
Soprattutto, chi vince davvero è l`ambiente. L`obiettivo è che questi modelli possano diffondersi, che possano incidere sulle tecniche di produzione e consumo in modo da stimolare la trasformazione del mercato verso modelli nuovi. Non a caso si sta formando una generazione nuova di giovani tecnici ed esperti che non sono più gli energy manager tradizionali ma, con un salto di qualità, sono analisti - per ora, i primi - di mercato ed economia sostenibili.
In un periodo di crisi globale, con la firma di questi accordi il ministero e le imprese danno, insieme, un messaggio positivo. Il nostro sforzo sta nell`identificare e rafforzare i trend di crescita che sono incardinati nella protezione dell`ambiente. Il carbon footrint è il segno del lavoro che stiamo cercando di portare avanti come governo. E molto importante che le imprese partecipino e condividano questo progetto, che lo sviluppo e la generazione di valore sono ancorati sempre più, in Europa e nel mondo, a obiettivi di miglioramento della qualità dell`ambiente e della qualità della vita. L`anno che viene è ricco di insidie e di preoccupazioni ma le opportunità non mancano. Proviamo a coglierle. E a lasciare un`impronta per il futuro nostro e delle nuove generazioni.