Riceviamo e pubblichiamo: “Treni a lunga percorrenza. Nel computo dei danni anche i tagli per Puglia Cicloturistica”
Lello Sforza, esperto di mobilità sostenibile, scrive una lettera al governatore Vendola chiedendo che vengano computatuti nella class action i danni derivanti dall'impossibilità per i gruppi di cicloturisti italiani ed esteri di raggiungere la Puglia in treno con le loro biciclette al seguito. Sui treni a lunga percorrenza, in Italia, difficile caricare la bicicletta sui treni come avviene nel resto d’Europa
10 January, 2012
Caro Presidente Vendola,
in riferimento alla notizia che la Regione Puglia potrebbe fare causa a Trenitalia per i tagli dei treni a lunga percorrenza nord-sud e gli aumenti tariffari che di fatto dividono in due la penisola, nel conto da presentare all’Amministratore Moretti, per piacere ricordati di inserire anche la difficoltà - se non l'impossibilità - per gruppi di cicloturisti italiani ed esteri, di raggiungere la Puglia in treno con le loro biciclette al seguito. Con tante altre emergenze potrebbe superfluo preoccuparsi di tale problema, ma non lo è, proprio in considerazione delle politiche che il Governo Vendola ha avviato, nelle due legislature, a favore dei percorsi in bicicletta. Tra questi, gli itinerari nazionali della rete Bicitalia, come la "ciclovia dei Borboni", tra Bari e Napoli e la "ciclovia Adriatica", da Chieuti a Santa Maria di Leuca. Per non parlate dei tanti percorsi cicloturistici individuati dai SAC (Sistemi Ambientali Culturali) della Puglia per fruire e valorizzare i ben culturali, ambientali, naturali e storici della nostra regione. La Puglia oggi è, più che mai, inaccessibile in “treno più bici” a gruppi di cicloturisti italiani o esteri che volessero programmare le prossime vacanze.
Sui treni a lunga percorrenza non è assolutamente possibile caricare la bicicletta come avviene nel resto d’Europa. Trenitalia consente il trasporto della bici smontata e sistemata in un'apposita sacca. Tale operazioni, che dovrebbe essere eccezionale, di fatto rimane l'unica possibilità. Ma non è facile per tutti, smontare la propria bici da cicloturismo (specie se dotata anche di parafanghi), togliere ruote e, se necessario, anche manubrio e pedali, metterla in una sacca, prenderla di peso e compiere tutte le operazioni di carico e scarico sul treno e a bordo treno fino al proprio posto, senza dimenticare i propri bagagli personali sul binario o in un corridoio.
Impossibile pure utilizzare i treni interregionali: se, dal nord in sequenza si possono prendere treni regionali autorizzati al trasporto bici, arrivati a Termoli ci si ferma e si prosegue direttamente in bici: non esistono treni da/per la Puglia che esercitano quel servizio. Bella figura!
Lo scorso anno sulla linea Roma-Lecce era in servizio una coppia di Treni Eurostar ETR 610, con sei ganci porta-bici. Un lusso ignorato e non sfruttato da nessuno ai fini cicloturustici, a partire da Trenitalia. Che incapace di organizzare, pubblicizzare e gestire il servizio, ha ben pensato di oscurare quel treno dall'orario ufficiale. Ma quelle vetture, ereditate dallo scioglimento della società italo-svizzera Transalpino, quando collegavano Svizzera e Italia, trasportavano tanti cicloturisti con bici al seguito. Ora la Puglia cicloturistica è completamente isolata. Ma a Moretti questo evidentemente non interessa. Eppure il cicloturismo anche lo scorso anno in Europa si è rivelata la modalità di turismo sostenibile in attivo con fatturati di milioni di euro. E in periodi di "spread", una boccata di ossigeno alle economie locali pugliesi e meridionali non farebbe proprio male.
Lello Sforza
esperto di mobilità sostenibile