L'opinione dei comici milanesi su Area C
I commenti di tre personaggi dello spettacolo sul ticket in arrivo dal 16 gennaio.
12 January, 2012
Enrico Bertolino: “Il nostro è un Paese di mini-caste, quindi le arrabbiature sono scontate. Milano è come un grande condominio e quelli del primo piano non vogliono pagare per l’ascensore, chi se ne frega di quelli al settimo. Dire ‘pago per andare a casa mia’ è un’assurdità. Il milanese è così, mena il torrone, si lamenta. Ma poi, quando si abitua, diventa un entusiasta. Ci vorrà pazienza, l’ho visto anche per il volontariato: c’è voluto del tempo prima di farne capire l’importanza, oggi è una parte essenziale del tessuto sociale di Milano. Col tempo i milanesi capiranno. Semmai, si deve cercare, se si riesce, di abbattere la burocrazia. Perché il milanese, per definizione, non ha tempo da perdere. Credo che Area C sia una cosa giusta. È il modello Londra, con la differenza che lì in centro fanno i parcheggi per i disabili, qui non li abbiamo per nessuno. E questa è una colpa della Moratti e di chi c’era prima di lei. Quando vedo il traffico e vedo mia figlia che si ammala o penso ai miei genitori… qualcosa bisogna fare. Dobbiamo guardare al futuro. Certo, è chiaro che Pisapia, che è una persona seria, con Area C si tira addosso gli strali dei commercianti. è meglio che per fare la spesa mandi qualcuno al suo posto… un parente.. può sempre dire che è il nipote di Monti ed esigere lo scontrino”.
Giovanni Storti, del trio Aldo, Giovanni e Giacomo, spiega: “Come tutte le iniziative che riguardano i provvedimenti anti-traffico, anche Area C è un passo positivo. Anzi, proporrei un passo ulteriore: sarebbe bello vedere il centro chiuso al traffico (tranne che per i residenti) e la circolazione a targhe alterne sempre, non solo nei casi di emergenza - inquinamento”.
Paolo Rossi: “Credo che Area C non sia stata spiegata bene, perché passa il messaggio che ‘per entrare in casa mia devo pagare’. Questo è quello che vien fuori, ma non è così. È un momento delicato, bisogna essere molto chiari nello spiegare le cose e farlo non da tecnocrati. La gente non sopporta le macchine, ma poi si arrabbia se non le fai passare. Invece si deve far capire che si può vivere, tutti insieme, meglio. Più dai valore al bene comune e più questo si moltiplica. E l’aria è un bene comune. È chiaro che si vanno a toccare tante piccole abitudini, tanti interessi. Ma qui si deve capire che bisogna cambiare abitudini. Questo è il punto e questo è il senso di Area C. Cambiamo tutti abitudini per dare più ricchezza al nostro bene comune”.