Piano rifiuti Campania, l'ira del Wwf: «Non rispetta la normativa comunitaria»
L'associazione ambientalista si scaglia contro il provvedimento che sta per essere approvato in via definitiva dall'amministrazione regionale. L'accusa è di concentrarsi troppo sugli inceneritori, trascurando la raccolta differenziata e la riduzione a monte
16 January, 2012
«Si stanno commettendo ancora gli errori del passato, preferendo la propaganda delle scelte impiantistiche invece che avviare una politiche coerente con il quadro normativo nazionale e europeo». Questo il commento del Wwf sul Piano per la gestione dei rifiuti urbani messo a punto dalla Regione Campania, che dovrebbe essere approvato definitivamente nei prossimi giorni. «Il Piano proposto – scrive l'associazione ambientalista - è chiaramente in contrasto con le linee dettate dall’Europa e dal quadro nazionale quindi saranno inevitabili nuovi contenziosi e nuove emergenze, se non verrà modificato drasticamente». La critiche, in particolare, riguardano la decisione di costruire diversi inceneritori e gli obiettivi di sviluppo della raccolta differenziata, che il Wwf giudica poco ambiziosi e non in linea con le indicazioni della normativa in materia.
«Il Piano sceglie uno scenario in cui è evidente una manipolazione del concetto di sviluppo sostenibile, che significa ben altro che fare inceneritori – aggiunge l'associazione - Vengono disattesi gli obblighi nazionali di raggiungere il 65% di raccolta differenziata entro quest’anno, manca una qualsiasi previsione riguardo la prevenzione dei rifiuti, che dal 2014 diviene obbligatoria». Secondo il Wwf Campana, inoltre, il Piano non chiarisce adeguatamente la tempistica (entro che periodo dovranno entrare in funzione gli impianti? Quando è prevista la loro dismissione?) e non è conforme alle politiche comunitarie per quanto riguarda gli obiettivi di riciclaggio da raggiungere entro il 2020.
Il documento, secondo gli ambientalisti del Panda, viola dunque la direttiva comunitaria e la normativa italiana, «in quanto inverte la gerarchia della gestione dei rifiuti, mettendo in ordine di importanza lo smaltimento (l’incenerimento e la discarica) e il recupero energetico rispetto alla prevenzione (nulla viene disposto), la preparazione per il riutilizzo (nulla viene disposto), il riciclaggio (nulla viene disposto, tranne una generica indicazione della differenziata al 50%,)». L'associazione, infine, lamenta errori nelle stime relative alla quantità di rifiuti prodotti e alla loro tipologia. Secondo il Wwf, in particolare, la stima della presenza di plastica è stata sopravvalutata. «Le più recenti pianificazioni in Italia indicano un valore in percentuale inferiore dai 2 ai 5 punti rispetto a quello del 16,4 assunto dal piano. Il valore assunto peraltro contraddice le ultime analisi condotte in Campania. Questo artificio significa un aumento della quota di rifiuto ad alto tenore calorifico di circa 80.000 t/a, ossia pari al fabbisogno di un impianto di combustione di CDR di 150.000 t/a. In altri termini, con questo mero escamotage numerico cercano di giustificare l’esercizio di un inceneritore in più rispetto all’ordinario calcolo».
Alla luce di tutte queste critiche, il Wwf Campania «sollecita l'assessore Romano e i consiglieri regionali a non licenziare un Piano con tanti punti deboli, che potrebbero decretarne una bocciatura europea». Per ora ancora nessuna reazione da parte dell'amministrazione regionale.