Dal nord al sud a basso costo: vinceranno pullman e aerei?
Due studenti pugliesi rispondono alle domande di Eco dalle città: dopo la soppressione dei treni notturni bisogna fare quattro cambi per viaggiare da Torino a Bari alle stesse tariffe di prima. Le alternative di pullman e aerei costano poco ma non per tutti rappresentano una soluzione comoda
20 January, 2012
Con il nuovo orario entrato in vigore il 12 dicembre 2011, Trenitalia ha cancellato gli ultimi treni notturni che collegavano direttamente il nord e il sud della penisola, rendendo gli spostamenti più costosi e complicati. La soppressione è iniziata gradualmente a partire dal 2005, quando i treni notte circolanti erano 56. Attraverso una riduzione costante, nel 2011 ne erano rimasti attivi solo 26, poco prima dell’annunciato cambiamento del 12 dicembre scorso che li ha ridotti definitivamente a dieci. Dieci treni notte che tuttavia non collegano direttamente il sud e il nord Italia ma percorrono delle tratte dimezzate, utilizzando la stazione di Roma Termini come capolinea per i treni che arrivano e partono dalla Sicilia e dalla Calabria e Bologna Centrale per quelli che arrivano e partono dalla Puglia.
A proposito della Puglia, Eco dalle città ha raccolto la testimonianza di due studenti universitari. Luigi, uno studente di Bari iscritto alla facoltà di ingegneria biomedica a Torino, è stato per anni un viaggiatore abituale sui treni notte. Per tornare e ripartire da casa prendeva il notturno che collegava direttamente il capoluogo piemontese a Lecce, passando per Bari. Nessun cambio di treno, nessuna coincidenza da prendere, ma un unico viaggio notturno di circa dieci ore in cuccetta o vagone letto: «Mi addormentavo la sera a Torino e mi risvegliavo la mattina a Bari, riposato e senza aver perso un’intera giornata. Inoltre, viaggiavo a prezzi contenuti, o quantomeno accettabili per le tasche di uno studente fuori sede come me: settanta euro al massimo, che con offerte varie potevano scendere addirittura fino a cinquanta, se mi accontentavo di viaggiare in poltrona». Adesso che questa tratta non esiste più e che per arrivare in Puglia bisogna come minimo fare un cambio a Bologna prendendo un Freccia Rossa, le tariffe sono decisamente lievitate. Per scendere a Bari spendendo gli stessi soldi di prima, durante le vacanze di Natale, Luigi ha affrontato un viaggio estenuante: «Per spendere 70 euro, che era la spesa massima con i treni notte, ho viaggiato solo su treni regionali. Cinque treni e quattro cambi: Torino-Milano, Milano-Fidenza, Fidenza-Ancona, Ancona-Pescara, Pescara-Bari. Sono partito alle 5 di mattina da Torino e sono arrivato alle 23 a bari: 18 ore di viaggio in poltrona, che sarebbero state sedici e mezzo se l'ultimo regionale non avesse avuto un'ora e mezzo di ritardo. Un’eternità comunque». Un viaggio lunghissimo e massacrante: «Una delle cose peggiori, oltre ad aver viaggiato per 18 ore in poltrona, è stata l’impossibilità di rilassarmi completamente per via dei cambi. Non è facile addormentarsi sapendo di dover cambiare treno quattro volte. Fortunatamente durante il viaggio ho fatto amicizia con varie persone, con cui abbiamo conversato e scherzato per ingannare l'attesa». Per arrivare a Bari c’erano delle alternative, ma decisamente più costose: «In treno avrei potuto prendere una combinazione di Frecce Bianche e treni regionali che mi avrebbe fatto risparmiare 2 ore, ma con il paradosso di un cambio in più e spendendo 170 euro. Un’enormità per me. Il Freccia Rossa Torino-Bologna e poi l’Intercity notte fino a Bari costavano poco più di cento euro; anche se avessi deciso di affrontare la spesa i posti erano finiti da tempo. L’alternativa al treno sarebbe stata un volo low cost, che per via delle feste natalizie di “low” non aveva proprio niente, dato che tra andata e ritorno avrei speso circa 200 euro».
In un periodo “normale”, cioè al di fuori delle festività, viaggiare con i low cost può essere indubbiamente conveniente. Alessia, studentessa pugliese iscritta alla facoltà di lingue di Verona, anche lei viaggiatrice abituale sui treni notte, nell’ultimo anno per arrivare a Lecce ha volato due volte sulla tratta Verona-Brindisi di Ryan Air: «Se si ha la fortuna di trovare l’offerta giusta, facendo coincidere giorni e orari del volo con le esigenze personali, con l’aereo si risparmia. Certo, bisogna sottostare alla disponibilità dei posti, dato che non sempre si trova posto nei giorni precisi in cui uno vuole partire e questo per alcuni è un problema, soprattutto per chi lavora». Bisogna considerare, inoltre, che ci sono molti meno aeroporti che stazioni e che non tutti hanno la fortuna di avere un aeroporto vicino alle proprie zone di residenza. Per chi non ha questa comodità i costi del viaggio ovviamente aumentano.
Un’altra alternativa per arrivare in Puglia, oltre a quella del treno e dell’aereo aerei, è quella del pullman, con cui si può viaggiare a prezzi contenuti. Questo potrebbe rilanciare il trasporto su gomma dopo tante parole sul suo disincentivo. Alessia però considera i bus come l’ultimissima spiaggia: «Viaggiare per più di dieci ore in autostrada, su un pullman in cui non puoi praticamente muoverti è una cosa pesantissima. Anche sui treni attuali il viaggio è sicuramente lungo e pesante ma almeno ti puoi alzare, ci sono i servizi, riesci anche a prendere una boccata d’aria quando vuoi tu, senza aspettare per forza la sosta stabilita. Solo una volta un amico mi aveva convinto a prendere un pullman, dicendomi che avremmo speso come per un treno notte, ma poi ho preferito partire due giorni dopo in aereo». Tra le principali autolinee che servono la Puglia ci sono quelle targate Marino. L'azienda di Altamura (Bari) offre un servizio di pullman che collegano le città del nord Italia e del nord Europa alla Puglia e alla Basilicata, passando sia per la costa adriatica che per Toscana, Umbria, Lazio e Campania. Per un viaggio Torino-Bari un pullman Marino impiega circa 13 ore con un costo di 59 euro (per persone tra i 26 e i 59 anni), cioè una decina di euro in meno rispetto al prezzo medio del vecchio notturno Torino-Lecce che passava da Bari. Per la tratta Verona-Lecce invece, un pullman Marino impiega circa 14 ore con un costo 61 euro (sempre per l’intervallo 26-59), la stessa tariffa del vecchio treno notte Lecce-Bolzano che passava dal capoluogo scaligero: «Era un treno storico» dice Alessia «La mobilità dalla Puglia è stata privata di un collegamento fondamentale, sia in termini economici che in termini sociali e culturali».