Inquinamento in città, Torino sempre record
Polveri nell’aria, in due mesi sforati i limiti per 41 volte. Pochi interventi, la qualità resta scadente. e tante promesse rimangono sulla carta
26 February, 2009
Alessandro Mondo
Anche nel 2009 Torino indossa la maglia nera delle città italiane più inquinate. Negli ultimi anni la qualità dell’aria è migliorata, ma non abbastanza.
Quest’anno la nostra città condivide il poco invidiabile primato con Frosinone: 41 giorni di sforamenti dei Pm10 nei mesi di gennaio e febbraio (il limite è di 35 giorni l’anno). Nemmeno l’inverno insolitamente tosto ci ha risparmiato la bocciatura. A parziale consolazione, la situazione analoga vissuta da Brescia, Sondrio e Alessandria con 38 superamenti, mentre Milano viaggia sui 35. Nelle prime posizioni troviamo gran parte delle città dell’area padana, dove anche la recessione ci mette del suo: archiviate o rimandate misure che la crisi rende doppiamente impopolari come il divieto di circolazione per gli Euro 2 diesel immatricolati da più di 10 anni.
Nel caso i vostri polmoni non vi abbiano già avvisato, la notizia, anche quest’anno, è che Torino si mantiene saldamente ai vertici della classifica delle città italiane più inquinate. Negli ultimi anni la qualità dell’aria è migliorata, ma non abbastanza. La novità dell’allarme 2009 - la replica di quello lanciato nel 2008, stesso periodo -, è che la nostra città condivide il poco invidiabile primato con Frosinone: 41 giorni di sforamenti dei Pm10 nei mesi di gennaio e febbraio, 33 solo al giorno 17 (il limite previsto dalla normativa europea è di 35 giorni l’anno).
Nemmeno l’inverno insolitamente tosto ci ha risparmiato la bocciatura. A parziale consolazione, la situazione analoga vissuta da Brescia, Sondrio e Alessandria con 38 superamenti, mentre Milano viaggia sui 35. Nelle prime posizioni troviamo gran parte delle città dell’area padana.
Parola di Legambiente, che ieri, puntuale come un orologio, ha presentato il dossier «Mal’aria», croce degli amministratori pubblici chiamati a misurarsi con un problema esasperato da fattori diversi: geografici, sociali, politici, economici. Un esempio per tutti: nei giorni scorsi Torino ha aderito con altre città europee al «Patto dei sindaci», altrimenti detto «Patto 20-20-20 perché impegna i firmatari ad attivarsi su tre fronti diversi: taglio delle emissioni (-20%), impegno sulle energie rinnovabili (+20%), risparmio dell’efficienza energetica (+20%). Un atto di fede, nel caso di Torino, visto che, come ha ammesso l’assessore Domenico Mangone in sesta commissione, «ad oggi non ho risorse per intervenire».
Anche la recessione ci mette del suo, spingendo ad archiviare o a rimandare misure che la crisi rende doppiamente impopolari. È il caso del divieto di circolazione per gli Euro 2 diesel immatricolati da più di 10 anni, rimandato all’autunno in attesa degli incentivi previsti dal Governo. Altri progetti sono al palo: dal servizio di «bike sharing», il bando del Comune è andato deserto per la seconda volta, all’ampliamento delle Ztl ad almeno il 20% della città (Comune e Regione non si mettono d’accordo sul conteggio). Di altri si è persa ogni traccia: vale per l’infuocato dibattito sul «road pricing», il ticket a pagamento per accedere in città, contestato dai Comuni limitrofi e azzoppato sul nascere dalla diversità di vedute all’interno della giunta-Chiamparino.
Difficile dire se questi provvedimenti avrebbero fatto la differenza, e di quanto. L’aumento delle piste ciclabili (32 chilometri nel ‘90, passati a 170 nel 2008), il «ticket transport» e la crescita dei distributori a metano (43 in Piemonte, 22 nel Torinese), da soli, non spostano più di tanto. «Anche sul fronte delle emissioni industriali - spiega l’assessore Piras (Qualità dell’aria) - abbiamo già grattato il fondo del barile». La prima linea del metrò si ferma a Porta Nuova, la seconda ha da venire. Né si può delegare al considerevole sviluppo del teleriscaldamento la salubrità o quantomeno il miglioramento dell’aria che respiriamo. Resta la domanda: dobbiamo rassegnarci ai quotidiani aerosol a base di polveri sottili?
Se è vero che il problema numero uno è l’inquinamento da traffico, un contributo importante potrebbe arrivare dal potenziamento del trasporto pubblico locale: un punto sul quale gli assessori competenti - Nicola de Ruggiero (Regione), Dorino Piras (Provincia) e Domenico Mangone (Comune) - concordano. Significa molte cose: nuovi autobus ecologicamente corretti e filtro antiparticolato su quelli di vecchia generazione (la Regione è impegnata su ambo i fronti), rimodulazione delle linee nei singoli Comuni (soprattutto Torino), biglietto unico fra il capoluogo e le amministrazioni della cintura... Una prateria per molti versi inesplorata.