Roma, i presidi ad Alemanno: «Situazione pericolosa. Modifichi l'ordinanza e chiuda le scuole»
Antonio Petrolino (Anp): «Gli insegnanti non sono tenuti a recarsi a scuola durante i periodi di sospensione delle attività didattiche. E quindi, le scuole “sono tenute ad accogliere comunque tutti i bambini e gli studenti che si presentassero a scuola”, ma non potranno contare sui docenti per la vigilanza»
03 February, 2012
Il 3 e il 4 febbraio, causa maltempo, a Roma didattica sospesa, ma scuole aperte. L’ordinanza del sindaco Gianni Alemanno ha scatenato numerose polemiche tra presidi, insegnanti e genitori. Per la stranezza di una decisione simile, ma prima ancora perché essa genera un pericoloso equivoco. Prontamente evidenziato in una lettera inviata ieri al primo cittadino della capitale da Antonio Petrolino, presidente laziale dell’Anp, l’associazione dei dirigenti scolastici: «Il personale docente – in base alle norme contrattuali che ne regolano la prestazione – non è tenuto a recarsi a scuola durante i periodi di sospensione delle attività didattiche. E quindi, domani e sabato, le scuole “sono tenute ad accogliere comunque tutti i bambini e gli studenti che si presentassero a scuola”, ma non potranno contare sui docenti neppure per la vigilanza». In una condizione del genere, prosegue il presidente dell’Anp Lazio, «i dirigenti delle scuole non potranno garantire l’incolumità dei minori che venissero loro affidati, non disponendo della facoltà di “precettare” i docenti al di là deiloro obblighi contrattuali. Oltre a determinare un intollerabile scarico di responsabilità sulle loro persone, questo espone gli stessi minori a rischi gravi per la propria sicurezza». L’associazione chiede dunque ad Alemanno di disporre «la pura e semplice “chiusura” delle scuole, che così saranno legittimate a non accogliere studenti dei quali non possono garantire la sicurezza».
Sul web, Petrolino fa poi un appello ai colleghi affinché, se l’ordinanza non viene modificata, si rechino al lavoro: «Ci sono circostanze in cui, di fronte ai rischi collettivi ed all'insufficiente risposta delle istituzioni, ciascuno di noi deve assumere iniziative responsabili di fronte a se stesso ed alla comunità cui appartiene. Se l'ordinanza non verrà corretta o ritirata in tempo utile, questa è una di quelle circostanze. Facciamo appello a tutti i colleghi perché contribuiscano a renderla meno grave».
Polemico anche il sito Tuttoscuola.com, che spiega come l’apertura delle scuole con didattica sospesa avvenga «quando a causa di uno sciopero parziale del personale scolastico non è possibile assicurare il regolare svolgimento delle lezioni e, quindi, per i ragazzi che sono comunque a scuola si assicura la custodia e la vigilanza. Ma in quei casi la causa della semichiusura delle scuole è interna (lo sciopero).Se ora, invece, la causa è esterna – la neve, il ghiaccio, la città in tilt – e c’è effettivo pericolo, perché la scuola dovrebbe rimanere aperta? Ed è del tutto secondario che si faccia lezione o no. In questi caso – emergenza neve – l’apertura delle scuole alimenta i rischi anziché contenerli». «Meno male – continua Tutto scuola.com – che sindaco e direttore dell’ufficio scolastico regionale hanno riconosciuto ai dirigenti scolastici degli istituti romani la potestà di regolarsi in merito e, per la sicurezza degli alunni, di decidere eventualmente di chiudere le scuole». La conclusione è al vetriolo: «Il sindaco Alemanno forse sta sperando che venga un po’ di neve per giustificare il suo provvedimento, ma spera anche che non ne venga troppa per non mandare in crisi l’urbe».
Altre polemiche si sono scatenate per l’ambiguità con cui è stato comunicato il provvedimento. In un primo momento sembrava infatti che le scuole dovessero rimanere chiuse, poi è arrivato il contrordine, mentre molti media avevano però già dato la notizia.