Rinnovabili, Credit Suisse: «Incentivi fondamentali, ma le prospettive restano brillanti»
Un report pubblicato dall'istituto di credito elvetico sottolinea che la maggior parte delle fonti rinnovabili non potrà fare a meno dei sussidi statali ancora per qualche anno. Nonostante questo, però, il futuro del settore si prospetta brillante
06 February, 2012
''Le piazze azionarie esposte al settore saranno probabilmente caratterizzate da un elevato grado di volatilità e la performance dei titoli dipenderà in larga misura dalle decisioni di mercato in materia di sovvenzioni''. Ma per le rinnovabili le prospettive restano "brillanti". E' quanto evidenzia Credit Suisse in un report pubblicato a gennaio nel quale si rileva che a livello globale nel 2010 sono stati complessivamente destinati alle rinnovabili 66 miliardi di dollari, ben poco rispetto ai 409 mld confluiti nel settore dei combustibili fossili.
Incalzati dall'impellente necessità di attuare rigorose misure di austerità, rileva l'Istituto di credito svizzero, ''i politici si accingono a rivalutare le voci di spesa, compresi i programmi di sovvenzione. Nonostante i numerosi benefici a lungo termine attribuiti alle energie alternative, nell'attuale periodo di turbolenze ci si interroga sulla disponibilità di risorse da destinare a queste tecnologie''. Secondo i dati forniti dall'Agenzia internazionale per l'energia, a livello globale nel 2010, infatti, sono stati complessivamente destinati alle energie rinnovabili 66 mld di dollari, ben poco rispetto ai 409 mld confluiti nel settore dei combustibili fossili: rapportate al pil totale della zona dell'euro, le sovvenzioni rappresentano una quota inferiore allo 0,4%. Alla luce di questi dati, rilevano gli analisti della banca svizzera, ''è probabile che le misure di riduzione dei costi in altri settori si riveleranno più efficaci in termini assoluti''.
La dinamica in atto, rilevano gli analisti del Credit Suisse, ''è inoltre caratterizzata dall'incalzante flessione dei prezzi delle tecnologie che sfruttano le fonti di energia rinnovabile. L'esempio più emblematico è dato dai pannelli fotovoltaici, che dal 2008 a oggi hanno accusato un crollo dei prezzi del 75%''. Secondo le piattaforme EnergyTrend e PVinsights, i prezzi a pronti dei moduli solari in silicone cristallino stanno scendendo a quota 1 dollaro/W. La massiccia contrazione è ascrivibile al marcato squilibrio tra la debolezza della domanda e l'aumento delle capacità produttive globali. Tra i produttori di moduli si è scatenata un'accesa concorrenza, alimentata in particolare dalle strutture a basso costo e dalla disponibilità di finanziamenti di cui beneficiano le imprese cinesi. L'Italia, il Regno Unito e, in tempi più recenti, la Germania, rilevano gli analisti della banca svizzera, ''hanno operato un taglio delle sovvenzioni destinate all'energia solare per adeguarsi all'andamento dei prezzi ed evitare un utile sul capitale investito sproporzionato. In quanto molto più conveniente, l'energia eolica è invece meno vincolata ai sussidi pubblici. Le principali sfide del settore consistono in difficoltà di finanziamento e in un eccesso di capacità che erode a ritmo sostenuto i prezzi delle turbine''.
I prezzi dell'energia elettrica prodotta con combustibili fossili, rilevano gli analisti di Credit Suisse, ''sono invece in aumento. A causa della protratta scarsità dell'offerta, dalla fine del 2010 le centrali a carbone si sono viste confrontate con un'impennata dei prezzi del combustibile''.
Stando alle stime di New Energy Finance, il costo livellato dell'energia elettrica (Lcoe, levelized cost of electricity) prodotta nei nuovi stabilimenti supera ora quota 75 dollari/MWh e ha dunque subito un incremento del 36% nell'ultimo biennio, a fronte del calo di quasi il 30% osservato nel settore del solare. I prezzi delle rinnovabili si fanno dunque sempre più competitivi rispetto alle fonti di combustibili fossili. A condizione che siano soddisfatti determinati requisiti, quali la presenza di vento e un'elevata prestazione delle turbine, rilevano gli analisti del Credit Suisse, ''sotto il profilo economico l'energia eolica si lascia già oggi alle spalle le nuove centrali alimentate a carbone e gas''.
Benchè si stia sottraendo al giogo delle sovvenzioni, la maggior parte delle tecnologie rinnovabili, solare in testa, sottolineano, ''non potrà farne completamente a meno ancora per qualche anno. Una volta raggiunta la cosiddetta grid parity, quando cioè i prezzi dell'energia solare si attesteranno su un livello pari o inferiore a quello dei prezzi di mercato in assenza di sussidi, il settore vivrà una fase di crescita vigorosa e sostenibile. Fino ad allora e durante il periodo di transizione, le piazze azionarie esposte al settore dell'energia rinnovabile saranno probabilmente caratterizzate da un elevato grado di volatilità e la performance dei titoli dipenderà in larga misura dalle decisioni di mercato in materia di sovvenzioni''. (Fonte: Adnkronos)