Rinnovabili, Corte dei Conti: «Necessario uniformare le norme regionali»
pubblicata dall'organo di Stato una relazione speciale sulle politiche nazionali in materia di fonti rinnovabili. Migliorano gli investimenti, ma resta il problema delle differenze normative tra regione e regione. Necessario, inoltre, migliorare il coordinamento tra governo centrale e amministrazioni locali
15 February, 2012
In materia di energie rinnovabili si «registrano norme e procedure significativamente differenti tra regione e regione, che rendono disomogenea la disciplina della materia, anche per la difficoltà delle autorità centrali a svolgere una incisiva azione di raccordo». È quanto sostiene la sezione di controllo per gli affari comunitari ed internazionali della Corte dei Conti, che ha approvato una relazione speciale intitolata "Energie rinnovabili, sul risparmio e sull'efficienza energetica nel quadro della politica di coesione socio-economica" (vedi allegato). «In mancanza di modifiche migliorative all'attuale architettura istituzionale - aggiunge la Corte - appare opportuno porre in atto un più incisivo sforzo di concertazione e di cooperazione interistituzionale tra lo Stato e le Regioni, e tra le stesse Regioni, avendo in mente il prevalente interesse generale del Paese».
Occorre una maggiore armonizzazione delle norme, dunque, ma se non altro negli ultimi anni è aumentato lo sforzo in termini di investimenti effettuati. La relazione della Corte dei Conti, infatti, sottolinea che i fondi destinati dall'Italia allo sviluppo delle rinnovabili erano del tutto trascurabili nella programmazione 2000-2006 (665 milioni di euro), mentre appaiono significativi per il ciclo di programmazione in corso 2007-2013 (4 miliardi di euro). Questo testimonia l'importanza crescente attribuita negli ultimi anni ad un settore che produce energia rinnovabile autoctona e che quindi contribuisce a ridurre la dipendenza dalle importazioni dall'estero, oltre a minimizzare l'impatto ambientale.
La relazione, infine, ha rimarcato la necessità di migliorare il coordinamento tra Stato e Regioni, anche per ottemperare agli obblighi derivanti dalla normativa comunitaria e dai trattati internazionali.