Enti locali per il clima: occorre un piano energetico nazionale
Secondo Agenda 21, Aiccre, Alleanza per il Clima, Anci, Comuni Virtuosi, Inu, Kyoto Club e Upi, l'Italia non può più fare a meno di una strategia nazionale che riduca la dipendenza dell’Italia dall’estero e punti sulle rinnovabili
02 March, 2012
L'Italia ha bisogno urgentemente di una strategia energetica nazionale. Lo chiede il tavolo di lavoro degli Enti locali per il clima, che riunisce Aiccre, Alleanza per il clima, Anci, Comuni virtuosi, il Coordinamento delle Agende 21 locali Italiane, Inu, Kyoto Club e Upi. Non è la prima volta che le associazioni sollecitano il governo in questo senso, ma l'emergenza freddo delle ultime settimane, e la conseguente crisi nelle forniture di gas, ha riacceso ancora una volta la questione. «Quanto è accaduto nelle settimane passate dimostra la fragilità del paese e la necessità estrema di ridurre al massimo la dipendenza degli approvvigionamenti che provengono dall’estero, diversificando le forniture – scrivono gli Enti locali - Per questa ragione serve una strategia chiara che delinei il futuro dell’Italia e consenta una pianificazione seria degli interventi».
Una strategia che non può prescindere dalle fonti rinnovabili. Una buona notizia in questa direzione, secondo le associazioni, è stata l'apertura del Fondo rotativo per Kyoto, che gli operatori attendevano da anni, ma si tratta comunque di una misura insufficiente. «Ben venga il Fondo per Kyoto, che rappresenterà di certo un incentivo per le aziende, tuttavia l’iniziativa non può essere lasciata solo ai privati, ma va inquadrata in un disegno più ampio e organico di rafforzamento delle pianificazioni degli enti locali – proseguono - Senza dubbio quindi il paese deve accelerare la transizione dai combustibili fossili e puntare sulle rinnovabili, al risparmio energetico e ad una maggiore efficienza, nel rispetto di risorse, specificità e diverse vocazioni territoriali».
Di qui la necessità di una strategia energetica nazionale, che punti ad assicurare all'Italia «un sistema di fornitura che garantisca la competitività, la sostenibilità dei meccanismi attuativi e la razionalizzazione di risorse e fonti utilizzabili, con regole e tempistiche certe». Una necessità non soltanto dal punto di vista ambientale, ma anche finanziario e occupazionale. «Non è pensabile che le nostre aziende si trovino a rischiare di dover vedere limitato il conferimento dell’energia con forti condizionamenti sulla produzione – concludono le associazioni - Serve un nuovo ambizioso e credibile modello energetico nazionale, che tenga in considerazione e prenda spunto dai migliori piani energetici regionali e locali, capace di rappresentare una guida solida e omogenea in tutto il paese».