Salvaciclisti, la lezione inglese per rilanciare la campagna italiana
Oggi a Milano un convegno organizzato dalla Gazzetta dello Sport per parlare della sicurezza dei ciclisti sulle strade cittadine. Ospite un giornalista del Times, il quotidiano britannico che per primo ha lanciato la campagna Salvaciclisti
16 March, 2012
Sta avendo grande successo in Italia la campagna Salvaiciclisti, con una grande partecipazione della gente, che si esprime soprattutto attraverso la rete e con l'appoggio di amministratori, giornalisti e testimonial importanti. Una mobilitazione partita dall'Inghilterra, che anche da noi non ha avuto difficoltà a prendere piede, complici gli sponsor di primissimo piano. Ora la speranza è di riuscire a ottenere dei risultati concreti da un punto di vista politico, che aumentino la sicurezza dei ciclisti di casa nostra.
Una questione da affrontare con urgenza, visti gli ultimi dati che parlano di incidenti in costante aumento nelle città italiane. Secondo uno studio di D.A.S, compagnia del gruppo Generali specializzata nella tutela legale "ogni giorno in Italia 38 ciclisti rimangono coinvolti in incidenti stradali". Al primo posto c'è la Lombardia con 10 incidenti al giorno, poi l'Emilia Romagna con 8 e il Veneto, 5. Gli incidenti in bicicletta sono aumentati del 25% negli ultimi dieci anni.
Oggi a Milano si è tenuto un convegno, con lo scopo di affrontare quella che è ormai un'emergenza e per rilanciare la mobilitazione.
L'incontro è stato organizzato dalla Gazzetta dello Sport alla presenza di Renato Di Rocco (presidente di Federciclismo), Filippa Lagerback (conduttrice televisiva), Pierfrancesco Maran (assessore Mobilità del Comune di Milano), Andrea Monti (direttore della Gazzetta dello Sport) e Paolo Pinzuti (coordinatore italiano della campagna #salvaiciclisti).
"Qualcosa si sta muovendo, stiamo avendo i primi successi" ha spiegato Pinzuti “60 parlamentari hanno aderito all’iniziativa e gran parte dei sindaci hanno dichiarato la loro disponibilità ad aiutarci. Adesso dobbiamo lavorare per espandere il movimento e ottenere risultati concreti”.
Ospite d'onore dell'incontro era Kaia Burgess, inviato del quotidiano britannico Times, che per primo ha lanciato la campagna Salvaiciclisti in Inghilterra.
Londra è la città dove il dibattito sulla sicurezza dei ciclisti ha suscitato il maggior interesse nell'opinione pubblica.
“Abbiamo dato vita a un grande dibattito in parlamento e abbiamo ricevuto il sostegno del primo ministro" spiega Burgess "abbiamo anche ottenuto l’installazione di specchi ai semafori a Londra. Rimane ancora molto da fare, soprattutto in ambito europeo: serve un accordo e un impegno da parte di tutti i governi”.
Un mese fa il Times aveva pubblicato un appello, che ha subito riscosso il consenso, soprattutto tra il popolo della rete. Il messaggio è semplice: fare qualcosa tutti assieme, nel nostro piccolo, per evitare che la gente si faccia male perché usa la bici in città.
L'idea ha preso dopo il grave incidente di una giornalista della testata, Mary Bowers, protagonista di un grave incidente a Londra, in novembre. Il Times dedica grande attenzione al tema, ha redatto un manifesto per la sicurezza dei ciclisti che ha consegnato al ministro dei Trasporti britannico. Inoltre è da qualche tempo attiva sul sito del giornale una mappa interattiva che permette di indicare i punti più pericolosi della propria città. Si va così a implementare con il contributo di tutti una mappatura della città a misura di due ruote, da cui nascerà poi un report.
Oggi, dopo il convegno milanese, sul sito del Times si legge tutta la soddisfazione per un progetto di successo che, dopo aver catturato l'opinione pubblica nazionale, ormai ha preso piede anche in Italia. L'articolo cita l'associazione Ciclobby e si congratula per il buon successo che il lancio della campagna sta avendo anche nel nostro paese. La convinzione è che Cities fit for cycling sia un modello esportabile.