Fotovoltaico, Ifi: «Pericoloso parlare sempre di modifiche agli incentivi»
Secondo il comitato delle Industrie fotovoltaiche italiane, le voci continue di cambiamenti in materia di sovvenzioni statali per il fotovoltaico peggiorano l'incertezza del settore, rischiando di mandare in crisi le aziende. Chiesto un tavolo di confronto ai ministeri competenti
23 March, 2012
«Le nostre imprese hanno bisogno di certezza: per programmare i propri investimenti, per tarare i cicli produttivi, per attivare l’accesso al credito. Si prendano posizioni chiare e definitive e soprattutto si favorisca la salvaguardia e lo sviluppo della filiera industriale nazionale». A dirlo è Alessandro Cremonesi, presidente del comitato IFI (Industrie fotovoltaiche italiane) a proposito delle recenti indiscrezioni sulla possibile elaborazione di un Quinto conto energia, che modificherebbe ancora una volta il quadro nazionale di incentivazione per l'energia elettrica solare. Secondo l'associazione, le voci di riforma che si inseguono di continuo non fanno che aggravare la situazione di incertezza in cui versa l'intero settore, limitando lo sviluppo delle aziende italiane.
Eppure, sottolinea Cremonesi, il nostro modello è stato copiato da diversi paesi europei. «Abbiamo fatto scuola con la Francia, che sta adottando un sistema di incentivazione a tutela del proprio mercato ripreso dal modello italiano – aggiunge - Anche la Germania sta pensando di predisporre un modello all’italiana. Siamo bravi ad insegnare ma non ad applicare leggi dagli stessi contenuti nel nostro Paese».
Uno dei problemi, secondo il presidente del comitato Ifi, è rappresentato anche dai preconcetti dell'opinione pubblica, preoccupata del costo degli incentivi ma poso attenta ai benefici economici delle rinnovabili. «Il settore del fotovoltaico è ormai visto dall’opinione pubblica solo in accostamento al caro bolletta – prosegue - Nei giorni scorsi sono stati divulgati dati pubblicati da autorevoli Istituti di Ricerca, quali Ref-e e Cresme, che evidenziano in modo inequivocabile come l’energia prodotta da fonte fotovoltaica e rinnovabile in genere, rappresenti, a conti fatti, un significativo risparmio al costo complessivo dell’energia elettrica, oltre a produrre investimenti, crescita e posti di lavoro per tutto il sistema Paese».
Solo nel fotovoltaico, fa notare Ifi, sono impiegate in totale circa 120.000 persone. «Visto quanto sopra e data la situazione di grave instabilità che si è venuta a generare nel settore – conclude Cremonesi - il comitato IFI chiede al ministero dello Sviluppo Economico e al ministero dell'Ambiente l'istituzione di un tavolo di confronto che preveda, nella rivisitazione del sistema incentivante per il fotovoltaico, strumenti a favore della crescita e dello sviluppo dell'industria italiana ed europea e che tendano a rafforzare garanzie e controlli per maggiore tutela di coloro che decidano di realizzare impianti fotovoltaici e per la salvaguardia dell'ambiente (certificazioni e regole di riciclo)».