Rifiuti, lettera aperta dei comitati al premier Monti
I cittadini chiedono al presidente del Consiglio di revocare l'ordinanza che stabilisce lo stato di emergenza rifiuti per Roma e di convocare un tavolo di confronto con i comitati - pubblichiamo il testo della lettera
02 April, 2012
Al Presidente del Consiglio dei Ministri prof. Mario Monti,
Al Ministro dell’Ambiente dott. Corrado Clini,
Alla stampa nazionale ed ai media
e p.c. Al Commissario straordinario ai rifiuti dott. Giuseppe Pecoraro,
Oggetto: Richiesta urgente di incontro e di revoca dell’Ordinanza n° 3963 del 6 settembre 2011 del Presidente del Consiglio dei Ministri-dichiarazione dello stato di emergenza ambientale nella Provincia di Roma in relazione alla chiusura della discarica di Malagrotta
Sig. Presidente del Consiglio e sig. Ministro dell’ambiente,
In riferimento alla vicenda del ripetuto annuncio della chiusura della discarica di Malagrotta ed agli atti sinora adottati dalle istituzioni, relativamente alle ipotesi previste nell’ordinanza Presidente Regione Lazio n° Z0002 del 30 giugno 2011 di sette siti di localizzazione per una discarica alternativa, i cittadini di Roma e del Lazio insieme ai Comitati,
i Coordinamenti e le Reti in cui si sono autorganizzati le chiedono:
L’IMMEDIATA ED URGENTE REVOCA DELL’ORDINANZA DI STATO DI EMERGENZA,
IL RIPRISTINO DELLA LEGALITA’ ED UN PIANO STRAORDINARIO RIFIUTI PER ROMA
La richiesta è ampiamente motivata dalla recentissima pronuncia del TAR Lazio in merito alla totale irrilevanza della nota prot. 120859 del 24 giugno 2011 titolata “Analisi preliminare di individuazione di aree idonee alla localizzazione di un nuovo sito di discarica servente i Comuni di Roma, di Ciampino e di Fiumicino e della Città del Vaticano” che individuava sette siti, da cui venivano indicati preferenziali i siti “temporanei” di Riano-Quadro alto e di Roma-Corcolle secondo una procedura
risultata del tutto irregolare e basata non su perizie tecnica ma solo su scelte “politiche” concordate sulla carta sembrerebbe con il sindaco di Roma e con il presidente della Regione Polverini.
Tale nota, di cui ne abbiamo denunciato l’illegittimità per vizio di competenza, rappresenta il presunto atto tecnico-decisionale su cui si base l’intero impianto della ordinanza dell’ex pesidente Berlusconi di cui si chiede la urgente revoca, essendo sia parte della premessa che di fatto la sostanza del relativo art. 2 in cui si definiscono le competenze ed i poteri del commissario straordinario individuato nella persona del Prefetto di Roma pro tempore.
Lei stesso, ministro Clini ha in questi giorni dichiarato pubblicamente l’insussistenza di valore di tale “Analisi preliminare” e di tutte le attività, o meglio inattività, che il commissario straordinario ha sinora prodotto dopo sette mesi dalla nomina effettiva, e la stessa insussistenza di uno stato di emergenza proclamato solo per sgravare le Istituzioni locali da scelte impopolari e nel contempo tentare di aggirare la procedura
di legge del T.U. 152/ 2006 in merito alla gerarchia di trattamento dei rifiuti.
Infatti stiamo denunciando sin dal settembre scorso che per questa “presunta emergenza” sia la Regione Lazio che lo stesso commissario straordinario si limitano ad occuparsi esclusivamente della sola fase dello smaltimento in discarica, invece di prendere atto che solo un “Piano straordinario di raccolta porta a porta per Roma” può produrre a breve l’effetto di abbattere alla fonte i rifiuti da smaltire attraverso il riciclo di imballaggi acquistati dalle piattaforme CO.NA.I., il recupero di
materie prime seconde ed la produzione di compost dal trattamento della parte organica vegetale.
Occorre che il rispetto della legge parta dal primo passo la Raccolta Differenziata Porta a Porta Spinta, senza peraltro dimenticare le fasi preliminari della Riduzione Riuso Riutilizzo, che permette il conseguimento dell’obiettivo di legge del 65% di raccolta differenziata impedito dal mantenimento del cassonetto stradale “di prossimità”.
La chiusura della megadiscarica di Malagrotta, obiettivo irrinunciabile che sosteniamo da anni come comitati e cittadini di Roma e Comuni confinanti della Provincia, non può essere l’occasione di aprire tre nuove discariche (Riano-Corcolle-Fiumicino) continuando lo scempio ambientale, ma deve essere l’occasione di riconvertire radicalmente il sistema di raccolta nella città di Roma e la costruzione dell’impiantistica a servizio della stessa per avviare finalmente un ciclo alternativo ed insieme il ripristino della legalità nel Lazio.
Solo la presa d’atto che oggi dobbiamo combattere contro qualsiasi tecnologia di incenerimento e di distruzione di materia ed energia può avviare la consapevolezza che il recupero/riciclo è una imprescindibile esigenza del ciclo produttivo industriale, che è il solo ciclo ecologicamente ad impatto zero, che è il solo ciclo sperimentato concretamente e che produce una riduzione di venti volte dell’investimento in infrastrutture destinandolo all’investimento in occupazione locale e partecipazione democratica dei cittadini.
Dai cittadini ai Sindaci, alle Province, agli imprenditori che vogliono oggi investire in un settore di green economy che risulta oggi l’unica forma di imprenditoria non assistita da contributi pubblici, contrariamente alla truffa dei CIP6 e dei certificati verdi per gli inceneritori, ed in grado di assicurare la tutela sanitaria - ambientale ed insieme l’occupazione locale con basso tasso di investimento.
Restiamo quindi in attesa di urgente convocazione dei soggetti firmatari ad un tavolo di confronto.
Rete Zero Waste Lazio
Comitato Rifiuti Zero Corcolle - Roma
Comitato Rifiuti Zero Riano
Coordinamento No Discarica Riano
Comitato SOS Discarica Riano
Comitato Rifiuti Zero Fiumicino
Comitato Antidiscarica Allumiere
Comitato Rifiuti Zero Mentana
Comitato Rifiuti Zero Viterbo
Comitato Rifiuti Zero del Lago di Bracciano
Comitato Zero Waste Roma
Coordinamento Rifiuti Zero Rieti