Rapporto Irex: con le rinnovabili, tagli in bolletta per 400 milioni di euro
Secondo l'Irex Annual Report 2012 di Althesys, lo sviluppo delle rinnovabili garantirà agli italiani benefici economici da 22 a 38 miliardi di euro entro il 2030. Vantaggi anche in termini di riduzione della bolletta energetica nazionale, grazie al minor ricorso alle importazioni
03 April, 2012
Tagli alla bolletta degli italiani per 400 milioni di euro e benefici per il Paese da 22 a 38 miliardi di euro da qui al 2030: sono questi alcuni dei vantaggi di cui potranno usufruire gli italiani grazie alle fonti di energia rinnovabile, il cui settore nel 2011 è continuato a crescere grazie a 223 operazioni tra settore eolico, fotovoltaico, biomasse, geotermico ed energia dai rifiuti per un valore di 7,8 miliardi di investimenti. A presentare questi dati è l'Irex Annual Report 2012.
«Dall'analisi delle operazioni del 2011 - spiega Alessandro Marangoni, capo del team di ricerca che ha realizzato il rapporto - emerge un settore in crescita. In particolare la crecita interna, per la maggior parte nel fotovoltaico, rimane stabile. Nella finanza straordinaria invece continua l'aumento delle acquisizioni per 1,6 miliardi di euro, contro gli 1,3 del 2010».
Il calcolo, aggiornamento di un'analisi scientifica che Althesys realizza da quattro anni, si fonda su un approccio differenziale che compara due scenari. I dati storici di generazione da fonti energetiche rinnovabili dal 2008 e l'evoluzione al 2030 si confrontano con una situazione ipotetica in cui la produzione elettrica è solo con fonti fossili. Le voci di costo considerate sono gli incentivi e i costi delle carenze infrastrutturali. Voci di beneficio sono gli effetti sull'occupazione, la riduzione delle emissioni di Co2 (fino a 83 milioni di tonnellate al 2030), altre emissioni evitate, l'indotto, gli effetti sul Pil e la riduzione del fuel risk.
«Le fonti rinnovabili d'energia sono uno strumento fondamentale per disaccoppiare la crescita economica dalle emissioni di anidride carbonica - commenta il ministro dell'Ambiente, Corrado Clini - Sono anche il perno attorno cui ruota il cambiamento dello scenario energetico, mirato non più sulle grandi centrali che alimentano una rete elettrica "a senso unico", bensì sulla produzione distribuita di energia e su reti intelligenti, sui piccoli impianti integrati con l'efficienza energetica e con l'innovazione».
L'indotto e l'occupazione sono le principali voci positive del bilancio delle rinnovabili, oltre ad effetti sul mercato elettrico "i cui prezzi nelle ore di picco vengono calmierati - continua - Si stima che nel 2011 l'effetto di peak shaving (cioé il risparmio) attribuibile al fotovolcaico sia stato di 400 milioni di euro". Nel 2011 la maggior parte delle operazioni (53%) è stata nel settore fotovoltaico, ma rispetto al passato si è ridotta la taglia degli impianti, inferiori ai 6 mw nell'87% dei casi. Situazione simile nell'eolico (con il 23% di operazioni ma meno del 24% di mw), dove molte aziende italiane fuggono all'estero, investendo più che nei confini nazionali.