Rinnovabili, burden sharing: gli obiettivi regionali pubblicati in Gazzetta Ufficiale
Pubblicato in Gazzetta il decreto che assegna a ogni regione e provincia autonoma un proprio obiettivo vincolante in materia di fonti rinnovabili. Previsto il monitoraggio periodico degli obiettivi da raggiungere
04 April, 2012
È ufficiale: ora ogni Regione ha il proprio obiettivo di sviluppo delle rinnovabili al 2020. Il decreto sul cosiddetto “burden sharing”, lo schema di ripartizione del target nazionale in materia di energia pulita, è infatti stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale. In base al nuovo provvedimento, tutte le Regioni e le Province autonome dovranno concorrere al raggiungimento dell'obiettivo italiano di sviluppo delle fonti rinnovabili, ovvero il 17% di produzione energetica pulita sul consumo nazionale lordo entro l'anno 2020. Per riuscirci, appunto, ogni amministrazione regionale dovrà dare il suo contributo.
Il decreto (Dm 15 marzo 2012) fissa nel dettaglio la quota di energia rinnovabile che ciascuna Regione dovrà raggiungere. Il contributo maggiore in termini assoluti spetta alla Valle d’Aosta, che nel 2020 dovrà utilizzare almeno il 52% di energia da fonti pulite. Seguono le Province di Trento e Bolzano, rispettivamente con il 36,5% e il 35,5% e il Molise, che dovrà invece raggiungere il 35% entro il 2020. Sia la Valle d'Aosta che la provincia autonoma di Bolzano, però, sono già molto vicine al loro obiettivo regionale, per cui l'aumento maggiore della quota rinnovabile toccherà alla alla Basilicata, che dovrà passare dall’attuale 7,9% al 33% di energia pulita. Un grosso balzo in avanti è previsto anche per il Molise (dal 10,8 al 35%) e per la Sardegna (dal 3,8 al 17,8%).
Le amministrazioni regionali, inoltre, dovranno promuovere programmi di formazione per gestori di utenze pubbliche, progettisti, piccole e medie imprese, oltre a realizzare reti di teleriscaldamento sul proprio territorio e ridurre i consumi finali di energia attraverso interventi a carico del trasporto pubblico locale, dell’edilizia pubblica, dell’illuminazione stradale e del settore idrico. Previsto dal decreto anche un un sistema di monitoraggio annuale degli obiettivi da conseguire, con relative sanzioni per le Regioni inadempienti.