Brindisi, rigassificatore: il comitato tecnico regionale nega il nulla osta di fattibilità (Nof)
E’ negativa la pronuncia del Comitato Tecnico Regionale della Puglia che ha il compito di rilasciare il Nulla Osta di Fattibilità (Nof) sul progetto relativo al rigassificatore di Brindisi (lido Capo Bianco). Per l’assessore Nicastro l'opera nel suo insieme conserva un forte indice di rischio di incidente rilevante per la sicurezza del territorio
10 April, 2012
Si rompe lo stallo burocratico per l’inglese British Gas e per la sua controllata Lng Brindisi sul progetto relativo al rigassificatore di Brindisi (lido Capo Bianco) con due pronunce amministrative: una tecnica di livello regionale e l’altra, che sarà a breve il 13 aprile, di natura giudiziaria.
La prima proviene dal Comitato Tecnico Regionale che ha il compito di rilasciare il Nulla Osta di Fattibilità (Nof), atto proveniente dal complesso legislativo del decreto Seveso sui rischi di incidenti rilevanti. Pronuncia, dunque, negativa, il cui divieto di costruzione peserà non poco sulla rinuncia definitiva da parte dell’azienda Lng Brindisi.
“La negazione del nulla osta di fattibilità (NOF) del rigassificatore di Brindisi – ha spiegato l’assessore all’Ambiente Lorenzo Nicastro – ha messo in chiaro i dubbi che il Governo Regionale aveva espresso sulla realizzazione di quell'opera nella localizzazione voluta dall'azienda. Esistono, stando alle valutazioni tecniche degli uffici regionali, una serie di rilievi non superati. L'opera nel suo insieme conserva un forte indice di rischio per la sicurezza del territorio”. L’istruttoria del Comitato condotta a Brindisi si è focalizzata principalmente sulle aree ad elevata concentrazione di stabilimenti (in particolare per il petrolchimico che si trova nella zona retrostante al rigassificatore) a elevato rischio di incidente rilevante. In caso di esito positivo la Brindisi LNG avrebbe potuto dedicarsi alla redazione del rapporto di sicurezza definitivo e quindi alla definitiva realizzazione dei serbatoi.
“L'area su cui l'impianto dovrebbe insistere, - ha elencato Nicastro - i rischi connessi agli sversamenti di gas liquido, i dubbi sulla gestione e il trattamento dei reflui oltre che una serie di perplessità sui sistemi di connessione dell'impianto di Brindisi alle reti nazionali (metano dotto e oleodotto) in un'area a rischio idraulico: sono queste le perplessità che la nostra struttura tecnica ha sottoposto al Comitato regionale prima della valutazione definitiva”.
“Come ho detto all'indomani della notizia – ha spiegato Nicastro – di un presunto ritiro della British Gas da Brindisi, la Regione ha svolto il proprio compito e avevamo il dovere istituzionale di valutare con puntualità l'impatto, in termini ambientali e di rischio industriale, che l'impianto e la gestione di 6 mln di tonnellate di metano liquido all'anno, avrebbero sull'area”.
Dopo la pronuncia sul Nulla Osta di Fattibilità, la British Gas è anche in attesa di conoscere l’esito della sentenza del Tribunale di Brindisi, slittata dal 16 marzo al 13 di aprile, relativa al riavvio delle autorizzazioni amministrative al progetto che Brindisi Lng aveva ottenuto dal Ministero nel 2003. La sentenza del processo dovrà confermare o meno il sequestro della colmata realizzata per l’interramento dei serbatoi (come richiesto in fase di verifica di assoggettabilità a VIA dal Ministero dei Beni Culturali e del Pesaggio). Sequestro che fu stabilito il 12 febbraio 2007, per un’ipotesi di reato di occupazione di area demaniale marittima, nel porto esterno.
Infine, la British Gas dovrà decidere se aspettare l'ultima e decisiva convocazione della conferenza dei servizi da parte del Ministero dello Sviluppo Economico (e quindi le decisioni che ne verranno), oppure darsi una propria una scadenza temporale, e dunque decidere di abbandonare il progetto, così come annunciato il 6 marzo dall'amministratore delegato Manzella a prescindere dalla decisione finale del Ministero.