Riceviamo e pubblichiamo. Pietro Santamaria: “Il mio impegno a difesa del bene comune”
Pubblichiamo una nota di Pietro Santamaria, autore del libro “L’ultimo chiuda la discarica”, nella quale l’autore elenca le numerose iniziative da lui condotte in difesa dell’ambiente di Mola di Bari e del suo territorio (denuncia di discariche abusive con l’indicazione dei siti, attraverso articoli e fotografie, nonché l’esposto alla magistratura nel 2007)
10 April, 2012
Nel “redazionale” pubblicato il 6 aprile 2012 sul sito web di Città Nostra dal titolo “Discarica abusiva: la Procura interroga Lestingi” mi è stato indirizzato un attacco gratuito e diffamatorio. Tra l’altro, vi è scritto quanto segue: “Su Martucci e dintorni, sono stati versati fiumi di inchiostro, anche con un libro molto ben documentato scritto da un ex assessore all’ecologia, ma forse un’occhiata alle “carte” comunali, da parte di chi ne aveva il potere, avrebbe giovato all’ambiente più di centinaia di pagine di pur sacrosante accuse.” Inoltre, in un commento allo stesso articolo, Nicola Lucarelli ha scritto che “ ... la realtà, però, è che in 22 anni, nessuno si è preoccupato di quella discarica ‘provvisoria’. Tutti coloro che denunciavano e denunciano l’esistenza di discariche abusive (senza mai indicarne il sito), se avessero solo consultato l’archivio comunale, avrebbero scoperto con largo anticipo ciò che la protesta di un operaio ha messo sotto il naso di tutti noi...”. Altri interventi ammiccanti e superficiali, ma che soprattutto pervicacemente continuano ad ignorare i fatti accaduti negli ultimi decenni a Martucci, San Vincenzo e Pozzovivo, sono contenuti nello stesso e in altri commenti. E questi fatti sono contenuti non soltanto nel mio libro, “L’ultimo chiuda la discarica”, pubblicato a dicembre 2010, ma in atti pubblici che anche Città Nostra, in quanto organo di informazione, e chi vi scrive, ha il dovere di conoscere.
Sono, purtroppo, costretto a riprendere alcuni di questi fatti raccontati nel libro, soprattutto le tante denunce che ho fatto, prima, attraverso le colonne di Realtà Nuove e, poi, durante e dopo la mia esperienza di assessore del Comune di Mola. Denunce anche alle autorità inquirenti. Sono sempre dalla parte della ricostruzione storica basata sui documenti. Le affermazioni devono essere sempre documentate e Città Nostra non lo ha fatto.
Della discarica abusiva svelata da Domenico Lestingi ho scritto tanto. Segnalo soltanto le didascalie di alcune delle foto che ho pubblicato nel libro: “Gestione dei rifiuti in una cava in contrada San Vincenzo” (a pag. 62), “Un camion della Lombardi Ecologia scarica i rifiuti in una cava a San Vincenzo” (a pag. 69), “Due pale meccaniche nascoste nella discarica abusiva di San Vincenzo” (a pag. 69), “23 gennaio 1993, discarica abusiva a San Vincenzo…” (a pag. 70), “Rifiuti in una cava in contrada San Vincenzo a Mola (luglio 1992)” (a pag. 304), “Intervento dei vigili urbani nella cava di San Vincenzo dopo una segnalazione” (a pag. 305). Chiamai io la polizia urbana.
In seguito agli articoli pubblicati su Realtà Nuove e alle denunce di alcuni agricoltori e del movimento “La Rete”, il 30 marzo 1993 la Procura circondariale di Bari dispose il sequestro della “discarica abusiva” di San Vincenzo (una foto eloquente è a pag. 71). Il Tribunale della Libertà di Bari dissequestrò la discarica abusiva il 29 aprile, come ho riportato nel libro.
Nella cronologia “Discarica Lombardi Ecologia: una storia infinita”, a pag. 304, ho scritto che ”L’ex cava abusiva in contrada San Vincenzo, in cui era stato autorizzato lo stoccaggio momentaneo della spazzatura molese, è diventata una discarica abusiva…”. Inoltre, a pag. 308 ho riportato che a novembre 1994 “In seguito alle denunce e alle relative indagini condotte dal Pubblico Ministero Francesca Pirrelli, seguite all’uso della cava in contrada San Vincenzo, Paolo Lombardi, titolare della Lombardi Ecologia, è rinviato a giudizio in quanto è accusato di aver violato l’art. 650 del Codice Penale che prevede per chi «non osserva un provvedimento legalmente dato dall’Autorità per ragioni di giustizia o di sicurezza pubblica, o di ordine pubblico o di igiene» l’arresto fino a tre mesi o l’ammenda fino a quattrocentomila lire.”
Nel libro c’è tutto questo e tanto altro ancora. Del resto il sottotitolo è “Trent’anni di storie di cave di terreno trasformate in discariche più o meno controllate, tra Conversano e Mola di Bari, durante l’infinita emergenza rifiuti in Puglia”. Su altri fatti sono in corso indagini della magistratura. Devo ricordare che un’altra cava fu utilizzata in deroga alle disposizioni legislative in materia di smaltimento dei rifiuti: la cava di Pozzovivo nel 1996. Quella cava è stata bonificata con un finanziamento pubblico di oltre un milione di euro dall’amministrazione Berlen.
Per salvaguardare la mia onorabilità e dimostrare il mio impegno a difesa del bene comune, anche in relazione alla mia attività di amministratore, ma soprattutto per una corretta ricostruzione delle vicende che non ceda colpevolmente a qualunquismo e indistinzione, devo segnalare che il mio primo esposto alla Procura l’ho presentato nel 2007. Non c’è altro da aggiungere.
Come amministratore ritengo di aver agito avendo come bussola soltanto il bene comune, ed è ciò che continuerò a fare senza raccogliere facili e strumentali provocazioni, senza subire distrazioni di polemiche che hanno probabilmente lo scopo di deviare dall'accertamento delle reali responsabilità e delle verità storiche. Mi piace ricordare qui solo un provvedimento: quello che ha permesso di avviare qualche settimana fa la raccolta domiciliare dei rifiuti: l’unico modo per sottrarre rifiuti allo smaltimento.
Ritengo sia inopportuno focalizzare l’attenzione sulla polemica (non voluta), ma prestare invece la nostra attenzione alla gravità di quanto sta finalmente emergendo.
Mola di Bari, 9 aprile 2012
Pietro Santamaria