Roma, rifiuti. Clini: «Il nuovo sito è una scelta residuale, l'ultimo dei problemi»
Oggi, 12 aprile, il terzo incontro per la gestione del problema rifiuti. Ma il ministro dell'Ambiente avverte: «Roma entra nel sistema europeo uscendo da quello delle discariche». Per adesso, però, non si esclude un'altra proroga di Malagrotta
12 April, 2012
La nuova discarica? «È una scelta residuale, l'ultimo dei problemi. Roma non andrà in emergenza: ci sono risorse, competenze e possibilità di soluzioni razionali nell'arco dei prossimi mesi». Il ministro dell'Ambiente Corrado Clini è netto. Non è nel sito alternativo alla maxidiscarica di Malagrotta il nodo dei rifiuti di Roma. Lo rimarca, e non è un caso, alla vigilia di un'altra riunione tecnica al ministero, quella che nelle intenzioni doveva essere risolutiva per l'indicazione del sito ma che, a quanto pare, potrebbe richiedere ulteriori aggiornamenti.
Ma intanto, la governatrice del Lazio, Renata Polverini, torna ad insistere sull'urgenza di trovare un sito provvisorio, così come il sindaco della capitale Gianni Alemanno. Infatti, dopo lo stop a Corcolle, Riano e Pian dell'Olmo (quest'ultimo non sgradito alla Provincia di Roma), e le molte riserve sollevate rispetto alle zone militari, sembra difficile poter pensare già a una risposta definitiva il 12 aprile. O a una qualche certezza che il 30 giugno, così come previsto, Malagrotta possa chiudere davvero, e definitivamente, i battenti. Ulteriore proroga? Nessuno, allo stato delle cose, può permettersi di escluderla del tutto.
Alla riunione del 12 aprile che pure vede all'ordine del giorno la questione sito, i politici intanto non dovrebbero partecipare. «Stiamo continuando a lavorare con riunioni tecniche» ha affermato Clini, che ha smentito uno slittamento a venerdì della riunione. Il messaggio del ministro è piuttosto avanti tutta sull'accordo di programma che punta, entro il 2014, al 50% di differenziata e al solo 20% di rifiuti, e trattati, in discarica. «Un accordo con Comune, Provincia e Regione per costruire un sistema europeo - ha affermato - Il nostro impegno è fare in modo che la Capitale d'Italia abbia un sistema di gestione dei rifiuti comparabile alle altre capitali, uscendo da quello delle discariche». Di più: «Non è sano - secondo Clini - concentrarsi sulle discariche. Prima vengono la differenziata e il recupero».
Il Campidoglio, da parte sua, che ha ricevuto una diffida da Legambiente per l'attivazione del porta a porta sull'organico su tutta la città, non può però non riportare al centro dell'attenzione il tema della discarica: la differenziata era al 19%, ha ricordato Alemanno, oggi è al 25,6%, per cui «se il ministero mette più risorse la possiamo incrementare. Non mi sembra utopia il 50% in tre anni. Ma nel periodo transitorio serve una discarica temporanea». E il porta a porta di cui parla Legambiente? «Un discorso lunare: servono i soldi, e non ci sono. Se li trovano loro, la facciamo anche domani».
Per il presidente della Regione, Renata Polverini, quindi, «la scelta del nuovo sito deve assolutamente essere vicina. Noi stiamo lavorando al di là dei tavoli, che sono la sintesi, quotidianamente. Che la discarica provvisoria vada trovata‚ è fuori discussione. Abbiamo un problema che va risolto mettendo in campo diverse soluzioni. Il piano regionale va attuato e al suo interno c'è‚ anche la differenziata. Ma rispetto alla chiusura di Malagrotta e alla definizione complessiva di tutti gli impianti si rende necessaria una discarica provvisoria».
Intanto, «dopo l'attivazione del servizio porta a porta nel comune di San Vito Romano, in provincia di Roma è record di raccolta differenziata», annuncia il presidente della provincia di Roma, Nicola Zingaretti. «Ad oggi - aggiunge - infatti l'Amministrazione provinciale ha finanziato progetti per 69 comuni per una popolazione complessivamente coinvolta di quasi un milione di abitanti, raggiungendo in alcune realtà la percentuale del 60% di rifiuti differenziati».
Approvazione per l'approccio adottato da Clini viene dalla Rete Zero Waste Lazio. «Mandare in discarica od incenerire materiali che possono dimezzare i costi della filiera di trattamento dei rifiuti è infatti una scelta non solo illegittima ma anche scellerata, rispetto agli effetti che hanno ed avranno i rifiuti non differenziati sulla salute e sull’ambiente, quella scelta che correttamente viene definita “residuale” da Clini e da noi», spiega il portavoce Massimo Piras. «Finalmente si inizia a comunicare correttamente quanto i cittadini organizzati del Lazio stanno ripetendo da almeno quattro anni alle Amministrazioni comunali, provinciali e soprattutto regionali che si sono succedute nel tempo. Siamo nel contempo esterefatti - continua Piras - che tale semplice principio di legge, desumibile dalla lettura di quanto previsto dall’articolo 182 del Testo Unico ambiente, sia oggetto di scontro tra istituzioni che ne ribadiscono il valore ed altre che sinora ne hanno preso attentamente le distanze, programmando da sempre e quasi esclusivamente impianti di puro smaltimento».