LE VIRTU’ AMBIENTALI DEI MILANESI
25 February, 2004
Il rapporto ambientale della Camera di commercio di Milano Milano ai primi posti in Italia e in Europa per raccolta differenziata e recupero. Bene anche il consumo di energia. In un anno, per il recupero dei rifiuti, risparmiati oltre 37 milioni di euro Milano, 24 febbraio 2004. I milanesi sono virtuosi quando hanno a che fare con l’ambiente. Rispetto alla media nazionale Milano consuma meno energia ed eccelle sia per la lotta all’abusivismo edilizio (solo cinque province hanno un tasso di abusivismo minore) che per la raccolta differenziata e recupero. La metà dei rifiuti prodotti dalla provincia nel suo complesso viene infatti destinata al contenitore adeguato. Un record se pensiamo che in sette anni la percentuale della raccolta differenziata è più che raddoppiata. Il capoluogo lombardo sorpassa così di gran lunga Venezia 28,72%, Firenze 28,29%, Torino 21,86%, Bologna 21,33%, Palermo 5,36%, Roma 4,93%, (ultimi dati disponibili APAT, Agenzia per la Protezione dell\'Ambiente e per i Servizi Tecnici). Buoni risultati a Milano città, dove si passa dal 30,83% al 34,45%, e in provincia, dove si registrano percentuali ancora più elevate (Cinisello Balsamo: 56,48%; San Donato Milanese: 55,03%; Monza: 51,10%). Complessivamente ogni cittadino produce in media quasi un chilo e mezzo al giorno di rifiuti. Minore è il ricorso alle discariche: si avvia al recupero o al riciclo oltre il 75% dei rifiuti raccolti dai Comuni o prodotti dalle imprese. E questo significa un risparmio di oltre 37,5 milioni di euro, dei quali 20,5 milioni a vantaggio delle imprese e 17 milioni “risparmiati” dai cittadini. Ogni impresa interessata alla dichiarazione Mud, ha risparmiato in media 650 euro nel 2003. I milanesi consumano però troppa acqua (81° posto tra le province italiane), mentre, se consideriamo il rapporto tra numero di imprese “ambientali” e popolazione residente, Milano si posiziona all’84° posto. Sulla base dell’indice di “virtù ambientale” fondato su cinque voci (consumo energia; acqua; abusivismo; rifiuti; imprese ambientali) Milano si posiziona quinta tra i capoluoghi di regione e terza (subito dopo Firenze e Bologna) tra i grandi centri (al 44° posto nella classifica generale per province). Anche a livello europeo il quadro non cambia: rispetto alle altre grandi metropoli, Milano consuma troppa acqua, ma è virtuosa sia per il consumo di energia elettrica, che per la raccolta rifiuti e per il contenuto inquinamento acustico. Sono questi alcuni dati che emergono dal rapporto ambientale della Camera di Commercio e dall\'esame dei MUD, i Modelli Unici di Dichiarazione ambientale, presentati ogni anno dalle aziende e dai comuni della provincia milanese alla Camera di commercio di Milano, nonché da una elaborazione dell’Osservatorio ambiente della Camera di Commercio di Milano su dati Enea, Istituto Tagliacarte, Unioncamere, Registro delle Imprese e da una indagine presso le Camere di Commercio di Amsterdam, Atene, Parigi e Berlino. “Il milanese – ha dichiarato Carlo Sangalli, presidente della Camera di Commercio di Milano - si mostra informato e sensibilizzato. E’ disposto a sopportare qualche disagio individuale pur di conseguire risultati collettivi di miglioramento della qualità ambientale. I dati della Camera di Commercio dimostrano poi come si stia gradualmente passando da una logica di smaltimento dei rifiuti dominata dal ricorso alle discariche ad una logica di gestione più complessa che punta alla valorizzazione degli scarti e quindi ad un risparmio delle risorse naturali”. “Le 32.000 dichiarazioni ambientali di Comuni e imprese che la Camera di Commercio di Milano ha ricevuto ed elaborato statisticamente – ha continuato Sangalli - costituiscono la più rilevante fonte informativa sulla produzione, la raccolta, il recupero e lo smaltimento dei rifiuti nella provincia. Quest’anno, grazie al modulo semplice da compilare e alla possibilità di presentare i dati per via telematica, l’appuntamento con il MUD è stato meno gravoso e la rilevazione dei dati ancora più efficace”. TUTTI I DATI DELLA RICERCA Indice di virtù ambientale: la classifica nazionale. Milano si posiziona al 44° posto tra le province italiane per virtù ambientale. Ai primi due posti Bolzano e Sondrio; agli ultimi: Caltanisetta e Taranto. Tra i capoluoghi di regione Milano è quinta, superata solo da Aosta, da Trento, da Firenze e da Bologna. Ultime: Roma e Palermo. Tasso di abusivismo. Per tutte le singole voci dell’indice la media italiana è sempre posta pari a 1. Questo significa che un valore inferiore a 1 mostra una “virtù ambientale” elevata (rispetto alla media italiana); un valore superiore a 1 una virtù “ambientale” più contenuta. Milano è al sest’ultimo posto per tasso di abusivismo edile in Italia (valore dell’indice: 0,188). Più virtuose di Milano, solo Reggio Emilia (0,16), Treviso (0,175), Bolzano (0,177), Cremona (0,185) e Lodi (0,188). Ai primo posti: Caltanisetta (3,3); Salerno (3,26); Napoli (3,1). Consumo di risorse idriche. I milanesi consumano una quantità d’acqua leggermente superiore alla media italiana (valore dell’indice: 1,2), che pone il capoluogo lombardo all’81° posto in classifica. Le province più morigerate sono Treviso (0,3) e Varese (0,313). Quelle che consumano più acqua per abitante: Trieste (2,4) e Roma (2,17). Produzione termoelettrica e consumo di energia. Se consideriamo la produzione termoelettrica e il consumo di energia per abitante, Milano si comporta bene e registra un valore dell’indice al di sotto della media nazionale (valore dell’indice: 0,769), che la pone al 62° posto in classifica. Le province con un consumo maggiore sono: Livorno (indice: 8) e Rovigo (indice: 7,9). Quelle che registrano un consumo minore: Enna e Benevento (entrambe con un indice pari a 0,1). Raccolta differenziata. Sulla base degli ultimi dati disponibili a livello italiano (ultimi dati disponibili APAT, Agenzia per la Protezione dell\'Ambiente e per i Servizi Tecnici), Milano si posiziona al 12° posto tra le province italiane più “riciclone”, e prima tra le grandi città. Ai primi due posti ci sono Treviso e Lecco, entrambe con una percentuale di raccolta differenziata pari al 51,4%. Agli ultimi posti: Nuoro (1,8%), Sassari (2,4%), Caltanisetta (2,4%). Presenza di imprese ambientali. Se consideriamo il rapporto tra numero di imprese “ambientali” (impegnate nel settore di raccolta smaltimento dei rifiuti solidi; della depurazione delle acque di scarico; di misure igienico sanitarie) e popolazione complessiva residente nelle varie province, Milano si posiziona all’84° posto (0,6 imprese “ambientali” ogni 10 mila abitanti). Al primo posto si situa Aosta (con 2,3 imprese ambientali ogni 10 mila abitanti), seguita da Macerata, da Bolzano e da Parma. Agli ultimi posti: Trieste (0,2 imprese ambientali ogni 10 mila abitanti), Cremona e Catanzaro. Milano e l’Europa: raccolta rifiuti. I milanesi anche in Europa si contraddistinguono per l’impegno nel riciclaggio: se infatti producono quasi 1,5 kg di rifiuti pro-capite (superiori agli 1,41 kg di Parigi; 1,19 kg di Atene; 0,8 kg di Berlino; e 0,7 kg di Amsterdam), la percentuale di raccolta differenziata raggiunge a Milano il 49,9% superiore Parigi (34,5%), a Berlino (33%) e ad Amsterdam (18%). I rifiuti raccolti a Milano sono poi per oltre il 75% riciclati, rispetto al 33% di Berlino, e a solo il 22% di Amsterdam e al 12% di Parigi. Milano e l’Europa: qualità ambientale. Se consideriamo alcuni dei principali indicatori di qualità ambientale, Milano è ultima per consumo domestico di acqua al giorno (429 litri a testa contro i 200 di Parigi; i 126 di Amsterdam; i 124 di Berlino; i 120 di Atene). Decisamente migliore la situazione di Milano per quanto riguarda l’inquinamento acustico nelle ore diurne nella zona centrale della città (tra i 56 e gli 81 decibel; contro i 60 di Berlino; tra i 75-77 di Atene; e tra i 75-80 di Parigi) e per i consumi domestici di energia elettrica (1.200 Kwh a testa all’anno, contro i 1.600 di Berlino; i 3.200 di Amsterdam; i 4.300 di Parigi). Da notare, inoltre, che a Milano sono ben 2.887 i mezzi pubblici funzionanti a energia alternativa, contro i 790 di Parigi; i 300 di Atene e i 10 di Amsterdam. RIFIUTI A MILANO E PROVINCIA La raccolta differenziata - La raccolta differenziata rappresenta nella Provincia di Milano il 49,91%, equivalente a 978.287,09 tonnellate del totale dei rifiuti solidi urbani raccolti, pari a 1.960.138,97 tonnellate (contro il 43,07% dello scorso anno, 816.831,05 tonnellate su un totale di 1.896.452,91). Un dato che attesta come la raccolta differenziata stia diventando sempre più diffusa. Le frazioni del differenziato - Tra le categorie in cui è suddivisa la raccolta differenziata, l\'organico, meglio conosciuto come \"umido\", rappresenta la più grande, con una percentuale del 27,14% (265.517,47 tonnellate) sul totale dei rifiuti solidi urbani raccolti in modo differenziato. Un\'altra grossa fetta è rappresentata dalla carta con il 18,87% (184.554,84 tonnellate). Seguono poi il vetro (15,52% cioè 151.852,57 tonnellate), il legno (4,45% cioè 43.520,17 tonnellate), la plastica (3,85%, 37.622,48 tonnellate) e i metalli (2,19%, 21.381,18 tonnellate). I più ricicloni in provincia – Le grandi produttrici di rifiuti sono le città di Milano con 750.159 tonnellate (+2,2% rispetto alle 734.240 dello scorso anno, con una crescita superiore a quella media provinciale, +1,7%), Monza con 60 mila t. (-4% da 62.468 t), Sesto San Giovanni con 38.226,59 (-2,5% dalle 39.203,21 t), Cinisello Balsamo con 35.349,83 mila t. (–2,5% da 38.626 t) e Legnano con 32 mila t. (+2,3% da 31.235 t). Subito dopo Rho (con 31.350 t.). Tra questi comuni il più riciclone è Cinisello Balsamo con una percentuale pari al 56,5% di raccolta differenziata, seguita da San Donato Milanese (55%), Rho (46%), Sesto San Giovanni (42%) e infine Milano (34,5%). Recupero o discarica? Il 75,47% dei rifiuti complessivamente raccolti o prodotti viene sottoposto ad un trattamento di recupero, in linea con la rilevante percentuale registrata l’anno precedente (76,71%). Per quanto riguarda il restante 24,53%, la modalità di smaltimento dei rifiuti non recuperati più utilizzata è il ricorso alla discarica (44,21% rispetto al 70,52% dello scorso anno) seguita dall’incenerimento (in netta crescita: dal 10,3% al 43,4%); in contrazione il ricorso al trattamento biologico (da 13,34% al 7,1%); stabile quello fisico chimico (al 5,3%). Le imprese: i rifiuti speciali - I rifiuti speciali, suddivisi in pericolosi e non pericolosi, prodotti dalle aziende, ammontano a 3.083.640 tonnellate (-4,9% rispetto alle dello scorso anno, continuando una tendenza alla diminuzione). Di questi i pericolosi rappresentano il 14,4% (dal 12% dello scorso anno). La ragione di questo aumento è principalmente da imputare al nuovo sistema europeo di classificazione. Il 43% dei rifiuti pericolosi (in diminuzione rispetto allo scorso anno) viene prodotto dalle imprese che hanno più di 100 addetti. Queste imprese rappresentano solo il 4% delle imprese censite. Per quel che riguarda invece i rifiuti non pericolosi, al primo posto troviamo le oltre 2.600 aziende che impiegano da 20 a 49 addetti: producono il 17% del totale dei rifiuti non pericolosi. Seguite dalle aziende con 200-499 addetti.