Sacchetti: è polemica sulle linee guida di Unionplast
Il Senatore Ferrante ha presentato un’interrogazione parlamentare al Ministro dell’Ambiente in merito al documento ufficiale di Unionplast riportante le linee guida per l’applicazione della legge sui sacchetti, in base alle quali sarebbero commercializzabili sacchetti "in plastica riciclata post consumo in % minima variabile da 10 al 30%" indipendentemente da spessori e maniglie
17 April, 2012
“Sugli shopper biodegradabili sono in agguato i furbetti del quartierino, che cercano di sabotare la portata innovativa della norma difendendo illegalmente rendite di posizione che danneggiano l’ambiente. E’ grave che a suggerire come aggirare la normativa sia Unionplast, organismo di Confindustria che è punto di riferimento per tantissime aziende italiane”.
Lo dichiara il senatore del Pd Francesco Ferrante, che ha presentato un’interrogazione parlamentare al Ministro dell’Ambiente in merito al documento ufficiale di Unionplast riportante le linee guida per l’applicazione della legge 28 del 2012 in materia di commercializzazione di sacchi per l’asporto di merci nel rispetto dell’ambiente.
“La legge del 24 marzo 2012 – continua Ferrante - è molto chiara: in Italia si possono commercializzare solo sacchetti che siano biodegradibili conformi alla norma Uni 13432, e i sacchetti ‘riutilizzabili’ non aderenti alla norma Uni ma che abbiano degli spessori minimi e massimi definiti. I sacchetti ‘riutilizzabili’, solo quelli, devono poi contenere una percentuale di plastica riciclata con una percentuale che varia dal 10 al 30% a seconda della destinazione. Altre categorie, come surrettiziamente intende fare Unionplast con i suoi documenti ufficiali ai propri aderenti, non esistono, e dare tali indicazioni clamorosamente false è niente altro che un’istigazione a delinquere”
“Chiediamo al Ministro dell’Ambiente – conclude Ferrante - se è a conoscenza di questo vademecum ‘pro furbetti’ stilato da Unionplast, e come intende intervenire, almeno fin quando la vicenda non venga presa in carico dalla magistratura.”
6 commenti
Scrivi un commentoSalvo
19.04.2012 16:04
Scusate, volevo dire "interessa esclusivamente i sacchetti non compostabili".
Salvo
19.04.2012 15:04
Nessuno scandalo, ma non è questo il punto. Un comma non può contraddirne un altro. Per quanto male sia stato scritto questo testo, il comma 3 interpretato "alla Unionplast" contraddirebbe il punto 2. Il comma 3, quello incriminato, comincia con "Per favorire il riutilizzo del materiale plastico proveniente dalle raccolte differenziate, i sacchi realizzati con polimeri non conformi alla norma armonizzata UNI EN 13432:2002..." per ribadire che quanto segue (l'obbligo di inserire una percentuale di plastica riciclata) interessa esclusivamente i sacchetti non riutilizzabili. No? E dire che io sarei felicissimo se la lettura corretta fosse quella di unionplast. Solo che sono stufo di prendere porte in faccia.
perchesi
18.04.2012 16:04
Secondo questa interpretazione verrebbero esclusi dal bando tre tipologie di sacchetti: i compostabili, i riutilizzabili e quelli contenenti plastica riciclata. Dove è lo scandalo? Tra i tre quelli ambientalmente più sostenibili mi paiono gli ultimi...
Garfield
18.04.2012 15:04
Più che polemica sull'interpretazione di Unionplast c'è da restare allibiti: in pratica tale interpretazione dice che non sono commercializzabili i sacchetti in polietilene ma solo quelli compostabili, o quelli riutilizzabili non compostabili a determinati spessori, oppure...quelli sempre in polietilene senza limitazione di spessore con una percentuale di plastica riciclata...in pratica si contraddice quello che si prescrive. Si permette a monte ciò che viene proibito a valle. Davvero singolare
Salvo
18.04.2012 09:04
Ma quella era una condizione ULTERIORE non sostitutiva... questa legge un cane l'avrebbe scritta meglio, ma a me non sembra ci sia spazio per altre interpretazioni.
incredibile
17.04.2012 16:04
Incredibile. unionplast dovrebbe rappresentare le aziende serie e invece cerca scappatoie ad una legge che non piace a nessuno ma di legge si tratta.
Cerchiamo di lavorare come si deve solo così supereremo le difficoltà, non certo imbrogliando i clienti con interpretazioni assurde...