Treni in città: la mobilità urbana sostenibile deve essere priorità nazionale
Oltre il 41% degli italiani vivono in meno del 9% del territorio. Legambiente: “Cogliere la sfida della liberalizzazione per rilanciare gli investimenti nei treni regionali e metropolitani, nell’integrazione con il trasporto pubblico locale e la rete dei percorsi ciclabili”
20 April, 2012
Le città e le politiche della mobilità sostenibile sono state al centro della conferenza nazionale promossa a Firenze da Regione Toscana e Legambiente. A dimostrare la priorità di questi temi rispetto al dibattito politico sul futuro del Paese e le ricette per uscire dalla crisi è uno studio, presentato per l’occasione, che mostra i cambiamenti avvenuti nel territorio italiano e nella domanda di mobilità.
25 milioni di italiani vivono oggi nelle 15 principali aree metropolitane e nei sistemi urbani che si sono andati consolidando negli ultimi venti anni. In meno del 9% del territorio italiano si concentra la massima densità abitativa, la più alta richiesta di mobilità, il maggior consumo di suolo. Qui vive oltre il 41% della popolazione, qui aumenta la congestione del traffico, il numero e la densità di auto in circolazione (il 44,3% del totale); qui è la principale domanda di mobilità delle persone oltre che il maggiore disagio per l’accesso alla casa.
In sintesi, lo studio evidenzia come la risposta alla crisi economica passi per le città, perché solo offrendo un'alternativa per gli spostamenti rispetto all’automobile sarà possibile aiutare le famiglie e migliorare la vivibilità urbana.
La conferenza ha visto la partecipazione di Edoardo Zanchini (Vicepresidente Legambiente), Ennio Cascetta (Università di Napoli), Luca Ceccobao (Assessore ai trasporti Regione Toscana), Anna Donati (Assessore mobilità Comune di Napoli), Alfredo Peri(Presidente Federmobilità e Assessore ai trasporti Regione Emilia-Romagna), Mauro Moretti (AD Ferrovie dello Stato), Ermete Realacci (Camera dei Deputati) ed Enrico Rossi(Presidente Regione Toscana), coordinati dal giornalista Franco De Felice, per dibattere intorno ai temi fondamentali del trasporto pubblico nelle città, ossia le risorse dopo i tagli di questi anni, la liberalizzazione del servizio, gli obiettivi per il rilancio della mobilità sostenibile nelle aree urbane.
Nel pomeriggio invece, interventi di Stefano Maggi (Università di Siena), Alberto Pacher (Assessore ai trasporti Provincia di Trento), Daniele Giannetta (Direttore di Esercizio, Ferrovie del Gargano), Gianni Scarfone (Amministratore Delegato TEB), Roberto Ciccone (Assessore alla mobilità, Comune di Perugia), Saverio Montella (Regione Toscana), Jean-Luc Laugaa (Amministratore Delegato GEST), coordinati da Fausto Ferruzza (Presidente Legambiente Toscana) sulle migliori esperienze di Regioni e Comuni dove grazie a nuove linee di treni e tram e a servizi più efficienti si è migliorata la vita dei cittadini e aumentato il benessere degli utenti. A dimostrazione che investire nella mobilità sostenibile fa bene e conviene.
“Le aree urbane in Italia – hanno dichiarato l’assessore ai trasporti della Regione Toscana Luca Ceccobao e il vicepresidente di Legambiente Edoardo Zanchini, in apertura del convegno - sono anche uno straordinario motore di crescita economica e di creatività. Con le giuste politiche, proprio le città possono diventare il volano per uscire dalla crisi attraverso una prospettiva incentrata su qualità, innovazione e integrazione sociale”.
In Italia è nelle principali aree metropolitane che si rileva il maggior disagio e i problemi più acuti dovuti alla congestione del traffico. Ma la risposta a questi problemi non può essere solo locale. Anche per via delle difficoltà economiche delle famiglie, in queste aree cresce sempre più la domanda pendolare e di trasporto pubblico locale, che però non trova risposta in un servizio all’altezza, dopo i pesanti tagli di questi anni operati dal Governo, per cui sono in circolazione un numero di treni inadeguato con carrozze spesso vecchie e affollate.
“In aree urbane così densamente abitate – ha aggiunto Edoardo Zanchini - una mobilità pubblica incentrata sulle ferrovie suburbane e metropolitane, con una vera attenzione ai pendolari e una attenta integrazione del servizio con il trasporto pubblico locale e con la rete dei percorsi ciclabili, può rappresentare una risposta vera ai problemi di congestione e un alternativa concreta e attraente all’utilizzo dell’automobile. L’Italia è tra i pochi paesi europei a non avere una politica specifica e un Ministero dedicati alle aree urbane. E proprio qui si sono accumulati i più gravi ritardi e le più gravi mancanze, con il 70% delle risorse nazionali che continua ad andare alle grandi opere e, in particolare, a strade e autostrade, trascurando completamente le città”.
“In un momento di difficoltà servono risposte innovative – ha dichiarato l’assessore regionale Luca Ceccobao -, è in atto una contraddizione che dobbiamo superare, mentre la crisi e l’aumento dei carburanti hanno generato nuova domanda di mobilità pubblica, le risorse dal livello centrale diminuiscono l’offerta di trasporto pubblico locale e ferroviario. Servono risorse per infrastrutture e per investimenti, ma serve anche una nuova capacità progettuale che innovi il settore della mobilità, puntando su velocità, semplicità, comfort e servizi sempre più innovativi ed integrati di trasporto pubblico. Penso al trasporto ferroviario integrato con le tramvie e le metropolitane, ma anche alle piste ciclabili, all’importanza di realizzare parcheggi scambiatori e corsie preferenziali per i bus. Le grandi aree metropolitani e i territori periferici hanno diverse esigenze, che vanno soddisfatte entrambe in modo appropriato”.
La conferenza TreniinCittà ha trattato tutti gli aspetti della mobilità, con suggerimenti e proposte:
- spostare nelle aree urbane la priorità degli investimenti infrastrutturali. Una grande questione politica nazionale, perché solo con nuovi investimenti sarà possibile recuperare i ritardi e rafforzare il sistema ferroviario nelle aree metropolitane;
- realizzare nuove stazioni, valorizzare integrazione e interscambio. Ma soprattutto, comprare nuovi treni e potenziare il servizio lungo le direttrici principali (interventi, questi, attualmente non finanziati né considerati prioritari);
- trovare nuove risposte per il Governo delle aree metropolitane, per dare risposta ai cambiamenti del territorio con più adeguati modelli amministrativi. A vent’anni dal fallimento della Legge 142/1991 e mentre si discute dell’abolizione delle Province, occorre guardare in modo nuovo ai problemi del territorio. Perché è evidente che per queste aree dove vive oltre il 40% della popolazione, la responsabilità per gli investimenti deve essere (anche) di competenza nazionale. Ma occorre anche definire delle strategie della mobilità e territoriali, della casa e dei servizi in rete, che sia in capo a un nuovo livello amministrativo sovra comunale con nuovi e specifici poteri.
La liberalizzazione del servizio ferroviario regionale non è la soluzione dei problemi, se non è accompagnata da nuove risorse e da chiari obiettivi pubblici di indirizzo e gestione. I migliori esempi a livello europeo di mobilità pubblica ferroviaria suburbana e di trasporto pubblico locale sono accomunati da un chiaro modello di governo e da una regia pubblica che ha il compito di definire chiaramente obiettivi, di operare i controlli e intervenire con sanzioni. In questa direzione sarà quindi indispensabile definire al più presto il ruolo della nuova Authority dei Trasporti.
Mettere al centro gli utenti della mobilità, i milioni di pendolari delle aree urbane, che meritano la stessa attenzione degli utenti dell’Alta Velocità ferroviaria. Se si vuole puntare ad aumentare gli utenti e a potenziare il servizio, occorre operare una rivoluzione nell’attenzione e interlocuzione diretta con cittadini e comitati pendolari, nella disponibilità all’ascolto e al confronto che permette di migliorare il servizio e fidelizzare i viaggiatori.