Veneto, nuovo piano regionale rifiuti: stop a nuovi inceneritori. Un'autosufficienza con "escamotage"
Attualmente i rifiuti urbani del Veneto non riescono ad alimentare a pieno gli inceneritori presenti in regione. E il nuovo piano regionale rifiuti prevederà lo stop alla realizzazione di nuovi impianti. Ciò nonostante alcune province venete devono ricorre ad un "escamotage" per essere autosufficienti. Legambiente Veneto spiega il meccanismo ad Eco dalle Città
03 May, 2012
Con la recente adozione del documento preliminare e del rapporto ambientale, la Giunta regionale del Veneto sta muovendo i primi passi che porteranno il Veneto ad avere un nuovo Piano regionale dei rifiuti. Il Piano, come già anticipato dall'assessore all'Ambiente Maurizio Conte, non prevede nuovi impianti per lo smaltimento dei rifiuti. Ad oggi infatti in Veneto gli impianti di smaltimento esistenti sono in difficoltà: gli inceneritori, in particolare, faticano a coprire la loro capacità. Attualmente in regione sono in funzione tre inceneritori che potrebbero bruciare nell’arco di un anno oltre 325 mila tonnellate di rifiuti. Nel 2010 si sono fermati a 266 mila 594 tonnellate. In un'intervista al Corriere del Veneto, l'assessore ha affermato: «I numeri sono chiari. In Veneto non abbiamo bisogno di nuovi impianti. Semmai ci preoccupa la sopravvivenza di quelli che ci sono già che, come nel caso di Schio, vanno ammodernati».
Questa sovrabbondanza di impiantistica non basta però a rendere tutte le province venete autosufficienti nella gestione dei rifiuti urbani. La legislazione prevede infatti che i rifiuti urbani siano smaltiti all'interno della provincia. In Veneto non tutte le province (ad esempio Treviso) sono dotate di impianti di smaltimento per la parte indifferenziata. Cosa fare dell'indifferenziato se la provincia è priva di impiantistica? Il limite provinciale per i rifiuti urbani, decade se entriamo nel campo degli speciali. Ed è proprio questa libertà di circolazione a permettere il raggiungimento dell'autosufficienza: basta trasformare il rifiuto urbano in speciale.
Legambiente Veneto ha spiegato ad Eco dalle Città il meccanismo, definito dall'associazione "un escamotage": «Il residuo secco che rimane dalla raccolta differenziata viene sottoposto a un trattamento (tecnicamente chiamato "separazione dei flussi") che non modifica la natura del rifiuto ma che semplicemente vaglia e separa il materiale a seconda delle dimensioni. Il rifiuto entrato come urbano acquista in uscita un codice di rifiuto speciale».
«Nella maggior parte dei casi questi rifiuti finiranno inceneriti in altre regioni d'Italia oppure all'estero. Se una provincia deve essere autosufficiente - si chiede l'associazione ambientalista - perché far spendere soldi ai cittadini per un finto trattamento?».
Rifiuti, stop a inceneritori e discariche - dal il Corriere del Veneto.it del 03.05.2012