Legambiente Foggia: troppe centrali a biomassa e inceneritori in provincia
Per il circolo Legambiente "Gaia" di Foggia in provincia di Foggia sono presenti troppe centrali a biomassa e inceneritori con recupero di energia. Si chiede all'amministrazione provinciale di redigere il "Piano provinciale per l'Energia" e alla ASL di istituire il registro tumori della provincia
03 May, 2012
Foggia, una città che a breve sarà assediata dall'inquinamento atmosferico, derivante da centrali elettriche troppo spesso camuffate da energia da fonti rinnovabili. Una città che si troverà circondata da una cappa di CO2 (responsabile dei cambiamenti climatici), di NOx (ossidi di azoto), principali colpevoli di piogge acide, di SO2 (anidride solforosa) che per inalazione può causare edema polmonare; di Diossine e furani (PCDD + PCDF), di PM 10 ( polveri sottili), di PM 2,5 ( polveri sottili) e di calore proveniente dalle centrali a biomassa, dagli inceneritori e dagli impianti a turbogas che in parte sono già funzionanti ed in parte sono da realizzare nel giro di qualche anno, in quanto sono già autorizzate o in via di autorizzazione.
E' sempre meglio ricordare quali sono e dove sono.
1) Candela: centrale turbogas della Edison da 400 MW elettrici e circa 1000 MW termici ( in funzione);
2) San Severo: centrale turbogas da 400 MW elettrici e circa 1000 MW termici con già in previsione il raddoppio( in funzione);
3) Cerignola: inceneritore di rifiuti ospedalieri di Ecocapitanata( in funzione);
4) Manfredonia: Borgo Tressanti alla località Feudo della Paglia (presso Borgo Fonterosa) in agro di Manfredonia ma vicinissimo a Foggia e Cerignola) un termovalorizzatore dell'Eta ( Marcegaglia) da 16,8 MW elettrici e 61,9 MW termici che brucerà 100.000-130.000 tonnellate di CDR prodotto trattando la frazione secca separata e biostabilizzata dei rifiuti provenienti dagli Ambiti Territoriali Ottimali (ATO) di FG1 (Lesina), FG3 (Foggia), FG4 (Cerignola) e FG5 (Deliceto) (fra breve entrerà in funzione);
5) Foggia: Rignano Scalo ex Eridania centrale a biomassa vegetale da 13MW elettrici e 45 Mw termici della ENTERRA Spa , formata da SE di San Severo e dal Gruppo Percassi (del patron dell´Atalanta), che brucerà sansa vergine, vinaccia e cippato ( già autorizzata);
6) Carapelle località Bonassisa (o ‘Buonassisi’): di recente è stato pubblicato l'avviso relativo all'avvio di una procedura di Verifica di assoggettabilità a V.I.A. (Valutazione d'Impatto Ambientale) per la società Carapelle Energia S.r.l., per una centrale a "biomasse" della Caviro di Faenza (del gruppo Tavernello, proprietario della vecchia distilleria a Carapelle), proposta inizialmente e poi accantonata già nell'estate 2010. Una centrale da 11MW elettrici, che si presume inferiore a 50 MW termici (soglia termica per cui è necessaria la VIA, al posto della semplice autorizzazione unica che brucerà vinaccia;
7) S.Agata di Puglia (località Viticone): centrale a biomasse della Agritre, Gruppo Tozzi, (Tozzi Renewable Energy) S.r.l. che consiste nell'installazione di una centrale termoelettrica (inceneritore) da 80 MW termici e 25,2 MW elettrici a ciclo combinato, alimentata a biomasse vegetali solide (paglia e cippato), da realizzarsi nel territorio di Sant'Agata di Puglia, in località Viticone, ai confini con i comuni di Deliceto e Candela. L'impianto si prefigura come il più grande d'Italia per quanto riguarda impianti di cogenerazione a biomassa, che non sia CDR. Questo impianto in sede in sede di conferenza di servizi A.I.A. (Autorizzazione integrata Ambientale), presso la Provincia di Foggia, ha ricevuto in prima battuta il parere negativo dell'A.R.P.A., agenzia regionale preposta alla salvaguardia delle condizioni ambientali, soprattutto in relazione alla tutela della salute dei cittadini e della collettività.
8) Senza dimenticare l'inceneritore "Fenice" di Melfi, ai confini di Candela. Sembra essere una vera e propria aggressione al nostro territorio a favore di imprenditori che si stanno riciclando in ambito energetico, continuando a perseguire una politica energetica sempre più disastrosa per gli abitanti e la terra dell'intera Capitanata. In una prospettiva annessoria del territorio.
Tutto ciò avviene nel totale disinteresse degli enti locali che, purtroppo per noi cittadini, pensano solo a far cassa per sistemare i propri bilanci in dissesto per le dissennate politiche messe in atto, senza tener conto della salute dei propri cittadini e non solo. L'ente pubblico di programmazione, la Provincia di Foggia, non ha ancora redatto un "Piano provinciale per l'Energia", sempre annunciato e mai tradotto in fatti, nè tantomeno ha espresso opinioni su tutte le centrali. Si comporta come un ente super partes fra i cittadini e le imprese che propongono, svolgendo solo il ruolo di ente tecnico e non anche politico e di tutela dei cittadini.
Legambiente Circolo "Gaia" di Foggia chiede all'Amministrazione Provinciale che, all'interno delle varie conferenze di servizio per il rilascio delle autorizzazioni, esprima il proprio parere, qualunque esso sia e non che se ne lavi le mani e si erga a soggetto terzo e neutro, in quanto essa è deputata alla programmazione del territorio. Cosa che viene richiesta a tutti altri enti locali interessati, specie quelli che hanno le centrali ai loro confini assumendosi le responsabilità e ricordando che l'aria non rispetta i confini amministrativi. Il tutto a partire dalla conferenza di Servizi per il rilascio dell'AIA per la centrale a biomassa di S.Agata di Puglia della Agritre.
Legambiente Circolo "Gaia" chiede alla ASL che finalmente venga istituito il registro dei tumori della provincia di Foggia, nella convinzione che è a partire dai dati che si può capire cosa stia avvenendo nel nostro territorio.
L'impressione che si ha è che tutti (a partire dai sindaci) facciano finta di nulla, quasi come se la salute dei cittadini fosse un'opzione secondaria della loro attività di governo. Invece, vogliamo ricordare che sono i primi responsabili del ben-essere della popolazione che amministrano.
Insomma su questo si gioca il destino del nostro territorio ed è meglio adottare il principio di precauzione, che scoprire fra vent'anni i danni che tutte le istallazioni di centrali faranno alla salute dei cittadini e del territorio.