Luci in città, poca vigilanza e rischio sprechi: Roma e le altre
"Roma è la città italiana che spende di più per l'illuminazione pubblica: per abitante, per km di strada servita e anche per punto luce dove la spesa è addirittura tripla rispetto a Bologna, Milano e Firenze". Sprechi o investimenti? Ne parliamo con Gabriele Ugolini di Agenzia SPL Roma, che controlla la qualità dei servizi pubblici del Comune
04 May, 2012
Parliamo ancora di illuminazione pubblica, per cercare di capire quanto spendano i comuni italiani e se sia possibile fare un confronto tra le varie città. Che non fosse così semplice l’avevamo già capito al primo tentativo. Le amministrazioni comunali – non tutte, per la verità – sono restie a fornire i dati, e spesso l’unica informazione che si riesce a ottenere è la spesa complessiva annuale. Meglio di niente, ma è un valore difficilmente confrontabile se sprovvisto delle varie voci di spesa. Per esempio, nel 2011 il Comune di Torino ha speso circa 21 milioni di euro per l’illuminazione pubblica. Bari 4 milioni. Napoli 14. Roma tre anni fa (2009) spendeva 60 milioni. Anche considerando le dovute differenze tra una città e l’altra è evidente che i conti non tornino.
Per cercare di capirci qualcosa in più abbiamo chiesto aiuto all’Ing. Gabriele Ugolini, responsabile dell'area tecnico-operativa di Agenzia SPL Roma, l’Agenzia per il controllo e la qualità dei servizi pubblici locali del Comune. “In effetti è molto complicato fare un confronto economico, intanto perché bisogna considerare che nel dato fornito potrebbero rientrare eventuali costi per la manutenzione straordinaria, o interventi di efficientamento della rete, o anche il costo della fornitura di energia elettrica – ci spiega al telefono Ugolini - E poi perché spesso le amministrazioni affidano la gestione dell’illuminazione ad aziende esterne, private. E qui si entra nel gioco delle gare d’appalto, ed è comprensibile che un’azienda non abbia alcun interesse a rivelare i costi di ogni voce del contratto”.
Seppure con parecchie difficoltà, Agenzia SPL Roma un confronto sugli anni passati l’ha fatto, ragionando non sulla spesa annuale sostenuta dalle città, ma sulla spesa totale per punto luce (PL) e per energia impiegata (MWh) sostenuta dai vari comuni. Il confronto più completo è quello contenuto nella Relazione annuale 2009 (dati 2008). Esaminando i dati di Roma, Napoli, Milano, Firenze, Palermo e Bari – le città che risposero all’appello – si vede che la spesa sostenuta dal Comune di Roma è decisamente superiore alle altre città, tutte più o meno allineate, ad eccezione del picco di Napoli sulla spesa per MWh.
Spesa totale per punto luce (PL) e per energia impiegata (MWh)
Roma: PL, 361 €. MWh, 416 €
Napoli: PL, 184 €. MWh, 545 €
Bari: PL, 179 €. MWh, 189 €
Milano: PL, 127 €. MWh, 145 €
Firenze: PL, 134 €. MWh, 226 €
Palermo: PL, 288 €. MWh, 273 €.
All’interno del Relazione annuale più recente, invece (Anno 2010, Cap. 3, dati riferiti al 2009) si trova un interessante confronto fra città in base a tre diversi indicatori di spesa: per abitante, per punto luce e per sviluppo lineare di strade servite. Le città che hanno fornito i dati sono quattro: Roma, Milano, Bologna, Firenze. A dimostrazione di quanto detto sopra però, i curatori del dossier avvertono: “Va evidenziato il fatto fondamentale che mentre la spesa a Roma e a Bologna è forfetaria (in quanto comprende la spesa energetica), nelle altre due città il costo dell’energia impiegata va aggiunto a parte, ma il dettaglio non è disponibile”.
Euro spesi per abitante
Roma: 21,97
Bologna: 13,72
Milano: 13,24
Firenze: 15,14
Euro spesi per punto luce
Roma:355
Bologna: 118
Milano:135
Firenze: 136
Migliaia di euro spesi per km di strade servite
Roma: 10,66
Bologna: 6,55
Milano: 6,99
Firenze: 6,62
“Le spese sostenute dal Comune di Roma sono decisamente più alte di quelle delle altre città – commenta Ugolini – ed è proprio per questo che recentemente c’è stata una rinegoziazione del contratto, impostata sulla base della vigente convenzione CONSIP., di cui forniremo i dettagli nella nostra prossima Relazione annuale che verrà presentata il 23 maggio p.v. Bisogna fare in modo che chi paga per gli investimenti di efficientamento energetico, e cioè il Comune, sia anche il primo a beneficiarne in termini economici, cosa che attualmente non accade automaticamente, perché il risparmio va principalmente a beneficio dell’azienda fornitrice”.
Ma come è possibile che esistano tutte queste differenze da comune a comune? “Perché purtroppo il settore dell’illuminazione pubblica è uno dei meno regolamentati, dove c’è meno vigilanza, e ogni contratto è una storia a sé. Nella nostra Relazione 2009 c’era un indicatore particolarmente significativo, che è la spesa totale per unità di flusso luminoso (klumen). E’ un dato che serve a valutare l’efficienza del servizio. Bene, per darvi un’idea, la spesa del Comune di Roma arriva ad essere tre volte tanto quella delle altre città: 23,15 € per klumen, contro gli 8,10 di Milano, 6,76 di Firenze e 8,18 di Bari”.
Nonostante questo però i soldi spesi complessivamente ogni anno sono in continuo aumento: erano 44,91 milioni nel 2005, sono arrivati a 60,29 cinque anni dopo. “E’ vero, ma bisogna anche considerare che negli anni c’è stato un progressivo ammodernamento del sistema. A Roma c’erano ancora lampade a vapore di mercurio... la spesa è cresciuta anche perché ogni anno si è investito qualcosa per sostituire una parte della rete, e questi sono tutti costi di manutenzione straordinaria che vengono conteggiati nel totale. Anche il numero di punti luce gestiti è aumentato negli anni, e di conseguenza i costi di gestione. Insomma, bisogna tener conto di molti aspetti per giudicare. Certamente però c’è ancora molto da migliorare”.
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