Spending review sull'illuminazione pubblica. Ecco il documento di CieloBuio
L'associazione confronta i dati sull'illuminazione pubblica nei diversi Paesi europei, osservando che l'Italia spende più di quasi tutti gli altri Stati. Per questo l'associazione ha elaborato una serie di suggerimenti per ridurre i consumi, incluso lo spegnimento delle luci (ad eccezione di quelle gli incroci stradali) dopo le ore 23
07 May, 2012
La riduzione dei costi per l'illuminazione pubblica potrebbe rappresentare una voce significativa nella Spending review che il Governo sta mettendo a punto per tagliare la spesa pubblica. Lo sostiene l'associazione CieloBuio, che ha pubblicato sul proprio sito una stima del risparmio che si potrebbe ottenere illuminando meglio e meno le nostre città. «Oggi la spesa energetica per la sola illuminazione pubblica risulta essere di un miliardo di euro – scrive l'associazione - A questa cifra vanno aggiunte le spese per la manutenzione del parco apparecchi esistente e la spesa per i continui nuovi impianti che vengono installati ogni anno».
L'Italia, osserva CieloBuio, esce malissimo dal confronto con gli altri stati europei. Il nostro Paese, infatti, risulta secondo solo alla Spagna e consuma, per ogni abitante, più del doppio della Germania e quasi il triplo di Gran Bretagna, Olanda e Irlanda. L'eccesso di consumi dipende, cifre alla mano, sia dal numero di punti luce installati che dalla potenza delle lampade. «L'Italia risulta essere la nazione, tra le europee studiate, con il numero più alto di apparecchi per area urbanizzata – scrive CieloBuio - Il doppio o più di Francia, Belgio, Gran Bretagna, Irlanda, Germania, Austria, Danimarca». Anche la potenza media degli apparecchi istallati in Italia è molto superiore alla media europea, ed è circa doppia di quelli olandesi o britannici. Il risultato è un consumo da record in Europa per superficie illuminata (primato condiviso con la Spagna), con una potenza al metro quadrato doppia di Portogallo e Francia, tripla di Irlanda, Germania e Olanda e addirittura quadrupla rispetto alla Gran Bretagna.
Un vero e proprio spreco di energia e di soldi pubblici, che secondo CieloBuio si potrebbe arrestare con pochi accorgimenti. Prima di tutto, l'associazione suggerisce lo spegnimento di tutti gli impianti di illuminazione pubblica al di fuori del limite urbano delle città, nonché delle luci per i monumenti e gli edifici storici dopo le 23. Un altro accorgimento potrebbe essere quello di usare, dove sono installati, i riduttori di flusso per tutta la notte, oppure, in loro assenza, spegnere metà dei punti luce delle strade italiane dopo le ore 23. L'adozione di questi espedienti, spiega l'associazione che si batte da anni contro l'inquinamento luminoso, non avrebbe alcuna controindicazione, anzi, non sarebbe neanche notata dalla maggioranza dei cittadini.
In aggiunta, sarebbe possibile introdurre una serie di altre misure, a cominciare dall'imposizione di una tempistica per ottenere, entro il 2015, il dimezzamento dei consumi. In questo caso, spiega CieloBuio, si potrebbe arrivare a un consumo pro capite non superiore ai 50 kWh l'anno, con un flusso luminoso pro capite di 1000 lumen (da diminuire ulteriormente, secondo l'associazione negli anni successivi). Un altro aspetto fondamentale, infine, sarebbe quello dell'«imposizione di efficaci norme tecniche per la limitazione dell'inquinamento luminoso e per il risparmio energetico anche nelle regioni oggi prive di normative valide», ma i risultati migliori si potrebbero ottenere disponendo lo spegnimento totale dell'illuminazione stradale dopo le 23, con l'eccezione dei punti luce vicini agli incroci.
Spending Review sull'illuminazione pubblica - dal sito CieloBuio.org