WWF Climate savers: -100 milioni di tonnellate di CO2 in 12 anni
Pubblicati i dati relativi al programma Climate savers del WWF, che impegna aziende di 16 diversi settori a ridurre la produzione di gas serra. Dal 1999 al 2011, le imprese aderenti hanno risparmiato 100 milioni di tonnellate di CO2
09 May, 2012
Cento milioni di tonnellate di emissioni di CO2, pari al doppio di quelle prodotte ogni anno dalla Svizzera: è la quantità di emissioni di anidride carbonica risparmiata in 12 anni, dal 1999 al 2011, dalle aziende che hanno aderito al programma Climate savers del WWF e che entro il 2020 potrebbe trasformarsi in una riduzione complessiva – calcolata a partire dal 1999 - di oltre 350 milioni di tonnellate, una quantità equivalente alle emissioni annue prodotte dalla Spagna. Lo rivela lo studio “The carbon impact of WWF’s climate savers programme” (vedi allegato) condotto dagli esperti dell’istituto di ricerca internazionale sull’energia Ecofys.
I dati sono stati diffusi dal WWF in occasione dell’evento ‘Next – Leading business into a low-carbon future’, che si svolge il 9 maggio a Rotterdam, in Olanda, per incoraggiare le attuali aziende Climate savers e altre imprese a incrementare ulteriormente gli sforzi dell’industria contro il riscaldamento globale e cogliere le opportunità legate a un’economia a basse emissioni. L’analisi Ecofys evidenzia un enorme potenziale di riduzione delle emissioni: se altre grandi aziende decidessero di seguire l’esempio delle aziende attualmente aderenti a Climate savers, anche solo nei 16 settori industriali in cui il programma è attivo, potrebbero essere evitate tra i 500 e i 1000 milioni di tonnellate di emissioni ogni anno fino al 2020, una cifra paragonabile all’attuale livello di emissioni annuali di un Paese come la Germania.
Ecofys ha raccolto i dati sulle emissioni provenienti da aziende Climate savers e sulle emissioni previste per il periodo successivo al 2011, sulla base dell'impegno di ciascuna società. È stato sviluppato uno scenario business as usual mostrando quale sarebbe stato il livello di emissioni se le aziende non avessero assunto obiettivi di riduzione. I risparmi annuali di emissioni sono stati tratti dalla differenza tra lo scenario business-as-usual e le emissioni reali e previste. I calcoli delle emissioni includono i gas serra derivanti dalle attività dell’azienda (il cosiddetto 'scopo 1'), le emissioni indirette (scopo 2) derivanti dall'acquisto di energia elettrica, utilizzo di calore o vapore e altre emissioni indirette (scopo 3) derivanti dalla catena di fornitura non direttamente sotto il controllo della società.
Secondo Ecofys queste riduzioni possono contribuire fino al 9% alla soluzione di quello che l’Unep, il programma ambientale delle Nazioni Unite, chiama l’emissions gap, ovvero la differenza tra le emissioni di gas a effetto serra in aumento e ciò che è necessario ridurre per mettere il mondo su un percorso che limiti l’aumento medio della temperatura globale al di sotto dei 2 gradi Celsius rispetto all’epoca preindustriale ed eviti i cambiamenti climatici catastrofici.
“Le aziende Climate Savers hanno assunto con i propri impegni, concreti e misurabili, una leadership sulle tematiche del clima e dell’energia – afferma Irma Biseo, direttore Partenariati con le imprese WWF Italia - dimostrando che è possibile ridurre gli impatti ambientali investendo in strategie e tecnologie innovative e, allo stesso tempo, crescere in termini di produzione e competitività. Impegnarsi nella de-carbonizzazione oggi rappresenta nel breve e medio periodo un vantaggio competitivo, oltre che di immagine, e attrezza le aziende per il futuro prossimo che sarà imperniato sulla nuova economia verde”. In Italia la prima ‘azienda Climate Savers’ è il gruppo Sofidel, noto con il marchio ‘Regina’ e secondo produttore in Europa di carta per uso igienico e domestico, che ha aderito al programma internazionale WWF nel 2008 impegnandosi a ridurre le emissioni di CO2 del 26% entro il 2020 (rispetto ai livelli del 2007).