Presentato il Rapporto 2012 sul Consumo di Suolo. A Milano urbanizzati 20 mq di territorio ogni giorno
Presentato oggi in Regione Lombardia il Rapporto 2012 del Centro di Ricerca sui Consumi di Suolo, fondato da Legambiente e Inu. Nonostante la crisi e il calo demografico in Italia si continua a costruire e ogni giorno nel milanese si perdono 20mq di territorio. Il commento dei relatori del convegno
14 May, 2012
Tra il 1999 e il 2009 in provincia di Milano si è costruito su un'area di 7323 ettari, pari a metà della città capoluogo. Ogni giorno si sono consumati 20mila mq di territorio, prevalentemente agricolo.
In tutta l´area del comune le aree verdi sono diminuite del 43,4 per cento, passando dagli 489 ettari del 1999 ai 277 attuali. Anche le aree agricole sono calate, del 14 per cento: dai 3.897 ettari di allora ai 3.428 di oggi.
Sono questi i dati più forti, diffusi oggi, nel corso della presentazione al Palazzo Pirelli del Rapporto 2012 sul consumo di suolo in Lombardia. Il documento, che si concentra sulle province di Milano, Lodi e Monza e Brianza , è l’esito di due anni di ricerca condotta presso il Dipartimento di architettura e pianificazione del Politecnico di Milano dal Centro di ricerca sui consumi di suolo (Crcs), istituto fondato da Legambiente e dall'Istituto Nazionale di Urbanistica.
Dati non facili da ottenere e frutto di un lungo lavoro, visto che, hanno sottolineato i responsabili del Crcs, "in Italia continua a mancare una adeguata contabilità dell’uso e del consumo di suolo, e ciò depotenzia fortemente qualsiasi politica di contrasto degli sprechi di una risorsa strategica qual è il territorio agricolo e forestale".
A presentare il rapporto è stato Stefano Salata, uno dei curatori, che ha letto i dati che si possono trovare sul grande volume che compone il rapporto 2012.
Da Milano, Salata, ha voluto portare l'esempio di Expo 2015.
"Il suolo purtroppo sparisce a piccoli morsi" ha spiegato "i comuni circostanti perdono ogni anno una superficie agricola grande quanto quella individuata come sito dell'evento 2015".
«Basta fare un´indagine cronologica su Google Earth" ha aggiunto Salata "dalle vedute aeree sono evidenti gli spazi dove il verde è stato mangiato, ad esempio nell´area nord ovest in prossimità dell´A4. O in alcuni punti del Parco Sud».
Poi è stata la volta delle considerazioni di Paolo Pileri, docente del Politecnico di Milano e responsabile scientifico del rapporto.
“La mancanza di dati affidabili e aggiornati sugli usi del suolo impedisce alla politica di vedere la gravità del fenomeno e di correre ai ripari" ha detto "per capirci, è come se si volesse contrastare l’inquinamento senza disporre di una rete di rilevamento della qualità dell’aria”.
Pileri ha puntato il dito contro la "governance del suolo": "Ad oggi tutta la materia o quasi è affidata ai Comuni: 8092 enti ognuno dei quali, spesso debole e scoordinato con gli altri, decide a modo suo. Ognuno consuma quanto crede e, più piccoli sono, più costruiscono. C'è un conflitto di interessi palese: chi consuma viene premiato. Specie in questi tempi di bilanci magri, dove gli oneri di urbanizzazione fanno molto comodo alle casse. Per cui" conclude Pileri "se un centro commerciali chiede di costruire, anche se non ce n'è effettivo bisogno per la popolazione, finisce sempre o quasi per avere il via libera".
Pileri ha segnalato altre criticità: "C'è un uso improprio e dannoso delle aree di confine tra due comuni: è qui che si costruisce di più, soprattutto infrastrutture. Poi ci sono i limiti dei parchi: attorno ai grandi spazi verdi si urbanizza in modo sempre più rapido".
Poi il docente passa alle proposte, come quella di un monitoraggio sul consumo di suolo effettuato da un ente terzo e non più dagli stessi comuni che vada nella direzione di considerare il terreno un bene comune da tutelare. "Servono politiche sovracomunali vere e convincenti" ha aggiunto Pileri "premiali nei confronti di chi non consuma suolo. Le autonomie locali, infine, sono troppo deboli e vengono lasciate sole nei confronti della rendita".
Una visione condivisa da Damiano Di Simine, presidente di Legambiente Lombardia. “Il consumo di suolo è in primo luogo l’effetto di scelte urbanistiche la cui responsabilità è in capo ai comuni" ha detto "per questo il rapporto punta l’attenzione proprio su questo livello amministrativo, fornendo uno strumento affinché ogni comune si doti di un proprio e coerente censimento dell’uso del suolo prima di assumere qualsiasi decisione: si tratta di una delle proposte contenute nel proposta di legge di iniziativa popolare contro il consumo di suolo, su cui abbiamo ricevuto consensi bipartisan, ma che da due anni" ha aggiunto Di Simine, non senza polemica "giace nei cassetti del Consiglio Regionale, mentre i comuni non adempiono nemmeno agli obblighi di tutela previsti dalle norme vigenti”.
Qualche buona notizia in realtà c'è. A inizio anno è stato sottoscritto un accordo tra tutti gli assessorati al territorio delle Regioni del Nord Italia, Lombardia, Piemonte, Valle d’Aosta, Emilia Romagna, Veneto, Liguria, Friuli Venezia Giulia oltre alle province autonome di Trento e Bolzano, per condividere l’impegno alla riduzione del consumo di suolo e realizzare banche dati comuni che rendano lo stato delle cose.
Inoltre Regione Lombardia lo scorso 28 febbraio ha sottoscritto un'agenda che impegna le diverse Direzioni Generali ad attivare programmi per la lotta al consumo di suolo.
"La sensibilità sulla materia è certamente aumentata" ha confermato Stefano Pareglio, docente di Economia Ambientale all'Università Cattolica di Milano "La gente e le istituzioni cominciano a capire che il suolo è una risorsa scarsa e non riproducibile. Il paesaggio è un bene privato, ma con forte valore pubblico. Bisogna tutti passare dalla concezione di un modello di sviluppo univocamente basato sulla crescita economica ad uno che miri alla crescita sociale che dia più valore al territorio come bene relazionale. Deve avvenire in fretta, specie nelle regioni più ricche dove si continua a costruire senza sosta".
La palla, a questo punto torna agli enti locali. Ma se per i comuni, come detto, rinunciare alle colate di cemento è una scelta difficile, non può mancare la funzione di direttiva da parte della regione.
Alla presentazione del rapporto la Regione Lombardia era rappresentata dall'Assessore ai Sistema Verdi e Paesaggio Alessadro Colucci e dai colleghi all'Agricoltura Giulio De Capitani e al Territorio e Urbanistica Daniele Belotti.
“I dati del rapporto devono senz'altro far riflettere" è stato il commento di quest'ultimo "senza farci dimenticare però che l’edilizia occupa in Lombardia 375.000 addetti e che il settore, in una congiuntura di grande difficoltà, sta attraversando un periodo molto difficile. Bisogna puntare sulla sostituzione edilizia, perché, se si calcola l’investimento a medio termine, costa meno demolire e ricostruire con classi energetiche migliori, piuttosto che riqualificare brutti edifici degli anni ’50 e '60".
Per Roberto Della Seta, senatore Pd e membro della Commissione Territorio e Ambiente, il lavoro svolto in sede di raccolta dati è molto importante per capire la gravità del problema. Ora, però, è necessario che la politica agisca.
"In Italia il consumo di suolo è un fenomeno abnorme" ha detto Della Seta "Il campionamento non è omogeneo, ma i dati in nostro possesso bastano e avanzano per dimostrarlo. C'è una contraddizione evidente: siamo in recessione demografica, al di là del contributo degli immigrati e in grave crisi economica, eppure non si smette mai di costruire. Bisogna evitare che il dibattito sia solo retorico e fare in modo che porti dei frutti. Servono leggi adeguate, non penso a una grande legge urbanistica, che in Italia ormai è diventata quasi utopia, ma strumenti anche parziali che pongano un argine a questa situazione inaccettabile".
Questi, in sintesi, i dati più significativi contenuti nel Rapporto 2012 sul Consumo di Suolo in Lombardia:
Provincia di Milano
crescita dell’urbanizzazione (1999-2009): + 7.323 ettari (pari a metà della città di Milano)
suolo urbanizzato: 20.063 m2/giorno (1,2 volte Piazza Duomo di Milano)
suolo agricolo perso: – 6.839 ettari
variazione superficie degli ambienti naturali: – 738 ettari
Provincia di Lodi
crescita dell’urbanizzazione (1999-2007): + 1.330 ettari (pari a 1,2 volte la città di Lodi)
suolo urbanizzato: 4.553 m2/giorno (1,1 volte Piazza Duomo di Lodi)
suolo agricolo perso: – 1.691 ettari
variazione superficie degli ambienti naturali: +397 ettari
Provincia di Monza e Brianza
crescita dell’urbanizzazione (1999-2009): + 2.078 ettari (pari a 0,7 volte la città di Monza)
suolo urbanizzato: 5.693 m2/giorno (3,2 volte Piazza Duomo di Monza)
suolo agricolo perso: -2.187 ettari
variazione superficie degli ambienti naturali: +90 ettari