Ilva di Taranto su riapertura Aia: "Nessun riesame, impegno a finalizzare"
L'Ilva di Taranto ha deciso di ricorrere contro la decisione del Ministero di riaprire il procedimento dell'AIA. Secondo l'azienda è già stato inviato al Ministero "il Piano di attuazione di tutte le attività ed iniziative necessarie per la piena attuazione del piano di monitoraggio e controllo AIA". Riesaminarla è solo frutto "di un approccio emotivo"
16 May, 2012
"L'impegno è finalizzato a completare il più velocemente possibile le prescrizioni dell'AIA entrate in vigore il 23.08.2011 e non a discutere il riesame che, a così breve distanza di tempo, risulta del tutto illogico e privo di significato". Queste le parole del comunicato stampa dell'Ilva di Taranto emesso il 15 maggio 2012.
Il Presidente del Gruppo Emilio Riva ha sottolineato che l'Ilva di Taranto vuole "raggiungere pienamente gli obiettivi fissati per la completa sostenibilità dello Stabilimento e ricorda di aver ottenuto il rilascio dell'AIA al termine di una lunga istruttoria e di un procedimento che non ha eguali in Italia e in Europa per durata ed oneri per il gestore".
"Quattro anni di lavoro, dal febbraio 2007 all'agosto 2011, preceduti da un altro anno, dal novembre 2005 al dicembre 2006, di lavori svolti dalla Segreteria Tecnica istituita dal Ministero dell'Ambiente per valutare gli interventi sugli impianti ILVA per adeguarli alle BAT 2005 (Best Available Tecnlogies, Migliori tecnologie possibili). A tale attività, oltretutto, hanno attivamente partecipato anche rappresentanti del Ministero della Salute, del CNR, dell'Arpa Puglia, della Regione Puglia e degli enti locali tarantini.
Durante questi anni è stato chiesto all'Ilva di anticipare gli interventi per l'ambientalizzazione dello Stabilimento e al 2011 il Gruppo Riva ha investito 4,4 miliardi di euro, di cui più di un miliardo per la sola ambientalizzazione degli impianti.
L'AIA, al netto delle misure inserite senza alcuna valutazione tecnica nella Conferenza di Servizi del 5.07.2011 e oggetto di ricorso, costituisce un compromesso che l'autorità competente con il rilascio ha ritenuto praticabile, tra contenimento dell’utilizzo di risorse naturali e salvaguardie ambientali da una parte e sviluppo economico - sociale e sostenibilità tecnica ed economica per l’impresa dall’altra.
L'Ilva in data 23.02.2012 ha già provveduto ad inviare alle autorità competenti il "Piano di attuazione di tutte le attività ed iniziative necessarie per la piena attuazione del piano di monitoraggio e controllo AIA", così come il progetto relativo alla valutazione e monitoraggio delle emissioni fuggitive nella cokeria. Impegni che la Società intende onorare nei tempi e nei modi previsti e definiti dall'AIA vigente.
Il nostro obiettivo è ed è sempre stato quello di rispettare le leggi e anche le recenti perizie, prodotte all'interno dell'incidente probatorio, dimostrano come questo obiettivo sia stato ottenuto. Eventuali miglioramenti sono un traguardo prioritario anche per noi ma, allo stesso tempo, crediamo debbano essere frutto di una rigorosa impostazione tecnica e scientifica e non di un approccio emotivo come ora sembra prospettarsi.
Alla luce di queste ragioni l'Ilva di Taranto ha deciso di ricorrere contro la decisione del Ministero di riaprire il procedimento dell'AIA. Questa iniziativa corrisponde alla volontà della Società di rispettare quanto le stesse istituzioni, all'esito di un lungo lavoro con tutti i soggetti coinvolti, meno di un anno fa, hanno deciso con il rilascio dell'AIA.
Nei prossimi giorni la Direzione Ilva di Taranto attraverso una conferenza stampa illustrerà quanto già compiuto ad oggi in risposta alle prescrizioni dell'AIA e quanto intenderà fare nei prossimi mesi.