Illuminazione e modernità malintesa
L'intervento di Paolo Hutter su La Repubblica di Torino del 23.05.2012
23 May, 2012
Paolo Hutter
Dopo anni in cui si aumentava sempre, è ora di fermarci: a questo punto è ora che si cominci a parlare di sovrailluminazione, di troppa luce, soprattutto in ore e luoghi in cui non serve a nessuno. Nonostante tutte le buone intenzioni di risparmiare e le sostituzioni di lampade tradizionali con quelle a basso consumo, la spesa complessiva per l´illuminazione pubblica a Torino nel 2011 ha superato i 24 milioni, quasi 3 milioni in più rispetto all´anno precedente. Ai quali si devono sommare circa 6 milioni di energia elettrica per uffici e stabili comunali. L´aumento non è stato ancora pienamente spiegato nei suoi dettagli, ma sarebbe dovuto interamente all´aumento dei costi del kilowattora nelle bollette Iren. E quest´anno non potrà che essere peggio, la luce costa di più. Mentre Torino entra nel suo primo festival «Le città visibili» dedicato ai temi dell´urbanità smart-sostenibile, ci si comincia a interrogare sulla luce. Non soltanto in termini tecnologici, come con la introduzione dei led nei semafori. Ma proprio sulla necessità di tenere illuminati per tutta la notte vari punti della città, come piazze e pezzi di parco, con livelli che talvolta - vedi piazza Carlo Alberto o i portici di via Roma - superano di 3 o più volte le prescrizioni delle leggi sull´inquinamento luminoso. Una città più sostenibile e intelligente riduce e gradua i flussi luminosi. Secondo studi recenti l´Italia e la Spagna spendono e consumano per l´illuminazione notturna il doppio di Germania e Gran Bretagna. E´ una modernità malintesa, tutto per una sensazione di sicurezza. Finora le tecnologie di risparmio energetico nella illuminazione sono state usate soprattutto per illuminare di più a parità di consumi, ora i consumi vanno ridotti perché - comunque la si pensi - non ce li possiamo più permettere. Si può fare di necessità virtù discutendo insieme dell´equilibrio tra luce e buio in città.
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