Torino Smart City Festival. Ad Energethica gli edifici a energia quasi zero: intervista a Francesco Nesi, esperto di Case passive
In occasione della tappa torinese del tour di Edilportale sull'edilizia sostenibile, ospitata all'interno della fiera Energethica (manifestazione inserita nel cartellone del Torino Smart City Festival), Eco dalle Città ha intervistato il presidente dell'Istituto Zephir, che da anni promuove lo standard Passivhaus in Italia e nell'area mediterranea. Il ritardo rispetto al Nord Europa è notevole, ma qualcosa inizia a muoversi anche da noi
25 May, 2012
Ha fatto tappa a Torino, all'interno di Energethica (manifestazione inserita nel cartellone del Torino Smart City Festival), il tour “Edifici a energia quasi zero”, il road-show organizzato dal magazine Edilportale e dedicato a Case passive, edilizia sostenibile e certificazione energetica degli immobili. Proprio l'esperienza della Casa passiva (Passivhaus) è stata oggetto dell'intervento di Francesco Nesi, presidente dell'istituto di ricerca Zephir (Zero energy and passivhaus institute for research), che punta a promuovere questo sistema di progettazione sostenibile in Italia e nei Paesi mediterranei, conciliando lo standard mitteleuropeo con i nostri climi temperati. Eco dalle Città lo ha intervistato per approfondire l'argomento.
Presidente, cos'è, in poche parole, una Casa passiva?
Si tratta di un edificio che rispetta dei precisi standard internazionali in materia di bilancio energetico. Per poter essere certificata come Passivhaus, un'abitazione deve garantire che il saldo negativo tra la dispersione termica da una parte e, dall'altra, gli apporti energetici “gratuiti” derivanti dal sole e dalla presenza degli abitanti non superi i 15 kilowattora per metro quadro all'anno. In questo modo, il fabbisogno energetico della casa può essere coperto con piccoli impianti, un fatto che garantisce non solo benefici in termini ambientali, ma anche un risparmio in fase di installazione e gestione degli impianti stessi.
Costruire in modo sostenibile fa risparmiare, ma ha anche dei costi aggiuntivi rispetto alle tecniche tradizionali...
In effetti, una Casa passiva costa tra il 6 e l'8% in più rispetto a una casa in classe energetica A, ma in Italia bastano 6 o 7 anni per recuperare l'investimento maggiore. Dopodiché il risparmio energetico è assicurato, e può arrivare anche al 90% rispetto a un'abitazione particolarmente energivora. Le Passivhaus, inoltre, durano anche molto di più rispetto a un edificio tradizionale, permettendo di ammortizzare ulteriormente la spesa iniziale.
Quante sono le Case passive esistenti nel mondo?
La prima Casa passiva è stata costruita nel 1989 e da allora sono oltre 32.000 gli edifici che hanno già ottenuto la certificazione. Anche la Commissione europea ha indicato in alcuni documenti ufficiali il principio Passivhaus come il modello da seguire per l'edilizia del prossimo futuro, anche se nella direttiva Ue sull'efficienza energetica è stata poi preferita la dicitura “Edifici a energia quasi zero”, che dovrà essere il riferimento per la nuova edmlizia pubblica a partire dal 2018 e per quella privata dal 2020.
E l'Italia?
Nel bacino del Mediterraneo siamo partiti con molto ritardo, ma ora stiamo cercando di recuperare il gap. In Italia al momento ci sono 5 edifici che sono stati certificati ufficialmente secondo il protocollo Passivhaus, mentre altri 3 sono in fase di certificazione. Si tratta per lo più di esperienze delle regioni del Nord, anche se una delle case da certificare si trova in Sicilia, sull'Etna. In ogni caos, l'interesse dei committenti e dell'opinione pubblica verso questi temi cresce costantemente.
Ci sono esperienze di questo tipo anche in Piemonte?
Anche se non certificata, in Piemonte c'è la Casa passiva dell'architetto Maria Grazia Novo, a Cherasco. Attualmente, invece, l'Enviroment Park di Torino sta lavorando a un nuovo progetto di Passivhaus realizzata col metodo standard, che presto entrerà nella fase di costruzione.
Qualcosa, insomma, si sta muovendo anche da noi. Ma come la mettiamo con le abitazioni già esistenti?
È possibile anche effettuare delle ristrutturazioni secondo il protocollo Passivhaus (certificazione EnerPHit), che garantiscono il raggiungimento degli stessi standard in termini di benessere abitativo rispetto alle case di nuova costruzione e, soprattutto, permettono di abbattere i consumi dell'abitazione da 4 a 10 volte a ristrutturazione avvenuta.